Lenzing Ag, azienda austriaca nota per la sua produzione di fibre tessili, ha in mente un piano ben preciso per rinvigorire i propri piani finanziari di investimento: nel dettaglio, la spa europea ha deciso di vendere più di 741 milioni di euro che verranno ripartiti in nuove e già esistenti azioni. Gli azionisti potranno dunque beneficiare di un nuovo titolo ogni trentuno di cui sono in possesso, tanto che gli strumenti nuovi di zecca saranno 825mila, con un prezzo di emissione compreso tra i 92 e i 108 euro. C’è inoltre da aggiungere che la principale azionista del gruppo, vale a dire B&C Industrieholding, provvederà a breve alla cessione di oltre sei milioni di titoli, ovvero circa il 23% delle azioni quotate. In realtà, tutte queste operazioni dovevano essere completate entro la fine dello scorso mese di aprile, ma sono poi subentrate delle condizioni di mercato che hanno spinto i vertici aziendali ad attendere ancora qualche tempo.
Investimenti News
First Capital entra in Bioera
In sede di riammissione di Bioera alla quotazione sull’MTA, il Mercato Telematico Azionario organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A, First Capital sottoscriverà il 10% del capitale della società italiana operante nell’alimentare biologico. A darne notizia in data odierna, lunedì 30 maggio 2011, è stata proprio Bioera dopo che è stato raggiunto un accordo d’investimento tra le due società che, nello specifico, comporta che First Capital si impegni a sottoscrivere, in sede di aumento del capitale sociale, che risulta essere in corso di esecuzione, l’acquisizione di una quota pari al 10% del capitale corrispondente a 1,8 milioni di euro. L’operazione di aumento di capitale per Bioera, lo ricordiamo, è in corso di esecuzione in forza alla delibera approvata il 4 novembre dell’anno scorso dall’Assemblea degli Azionisti di Bioera che per l’occasione si riunì in sede straordinaria. Al perfezionamento dell’acquisizione della quota, pari al 10% del capitale post-aumento, sulle azioni sottoscritte scatterà una clausola di cosiddetto lock up per un periodo pari a sei mesi, ovverosia 180 giorni; inoltre, un esponente di First Capital, in base agli impegni che sono stati sottoscritti, entrerà a far parte del Consiglio di Amministrazione di Bioera.
Hsbc: l’unità mediorientale lancia bond islamici quinquennali
Una delle unità finanziarie più attive di Hsbc è sicuramente quella mediorientale di Abu Dhabi: questa filiale araba, infatti, si è resa protagonista di un’interessante quotazione, vale a dire quella di un bond islamico, il cosiddetto sukuk, per un importo complessivo di cinquecento milioni di dollari. Tra le altre caratteristiche, bisogna sottolineare uno spread di 155 punti base al di sopra del tasso midswap e la scadenza che è stata fissata in un arco temporale di cinque anni, tipica per uno strumento simile. Questa obbligazione, inoltre, vanta un ritorno economico che è attualmente pari al 3,575%, con gli investitori regionali che hanno già sottoscritto il 58% degli ordini, seguiti a ruota dai soggetti provenienti dal continente asiatico (29% del totale). Gli istituti di credito hanno rappresentato il 61% degli ordinativi.
ExtraMot: fra due giorni cinque nuove euro-obbligazioni
L’ExtraMot di Borsa Italiana sarà l’assoluto protagonista dell’emissione obbligazionaria del prossimo 31 maggio: tra due giorni esatti, in effetti, il segmento di Piazza Affari, il quale accoglie soprattutto strumenti di tipo corporate, assisterà all’inizio delle negoziazioni di cinque euro-obbligazioni che potrebbero interessare agli investitori più attivi in questo ambito. Anzitutto, bisogna precisare che i sistemi di regolamento che verranno utilizzati saranno i consueti Euroclear e Clearstream e che il termine di liquidazione è stato fissato nel terzo giorno successivo alla data di stipulazione dei contratti di compravendita. Inoltre, l’Ems sarà pari a 25.000: si tratta del cosiddetto Exchange Market Size, vale a dire il parametro a cui si riferiscono gli obblighi degli specialisti. Detto questo, cerchiamo di comprendere di quali bond si tratta realmente.
La Cina si propone per l’acquisto dei bond neozelandesi
Bill English, ministro delle Finanze della Nuova Zelanda, ha scoperto le carte in tavola per quel che riguarda il versante obbligazionario della nazione oceaniana: in effetti, China Investment Corporation, un fondo sovrano attivo in campo sanitario, ha espresso la forte intenzione di acquisire questi bond governativi. Che cosa li ha resi così appetibili per suscitare l’attenzione della seconda economia mondiale? C’è anzitutto da precisare che altri paesi asiatici si sono fatti avanti in tal senso, come ad esempio Hong Kong, Singapore e la Malesia. Il debito del governo di Wellington viene infatti visto da questi stati come la scelta più adatta per ridurre l’eccessiva dipendenza dagli assets denominati in dollari americani nel momento in cui le riserve finanziarie devono essere investite. L’indiscrezione di English è tratta da un giornale locale, il Marlborough Express, il quale ha riportato nel dettaglio le frasi del titolare del dicastero economico.
Sudafrica, non vi sarà alcuna emissione di covered bond
La banca centrale del Sudafrica è stata molto chiara: al paese del Continente Nero non verrà consentito di emettere covered bond relativi al proprio debito, visto che quest’ultimo andrebbe a subordinare eccessivamente gli interessi dei depositari. Dunque, uno dei cardini del gruppo Brics di economie emergenti guarda a questa struttura finanziaria come un qualcosa di inconsistente dal punto di vista materiale. In pratica, l’intento della Reserve Bank è proprio quello di proteggere i depositari già citati in precedenza. Come è noto, i covered bond sono progettati solitamente per trarre il massimo rating creditizio e pagare un interesse minore rispetto a quello di un debito senza garanzie; in effetti, tali obbligazioni sono collegate a assets specifici come ad esempio i prestiti del settore pubblico o immobiliare, i quali possono essere poi venduti nella malaugurata ipotesi di un default.
Ocse: Green Bond per favorire l’economia sostenibile
Si parla ancora troppo poco dei cosiddetti Green Bond, eppure il pieno sviluppo dell’economia sostenibile passa anche da questo specifico investimento: secondo quanto rilevato dall’Ocse, infatti, le obbligazioni “verdi” potrebbero raggiungere diverse centinaia di miliardi di dollari di ammontare annuo nel caso i governi internazionali selezionassero con cura gli obiettivi ambientali. La stessa organizzazione parigina ha anche richiesto una maggiore innovazione dal punto di vista finanziario, soprattutto per quel che concerne l’energia solare. L’attuale dimensione di mercato di tali prodotti è pari a circa undici miliardi di dollari, una goccia nell’oceano come si è soliti dire, visto che si tratta soltanto dello 0,012% dell’intero capitale detenuto all’interno del segmento obbligazionario, valutabile in oltre novanta trilioni. Come può svilupparsi il settore dei Green Bond? Anzitutto, c’è bisogno di più liquidità, raggiungibile attraverso politiche di trasparenza economica che si basino sul lungo termine e ambiziosi progetti politici.
Italmobiliare: Assemblea approva Bilancio 2010 e dividendo
Un dividendo di 0,532 euro per ogni azione ordinaria, e 0,610 euro per ogni azione di risparmio posseduta. E’ questo l’ammontare delle cedole che Italmobiliare S.p.A., società quotata in Borsa a Piazza Affari, pagherà agli azionisti in data 9 giugno a fronte dello stacco della cedola fissato per il 6 giugno del 2011. A deliberare per i dividendi sopra indicati è stata l’assemblea degli azionisti di Italmobiliare S.p.A., che si è riunita proprio in data odierna, mercoledì 25 maggio 2011, e che ha tra l’altro approvato anche il Bilancio relativo all’esercizio 2010. Nel dettaglio, dal bilancio consolidato del 2010 è emerso che Italmobiliare S.p.A. ha archiviato l’anno fiscale con ricavi pari a 5.147,3 milioni di euro a fronte di un utile netto totale che si è attestato a 187,8 milioni di euro. L’Assemblea ha inoltre nominato i nuovi componenti del Collegio Sindacale e del Consiglio di amministrazione che resteranno in carica per una durata pari a tre esercizi, ovverosia fino all’approvazione del Bilancio 2013 di Italmobiliare S.p.A..
Credit Suisse lancia i suoi primi covered bond in dollari
È proprio vero che gli esami non finiscono mai, nemmeno per gruppi bancari consolidati e di fama internazionale come Credit Suisse: l’istituto svizzero ha infatti avviato la sua prima vendita di covered bond, un’emissione da un miliardo di dollari, con una denominazione appunto in valuta americana. Volendo essere ancora più precisi, si tratta della prima operazione di questo tipo da parte di una banca elvetica. Anzitutto, bisogna ricordare che i covered bond non sono altro che obbligazioni garantite per finanziare determinati tipi di progetto. Nel dettaglio, la seconda banca di Svizzera ha lanciato titoli quinquennali che beneficiano di un rating piuttosto elevato (AAA) e che sono garantite appunto da ipoteche immobiliari; il rendimento che è stato scelto è pari al 2,6% e occorre anche aggiungere uno spread di 83,2 punti base al di sopra della stessa emissione del Tesoro.
Egitto, un miliardo di dollari dalla vendita di Eurobond
Il governo egiziano ha in mente una vendita piuttosto massiccia di Eurobond per quest’anno: l’ammontare prefissato è pari a un miliardo di dollari, mentre l’obiettivo principale sarà quello di diversificare l’indebitamento e finanziare il deficit di bilancio, dopo che l’economia interna è stata così duramente colpita dalla più grave crisi politica degli ultimi trent’anni. I titoli obbligazionari in questione, i quali beneficeranno di una scadenza quinquennale, avranno anche una garanzia sovrana, così come precisato dal ministro delle Finanze Samir Radwan. Il mercato deve essere rinvigorito, inoltre, la diversificazione finanziaria può agevolare questa ripresa. Il bilancio del paese africano potrebbe raggiungere uno dei suoi peggiori livelli di sempre nel 2012, ma nessuno si stupisce più di tanto: in effetti, le recenti rivolte e le giornate di tensione hanno ridimensionato in maniera considerevole i rating del credito, nonostante sia intervenuto persino il presidente americano Barack Obama, promettendo oltre due miliardi di dollari per le garanzie del prestito.
Brembo: shopping in Argentina
Shopping estero nel settore dei dischi freno per Brembo S.p.A.. La società quotata in Borsa a Piazza Affari, infatti, in data odierna, lunedì 23 maggio del 2011, ha reso noto d’aver sottoscritto un importante accordo finalizzato all’acquisizione di Perdriel S.A., una società argentina che opera nella produzione di dischi freno. Perdriel S.A., in accordo con quanto riferisce Brembo S.p.A., è una società che opera nell’area di Buenos Aires con circa 150 dipendenti ed un giro d’affari 2011 stimato in 20 milioni di euro circa. L’acquisizione avverrà in forza ad un contratto sottoscritto con un gruppo argentino che nel Paese opera nel settore della componentistica per automobili; nel dettaglio, entro il prossimo mese di luglio del 2011 Brembo S.p.A. acquisirà, a fronte di un esborso pari a 3,3 milioni di euro, il 75% di Perdriel S.A. a fronte di un’opzione per esercitare l’acquisto del restante 25% della società negli anni successivi.
Commerzbank: pronti 7,5 miliardi di dollari in azioni
Commerzbank ha un disperato bisogno di ripagare gli aiuti che gli sono stati concessi finora dalla Germania: è proprio per questo motivo che la seconda maggior banca teutonica ha deciso di pianificare una vendita di nuovi titoli azionari per un importo complessivo di 5,3 miliardi di euro. Gli investitori interessati alle azioni come prodotto e al settore del credito troveranno quindi pane per i loro denti. Cerchiamo di capirne il motivo. Si tratta, nello specifico, di una cessione di 2,44 miliardi di titoli che beneficeranno di un prezzo unitario pari a 2,18 euro, così come è stato annunciato dallo stesso istituto di Francoforte. Gli azionisti potranno così sottoscrivere dieci nuovi strumenti ogni undici di cui erano già in possesso: il periodo di riferimento sarà compreso tra il 24 maggio, dunque la giornata di domani, e il prossimo 6 giugno, mentre lo scambio vero e proprio delle nuove azioni avverrà con tutta probabilità il 7 giugno.
Carlyle Group, nuovo investimento in un fondo sudamericano
Carlyle Group, una delle principali società americane e internazionali di asset management, ha individuato nel Sud America una delle proprie focalizzazioni finanziarie: gli investimenti in questa parte del mondo saranno infatti pari a 950 milioni di dollari, denaro che verrà utilizzato per creare un apposito fondo di private equity incentrato su tale regione. La somma in questione verrà ripartita in due modi; 730 milioni saranno stanziati per gli investitori istituzionali, mentre i restanti 220 milioni beneficeranno di una commissione da parte di Banco do Brasil, così da creare una partnership che abbia come obiettivo la crescita del Brasile, paese in cui il gruppo statunitense ha una buona base. Il fondo verrà comunque creato nel corso del prossimo mese di luglio. Per ora, infatti, non vi sono commenti ufficiali, né da una parte né dall’altra.
Standard & Poor’s: rating Italia, outlook negativo
E’ arrivata come un fulmine a ciel sereno, nella giornata di ieri, sabato 21 maggio 2011, la revisione dell’outlook sull’Italia, da “stabile” a “negativo”, da parte dell’Agenzia Standard & Poor’s. Il rating del nostro Paese assegnato dall’Agenzia Standard & Poor’s non è a rischio, almeno per il momento, visto che è stato confermato. Pur tuttavia, la revisione al ribasso dell’outlook apre la strada ad un possibile declassamento nei prossimi mesi qualora lo stato dei nostri conti pubblici dovesse far registrare un deterioramento. Standard & Poor’s, in particolare, non ha nascosto, a supportare la decisione di rivedere l’outlook, la propria preoccupazione in merito all’attuale fase politica, di stallo, che potrebbe compromettere o quantomeno allungare quel processo di riforme di cui l’Italia ha bisogno per la sostenibilità della finanza pubblica nel lungo termine.