Auto in crisi: è fuga dal titolo Fiat?

Tutti (o quasi) in fuga dal titolo Fiat e dal comparto auto. A meno che non si abbia la lungimiranza di attendere tempi migliori, e sfruttare nel frattempo le felici parentesi positive che non mancheranno all’interno dell’evoluzione delle quotazioni aziendali. A leggere i meri dati commerciali, tuttavia, vi sarebbe da preoccuparsi, e non poco: ad agosto il mercato italiano ha conseguito il nono calo consecutivo delle immatricolazioni, con un crollo del 20,23 per cento che ha condotto i nuovi acquisti a quota 56.447 unità.

“E’ un mese non bello in Italia” – ha affermato in merito il manager di Fiat, Sergio Marchionne – “Si prevede un – 20 per cento rispetto al 2011, mai visto un numero così basso in vita mia”. I dati dell’Anfia confermano pertanto le preoccupazioni dell’amministratore delegato della società torinese, con il presidente Roberto Vavassori che aggiunge che “siamo alla nona contrazione consecutiva per il mercato nazionale dell’auto, che tocca un nuovo record negativo posizionandosi all’incirca sui livelli del 1964, quando il mese di agosto aveva registrato 57.848 immatricolazioni”.

Oltre alla scarsa propensione dei mesi estivi sull’acquisto di auto, secondo Vavassori avrebbero agito come elementi negativi l’elevata disoccupazione, la crisi e il forte rialzo congiunturale dei prezzi di tutti i carburanti nel mese di agosto, che ha determinato un nuovo aumento dell’inflazione.

Per il presidente dell’Anfia, a questo punto, per poter uscire dal trend negativo è “urgente avviare una seria e concreta politica industriale per la filiera automotive, un comparto chiave per la nostra economia che, nel 2011, ha fatturato 41,8 miliardi di euro impiegando 179mila addetti diretti e dando un contributo alle esportazioni italiane del valore di oltre 19 miliardi di euro, in crescita del 16% sul 2010”.

Segnali di ripresa, invece, dal Giappone, dove le vendite di auto nuove sono cresciute del 7,3 per cento a 232.372 unità, grazie a pacchetti di sovvenzioni pubbliche.

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