Crisi del debito europeo non è finita secondo Ubs

ubs-logoLa fase attuale sui mercati finanziari sta mostrando una grande vivacità del forex, dopo le recenti manovre ultra-espansive della Boj, un mercato azionario frizzante (a Wall Street record su record per Dow Jones e S&P500) e una discreta ripresa dell’obbligazionario periferico europeo (spread più stabili con tassi in calo nelle ultime aste). Secondo Alessandro Caviglia, responsabile gestioni patrimoniali di Ubs Italia, “le migliori opportunità vanno ricercate dove ci sono, questo è il bello dell’attività finanziaria”. L’esperto ritiene che diversificare sia l’arma vincente negli investimenti, soprattutto in questa fase.

Caviglia ritiene che, nonostante i rendimenti siano molto appetibili anche se lo spread è tornato a 300 punti base, “non ha senso tenere asset italiani al 100%, ma neppure azzerarli”. Il money manager è convinto che “più che stare a ragionare se stare o no investiti sull’Italia, è meglio guardare ai criteri di diversificazione di un portafoglio”. Caviglia ammette di avere asset italiani in portafoglio, ma non rappresentano certo una parte preponderante nelle strategie di asset allocation della divisione italiana della banca d’affari elvetica.

CREDIT SUISSE CONSIGLIA DI INVESTIRE SUL GIAPPONE NEL 2013

Caviglia si aspetta che “l’attività economica dell’eurozona emerga gradualmente dalla recessione, ma certo la crisi del debito non è finita”. Allo stesso tempo il guru di Ubs Italia sottolinea che la Bce è, agli occhi degli investitori internazionali, un sostegno credibile per il contenimento del rischio di disintegrazione dell’area euro in caso di tracollo dei paesi membri più traballanti. L’esperto ritiene che il rischio-Europa sia ancora elevato, considerando il recente salvataggio shock di Cipro, la debolezza della Francia, l’impasso politico italiano e la probabile futura richiesta di nuovi aiuti della Spagna.

COME INVESTIRE SULLA BORSA ITALIANA NEL SECONDO TRIMESTRE 2013

Da un punto di vista delle scelte di asset allocation, Caviglia consiglia di puntare sulle azioni americane e dei paesi emergenti, mentre sull’obbligazionario sono poco appetibili sia il debito sovrano high grade europeo (Bund in primis) sia quello americano. Infatti, i rendimenti attesi sono inferiori all’inflazione prevista. Il money manager preferisce investire sui corporate bond dei paesi emergenti in valuta forte: in una proiezione a 12 mesi il rendimento atteso per questi bond è mediamente del 3,5%.

Lascia un commento