Sudafrica: i bond si riprendono dopo oltre due anni di ribassi

Gli investitori obbligazionari troveranno pane per i loro denti nei bond emessi dal governo sudafricano: i titoli della nazione africana, protagonista dei Mondiali di calcio della scorsa estate, sono infatti cresciuti dopo ben ventinove mesi di ribassi, grazie soprattutto alla speculazione che permetterà all’inflazione di rimanere stabile nei prossimi sei mesi e di non erodere i rendimenti degli assets a reddito fisso. In particolare, il titolo obbligazionario che scadrà a settembre del 2015 e che garantisce un ritorno del 13,5% si è risvegliato dal torpore che durava dal mese di ottobre del 2008; tale strumento, meglio conosciuto come R157 ha ricavato altri 36 centesimi e si è attestato a quota 121,106 rand alla borsa di Johannesburg, mentre il rendimento totale è sceso fino al 7,86%.

Obbligazioni: Terna, emissione decennale da 1,25 miliardi

Al fine di andare a finanziare, così come indicati nel Piano Industriale, i progetti per lo sviluppo della rete elettrica, Terna, società quotata in Borsa a Piazza Affari ed operante nel dispacciamento dell’energia, ha reso noto nella giornata di ieri, martedì 8 marzo 2011, d’aver concluso con un grande successo un’emissione obbligazionaria avente un controvalore pari a ben 1,25 miliardi di euro. Il Bond, destinato non alla clientela retail, ma agli investitori istituzionali, è stato collocato da un sindacato di banche che ha chiuso l’operazione con successo nella stessa giornata. In qualità di joint-lead managers e di joint-bookrunners, gli Istituti che hanno composto il sindacato di banche sono stati WestLB AG, Banca Akros, UniCredit Bank AG, Natixis ed MPS Capital Services. I titoli emessi, che hanno una scadenza pari a dieci anni, e che pagano una cedola annuale, saranno quotati, e quindi negoziabili, presso la Borsa del Lussemburgo, e sono stati prezzati rispetto al tasso di riferimento, il corrispondente midswap, con uno spread pari a 130 punti base.

KITMC è favorevole ai bond governativi a tre anni

Korea Investment Trust Management Co., la holding di Seul costituita da più di dieci anni ormai, sta progettando il trasferimento di alcuni bond di tipo governativo e con scadenza fissata a tre anni dai titoli con date più lunghe: si tratta di una scelta ben ponderata, visto che l’attuale ciclo di tassi di interesse è improntato al rialzo, ma a breve potrebbe anche subire una pausa importante. Il sesto maggior fondo obbligazionario di tutta la Corea del Sud sta quindi considerando di potenziare i propri strumenti, contenendo al contempo le acquisizioni di prodotti a cinque anni. Il rendimento del 3% relativo alla scadenza di dicembre 2013 è sceso di cinque punti base proprio nel corso della giornata di ieri, così come emerge dalle rilevazioni della Borsa coreana, ma gli analisti si sono detti convinti di un tasso compreso tra il 4,1 e il 4,2% nei prossimi mesi.

Mercati emergenti: ottimi scambi per i bond turchi

Il codice Isin US900123AL40 identifica un particolare prodotto finanziario, indicato soprattutto per quegli investitori che sono interessati ai principali mercati emergenti: si tratta infatti del bond che osserva da vicino le performance della nazione turca e che garantisce un rendimento dell’11,875%. Tale strumento, il quale beneficia di una scadenza ventennale (il termine ultimo è stato fissato al 15 gennaio del 2030), si sta segnalando per un ottimo andamento presso l’EuroTlx, il mercato del nostro paese appositamente pensato per le obbligazioni di questo tipo. In effetti, le ultime rilevazioni statistiche parlano chiaro: il prezzo che è stato registrato nel corso dell’ultima settimana è pari a 163,5 euro, in aumento rispetto al prezzo di chiusura precedente (163,28), mentre il controvalore ammonta a 8.175 euro. Non siamo comunque vicini al dato massimo dal punto di vista storico, visto che il livello più alto è stato conseguito con i 187,7 euro.

Filippine: garanzia nipponica per i bond denominati in yen

La cessione di titoli obbligazionari con scadenza a quindici anni già pianificata dal governo delle Filippine si arricchisce di nuovi elementi che potrebbero interessare agli investitori; in effetti, questi bond, i quali sono denominati in yen, non potevano che beneficiare delle garanzie offerte da un istituto di credito nipponico, la Japan Bank for International Cooperation, così da rendere ancora più sicura questa emissione, la quale dovrebbe avvenire nel primo semestre di quest’anno. Il segretario delle Finanze, Cesar Purisima, è stato molto chiaro in questo senso. In pratica, è stato fornito un pieno sostegno al lancio di questi Samurai bond, ma comunque i quindici anni decisi inizialmente per la scadenza degli strumenti in questione non cambieranno, visto che si tratta dell’arco temporale minimo che il paese asiatico può richiedere.

Arca Sgr punta su tre nuovi fondi obbligazionari

Arca Sgr, la società di gestione del risparmio attiva sin dal 1983 e composta in prevalenza da istituti di credito popolare, da società di intermediazione mobiliare e da altre banche, si conferma un leader di primo livello per quel che concerne l’emissione di fondi comuni di investimento: l’ultima offerta risale a pochi giorni fa, quando sono stati collocati tre nuovi prodotti, vale a dire Arca Cedola Bond Globale Euro III, Arca Bond Paesi Emergenti Valuta Locale e Arca Cedola Bond Paesi Emergenti. Come si comprende piuttosto facilmente, si tratta di strumenti a carattere obbligazionario, i quali fanno capo in due casi alla famiglia Arca Cedola, ben conosciuta dai risparmiatori del nostro paese, e in un caso a una nuova proposta. Quali sono le caratteristiche principali di questi nuovi strumenti finanziari?

Bancomer: venduti bond per due miliardi di dollari

Il gruppo finanziario Bancomer Sa, l’unità messicana che fa parte integrante di Bbva, la seconda banca di Spagna, ha deciso di vendere titoli obbligazionari per ben due miliardi di dollari: si tratta, in pratica, di una operazione piuttosto consistente e che si è posta come obiettivo principale quello di rappresentare l’offerta più importante di sempre per quel che concerne i bond del Messico. L’annuncio dell’istituto è stato chiaro, 750 milioni di dollari dell’intero totale andranno a riguardare gli strumenti con una scadenza a cinque anni e con un rendimento pari al 2,37% (237 punti base al di sopra di quanto proposto dal Tesoro americano), mentre i restanti 1,25 miliardi di dollari si riferiranno alle obbligazioni decennali che presentano uno spread pari a 312 punti base.

Mongolia: pianificata la prima vendita di bond sovrani

Le emissioni obbligazionarie non conoscono confini e non deve quindi stupire se vanno a coinvolgere anche paesi, per così dire, “inconsueti”: la Mongolia sta pianificando la sua prima cessione di obbligazioni sovrane, tentando di conseguire una somma almeno pari a 500 milioni di dollari e di agevolare l’operato di alcune compagnie nazionali. Come ha specificato Ganhuyag Chuluun Hutagt, viceministro delle Finanze dello stato asiatico, l’intento principale di questa operazione è quello di quotare dei bond che siano in grado di aprire una sorta di finestra privilegiata per le società private. La vendita da parte del governo di Ulan Bator dovrebbe avvenire con tutta probabilità proprio nel corso di quest’anno, ma dipenderà strettamente dall’approvazione del Parlamento.

Compagnie de Financement Foncier offre un nuovo covered bond

Compagnie de Financement Foncier è l’unità francese di Crédit Foncier de France specializzata nell’emissione di covered bond: appare quindi scontato come anche l’ultima offerta di questa compagnia sia collegata a questi specifici strumenti finanziari, visto che verrà proposto un titolo con scadenza a tre anni, almeno secondo quanto trapela dalle ultime indiscrezioni. Crédit Foncier opera soprattutto in ambito immobiliare con prestiti ipotecari, ma bisogna ricordare che i covered bond sono piuttosto simili ai prodotti relativi a questo comparto, anche se richiedono pur sempre alle società emittenti che il collaterale (la garanzia del prestito) venga iscritto negli appositi libri contabili. La scelta è stata presa per proporre un’alternativa più che valida e sicura ai prodotti finanziari immobiliari, i quali sono stati ritenuti da più parti, a volte in modo anche malevolo, come la causa principale della crisi finanziaria scoppiata nel 2008.

JPMorgan venderà 1,5 miliardi di dollari in bond immobiliari

La ricetta di JPMorgan Chase contro le agitazioni politiche che si stanno scatenando in Medio Oriente è semplice e di tipo finanziario: la società newyorkese ha infatti deciso di vendere obbligazioni immobiliari-commerciali per 1,5 miliardi di dollari, visto che il rally del debito, il quale durava da almeno tre mesi, ha cominciato a rallentare in maniera troppo evidente. Secondo le ultime rilevazioni, i titoli con rating più alti e relativi a centri commerciali e prestiti immobiliari stanno rendendo 1,95 punti percentuali in più rispetto a quanto offerto dal Tesoro, un livello di spread troppo basso rispetto alle ottime statistiche dell’ultimo triennio. È proprio per questo motivo che gli investitori finanziari stanno domandando con maggiore insistenza dei ritorni economici più alti, una richiesta che sta assumendo dei contorni sempre più definiti alla luce delle proteste libiche.

Bond: Juniper Networks debutta con un’offerta da un miliardo

Juniper Netwtorks, multinazionale statunitense che si occupa sin dal 1996 di tecnologie informatiche e Ict, diventa ora nota anche per le sue offerte finanziarie: l’azienda informatica di Sunnyvale ha infatti deciso di porre in essere la cessione di un miliardo di dollari del proprio debito in quello che rappresenta un debutto assoluto per quel che concerne gli investimenti associati a questo nome. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che la compagnia ha venduto 300 milioni di dollari relativi a titoli a cinque anni, i quali sono in grado di pagare cento punti base in più rispetto alla stessa scadenza degli strumenti del Tesoro; altri 300 milioni si riferiscono al debito decennale (il rendimento garantito è pari a 120 punti al di sopra dei benchmark), mentre i restanti 400 milioni di dollari saranno destinati ai titoli obbligazionari a trent’anni e con uno spread pari a 145 punti base (ogni punto base equivale allo 0,01%).

Cina: il segreto dei rendimenti degli Airline bond

I rendimenti dei bond delle principali compagnie aeree cinesi hanno subito dei rialzi da record a causa dell’andamento positivo dei prezzi petroliferi; in effetti, sono state proprio queste tariffe a pianificare un investimento da 228 miliardi di dollari nell’infrastruttura dell’aviazione del paese più popoloso al mondo. Ma quali sono i cosiddetti Airline bond e si può davvero approfittare dei loro aumenti? China Southern Airlines ha quotato dei titoli con scadenza nel 2014 e un ritorno economico pari al 4,62%, mentre Air China Ltd. ha puntato sullo stesso arco temporale e su un rendimento pari al 3,48%, così come indicato dalla piattaforma Chinabond. Inoltre, è previsto un investimento superiore agli 1,5 trilioni di yuan sempre in questo settore entro il 2015, dato che i vettori dell’ex Impero Celeste sono stati appositamente costruiti per venire incontro alla crescente domanda di voli, secondo quanto affermato dall’Aviazione nazionale.

Cipro: Moody’s taglia il rating dei bond governativi

Anche Cipro, come moltissimi altri paesi europei, vanta dei bond governativi che vengono messi a disposizione per quegli investitori che sono interessati alle performance degli stati membri dell’Ue: questi stessi investitori devono però tenere conto che in questo momento le obbligazioni del governo di Nicosia non godono di uno stato di salute buonissimo ed è per questo motivo che Moody’s ha provveduto a tagliare il rating degli strumenti in questione di addirittura due livelli. Si è infatti passati da Aa3 ad A2, vale a dire da una affidabilità dell’investimento ottima a una considerata buona, visto che la piccola isola deve fare i conti con la crisi del proprio debito e con le dimensioni del volume di spesa. Tra l’altro, il governo cipriota è strutturato in maniera piuttosto rigida e ciò ha consentito un vero e proprio deterioramento delle misure fiscali.

Banco Popolare: pieno successo per l’aumento di capitale

Si è concluso con pieno successo, e addirittura senza l’intervento del consorzio di garanzia sull’inoptato, l’aumento di capitale del Banco Popolare. A darne notizia è stato il Gruppo bancario quotato in Borsa a Piazza Affari con un comunicato ufficiale, precisando al riguardo come i diritti inoptati siano stati offerti ed acquistati tutti nella prima sessione di riofferta in Borsa. Ricapitolando, l’operazione prevedeva l’offerta in opzione di numero 1.122.980.404 azioni ordinarie del Gruppo Banco Popolare di nuova emissione; nel periodo di offerta, dal 17 gennaio all’11 febbraio 2011, per un controvalore complessivo pari a 1.984.331.452,32 euro, sono stati esercitati diritti per l’acquisto di azioni di nuova emissione per una percentuale pari a ben il 99,832% del totale dell’offerta; tutti i diritti riofferti in Borsa sono stati poi acquistati ed esercitati per 1.122.980.404 azioni di nuova emissione pari ad un controvalore di euro 3.343.862,76. L’aumento di capitale si è chiuso così con il pieno di adesioni, ovverosia con la sottoscrizione integrale di complessive 1.122.980.404 azioni del Banco Popolare di nuova emissione a fronte di un controvalore pari a quasi due miliardi di euro, per la precisione 1.987.675.315,08 euro.