Bahrain: la banca centrale comunica i dati sui sukuk

I sukuk stanno letteralmente conquistando il mondo finanziario arabo. Come più volte ribadito, si tratta dei titoli obbligazionari della finanza islamica, strumenti finanziari che si caratterizzano in particolare per il rigoroso rispetto dei principi della religione musulmana: quindi, molte delle tipiche pratiche dei classici bond internazionali non sono valide in questo caso, in primis la presenza di un tasso di interesse e la valutazione da parte delle agenzie di rating. Questo potrebbe far pensare a una minore appetibilità nei confronti degli investitori, ma in realtà questi ultimi si stanno dimostrando molto interessati. Ne sono un chiaro esempio la Malesia, vera e propria leader in tale segmento finanziario, e il Bahrain. Il regno asiatico ha vissuto e non ancora risolto del tutto dei problemi politici analoghi a quelli della Libia, dell’Egitto e della Siria, ma le emissioni sono ancora a ottimi livelli.

Ad esempio, la banca centrale del paese ha annunciato proprio ieri i dati relativi all’ultima quotazione di sukuk: l’emissione mensile di bond islamici, la quale prevede un ammontare complessivo di diciotto milioni di dollari del Bahrain e una scadenza prevista in novantuno giorni, ha beneficiato di una sottoscrizione superiore alle attese, più precisamente del 267%, quindi una domanda di due volte e mezza superiore all’offerta. Il ritorno atteso per quel che concerne il lancio del prodotto, operazione che verrà avviata proprio nel corso della giornata di domani e una maturazione fissata per il prossimo 26 ottobre, è dello 0,70%.

Qual è l’intento specifico di una emissione del genere? Si tratta in pratica di titoli che fanno capo alla banca centrale della nazione araba, con il beneplacito del governo attualmente in carica: si potrebbe forse pensare a una possibile ricerca di nuovi finanziamenti per gestire al meglio il debito, l’opulenza del Bahrain è sotto gli occhi di tutti, ma i problemi ci sono eccome e il fatto di volerli risolvere anche dal punto di vista economico non è certo un elemento negativo.

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