Borsa Italiana: delisting per ventiquattro Etf di iShares

Non sono passati che pochi giorni da quando BlackRock si è assicurata la divisione Etf di Crédit Suisse ed è già necessario parlare di nuovo di tale piattaforma: gli Exchange Traded Fund sono stati lanciati e offerti in maniera poco controllata e ragionata, dunque è giunto il momento per una razionalizzazione vera e propria. IShares ha annunciato in via ufficiale il delisting da Borsa Italiana (quindi la revoca della negoziazione) di ventiquattro di questi strumenti finanziari. L’intervento verrà concretizzato il prossimo 18 febbraio, senza dimenticare che sarà coinvolto perfino l’Euronext di Parigi, con altri quattordici fondi “delistati”.

Volendo essere ancora più precisi, non si tratta di una liquidazione vera e propria, dato che gli investitori interessati avranno la possibilità di negoziare gli strumenti in questione presso la borsa tedesca, vale a dire quella in cui la liquidità risulta essere maggiormente concentrata. Nel caso dell’Italia, la situazione è differente. In pratica, la domanda che proviene dagli investitori locali non è molto ampia, di conseguenza gli spread di negoziazione diventano molto più onerosi. Con questa razionalizzazione, iShares punta a migliorare proprio l’aspetto della liquidità, cercando di venire incontro a un numero alto di esigenze. La divisione che finirà entro i prossimi mesi nelle mani di BlackRock ha comunque assicurato una gamma molto differenziata e variegata di esposizioni di mercato, vale a dire il comparto azionario, quello obbligazionario e quello delle materie prime.

Che cosa devono fare a questo punto i soggetti che hanno sottoscritto gli Etf oggetto del delisting? C’è tempo fino al prossimo 18 febbraio per ottenere le giuste direttive dagli intermediari. Non vi sarà nessun tipo di rimborso forzato come avviene in altri casi, ma gli acquisti e le vendite dovranno essere perfezionati necessariamente presso il mercato secondario; affidarsi alla Borsa tedesca è un’alternativa possibile, ma è necessario confrontare le diverse commissioni di negoziazione e anche gli spread che sono applicati.

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