Da Blair una proposta per nuovi servizi dedicati ai fondi sovrani

Era noto da qualche tempo l’interessamento dell’ex premier britannico Tony Blair al mondo degli investimenti finanziari: ora arriva una conferma importante in questo senso, visto che l’attuale inviato dell’Onu per la pace ha deciso di allargare i propri interessi, ampliando questa specifica attività di consulenza ai servizi di tipo finanziario. Di cosa si tratta per la precisione? Ci sono alcune imprese che sono collegate allo stesso Blair (più propriamente alla Tony Blair Associates) e che hanno ottenuto le autorizzazioni necessarie da parte della Fsa (si tratta della Financial Services Authority, l’ente che si occupa dei servizi finanziari in territorio britannico), così che ci si può attendere, a ragione, una operatività immediata.


Sarà l’occasione, per lo stesso Blair, di rivedere vecchi volti con cui ha già avuto a che fare in passato per altri tipi di collaborazione: due nomi che si fanno in questo momento, infatti, sono quelli di Jonathan Powell, il quale ricopriva il ruolo di capo dello staff a Downing Street (oggi è un apprezzato analista di Morgan Stanley), e di Mark Labovitch, a lungo parte integrante di Dresdner Kleinworth, una delle principali banche del Regno Unito. L’esperienza necessaria per gestire al meglio questa “avventura” finanziaria sembra dunque esserci tutta, tanto che persino Varun Chandra, una vita trascorsa a occuparsi di tali tematiche presso Lehman Brothers, farà parte del gruppo di banchieri ed economisti al servizio di Blair.

Ma come verrà strutturato esattamente questo specifico ente? Le indiscrezioni giungono tutte dal Sunday Times, il quale è stato senza dubbio molto dettagliato: i servizi saranno esclusivi, dunque ci si rivolge, in particolare, a degli investitori di un certo livello e qualificati, i tipici esempi sono quelli dei fondo sovrani o dei clienti che detengono alte somme di denaro. Inoltre, il business dell’ex premier vuole espandersi progressivamente nel tempo, con delle consulenze da offrire in qualità di istituto di credito, prediligendo soprattutto utenze come i ricchi governi del Kuwait e degli Emirati Arabi.

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