Come gestire il portafoglio di bond italiani a settembre 2012

Ad agosto, un po’ a sorpresa, gli speculatori hanno posato l’ascia di guerra concedendo una tregua ai tormentati mercati finanziari, afflitti dai soliti problemi legati alla stabilità dell’euro, ai debiti sovrani e alla crisi economica. Il rimbalzo è stato importante e ha coinvolto le più svariate categorie di asset finanziari, in particolare quelli con un grado di rischio maggiore come le azioni e le commodity. Tuttavia, hanno rialzato la testa anche i bond, sia quelli societari sia i governativi della periferia europea.

I bond italiani con scadenza decennale hanno messo a segno una performance vicina al 10%, ma il rendimento per questa durata resta ancora pericolosamente non lontano dalla soglia del 6%. I risultati migliori si sono visti sulle scadenze più brevi, che sono quelle che reagiscono più velocemente al cambimanto del sentiment considerando la vita residua limitata del titolo. A fine agosto i segnali sono stati inequivocabili: il tasso sui Bot a 6 mesi è sceso all’1,585% dal precedente 2,454%, mentre lo yield del Ctz scadenza maggio 2014 è diminuito al 3,188% dal 4,985% di fine luglio.

La tregua di agosto non deve far dimenticare che i problemi dell’Italia restano ancora sotto gli occhi di tutti: oltre al fardello del debito pubblico (che resta non lontano dalla cifre monstre di 2mila miliardi di euro), la recessione imperversa e con sé anche un deciso aumento della disoccupazione. La situazione sulle scadenze più lunghe resta ancora preoccupante, per cui la gestione del proprio portfolio di titoli di stato italiani deve essere necessariamente prudente per il mese di settembre.

Bisogna considerare anche che sono attesi due importanti avvenimenti macro, quali la riunione del board della Bce (6 settembre) e la decisione della Corte Costituzionale tedesca sulla legittimità dell’azione del fondo salva-stati (12 settembre). La prudenza è d’obbligo. Il portfolio di bond italiani dovrebbe privilegiare ancora scadenze brevi, da 12 mesi a 3 anni. In un portafoglio a medio-basso rischio, la quota predominante dovrebbe essere quella dei bond biennali mentre solo una piccola parte andrebbe al momento investita sulle scadenze a 10 e 30 anni.

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