Contratti futures: regole nuove di zecca dalla Cftc

Mai più speculazioni sulle materie prime: parole e musica della Commodity Futures Trading Commission (Cftc). Sono praticamente realtà le nuove regole statunitensi che si riferiscono al comparto dei contratti futures e alle principali commodities su cui si è abituati a investire e focalizzare le strategie di portafoglio. L’agenzia americana intende infatti contrastare nella maniera più efficace possibile le speculazioni in eccesso, venendo incontro, in particolare, al Dodd-Frank Act, la legge varata la scorsa estate dall’amministrazione Obama al fine di riformare da capo a piedi i mercati finanziari. Il regolamento a cui dovranno far riferimento traders e risparmiatori non è ancora stato completato e consta di due versioni non definitive; in effetti, una prima bozza è quella relativa alle restrizioni da applicare in merito alle posizioni aperte sugli strumenti derivati, mentre la seconda punta alla trasparenza negli scambi over-the-counter, quindi al di fuori dei consueti mercati regolamentati e non riferibili esclusivamente alle materie prime.


C’è però da precisare che occorrerà attendere commenti e osservazioni al provvedimento prima che prenda davvero forma, anche perché vi sono state alcune critiche per quel che concerne la definizione della tempistica di applicazione. Uno dei capisaldi dei futures rimane quello in base al quale nessun operatore finanziario può esercitare il suo controllo su una fetta consistente ed eccessiva del mercato stesso. Le regole in questione saranno, in estrema sintesi, molto più benevole rispetto ai testi presentati nei mesi scorsi: ad esempio, le banche potranno godere dell’esenzione relativa ai limiti contrattuali nell’ipotesi di transazioni condotte per conto di operatori hedge.

In aggiunta, gli stessi istituti potranno evitare il conteggio delle posizioni assunte dalle società partecipate. Qualche piccola lacuna c’è ancora però: quella che balza immediatamente agli occhi si riferisce alle dimensioni dell’over-the-counter degli swap, visto che i regolamenti della commissione non parlano soltanto di contratti futures, ma anche di derivati equivalenti dal punto di vista economico.

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