La Ctfc introduce nuovi limiti alle operazioni dei broker

La Commodity Trading Futures Commission, commissione americana meglio nota con la sigla Cftc, sta tenendo sotto stretta sorveglianza i titoli di Stato che fanno capo al Vecchio Continente: è vero, tutto questo potrebbe apparire come un controsenso, visto che si sta parlando di un’autorità di nazionalità statunitense e che di solito viene incaricata di regolare nel dettaglio il settore dei contratti futures (come ricorda anche la sua denominazione), ma le ultima approvazioni sono state chiare e perentorie. In effetti, è stato deciso di votare in maniera unanime alle limitazioni degli investimenti di tutti quei broker e operatori per quel che concerne i futures stessi e con l’impiego di depositi dei clienti.

In pratica, si tratta di una svolta epocale perché dopo ben cinque anni decade quasi formalmente la liberalizzazione che era stata stabilita in tale ambito. Quali divieti sono stati preannunciati? Il novero in questione comprende investimenti specifici in titoli di Stato diversi da quelli scambiati all’interno degli Stati Uniti, a meno che non vi siano delle apposite esenzioni, ma anche queste ultime saranno decise dalla stessa Ctfc. Nel caso invece vengano coinvolti gli investimenti relativi al Tesoro a stelle e strisce, allora queste limitazioni non avranno alcuna ragione di esistere, così come pure per gli enti locali americani e i locali certificati di deposito. Un altro compito che spetterà alla commissione, poi, sarà quello di dichiarare a chiare lettere quali sono i rischi connessi a ogni attività finanziaria, il tutto nel nome di una trasparenza di cui si sente tanto il bisogno in questo preciso momento storico.

La stretta si è resa quantomeno necessaria alla luce del crack che ha coinvolto Mf Global, la società di brokeraggio che ha dichiarato bancarotta ultimamente a causa dell’eccessiva esposizione ai titoli europei: le regole nuove di zecca avranno validità dopo sessanta giorni dal momento della pubblicazione, mentre le società coinvolte avranno a disposizione altri sei mesi per l’adeguamento.

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