Australia, ottimo rally dei corporate bond

I bond corporate australiani stanno offrendo in questo momento dei rendimenti di gran lunga superiori a quelli di qualsiasi altra compagnia che opera a livello globale: addirittura la proporzione in tal senso è di uno a quattro, visto che il primo trimestre si sta caratterizzando per una forte accelerazione della crescita economica da parte della nazione oceaniana. Gli obbligazionisti sono riusciti a conseguire un interessante 2,8% alla fine del 2010, battendo nettamente i ritorni economici del comparto internazionale (+0,6%) e quelli statunitensi (+1%), secondo quanto stimato dagli indici di Bank of America Merrill Lynch. Si tratta, a conti fatti, di un rally sensazionale per quel che concerne tali strumenti finanziari, dato che guadagni di questo tipo non venivano registrati addirittura dal 2007.


La Reserve Bank of Australia ha già stimato una crescita economica pari al 4,25% da parte del paese nel corso di quest’anno, una espansione favorita soprattutto dalla domanda cinese e indiana di acciaio e ferro, due delle principali risorse che il territorio australiano può garantire. L’outlook di Canberra è dunque piuttosto consistente e forte, con una domanda globale che mette in luce come il settore delle obbligazioni corporate goda di ottima salute. L’indice benchmark dell’Australia è composto da duecento società, con una interessante combinazione di 116 miliardi di dollari australiani in denaro cash. Grande affidamento, inoltre, viene nutrito nei confronti di Bhp Billiton, maggior compagnia mineraria al mondo, e ai suoi profitti trimestrali.

I rendimenti extra relativi agli investitori sono abbastanza evidenti: nel caso di AusNet, si tratta di una percentuale del 7,5% e di una scadenza a settembre del 2017, dati che devono essere confrontati con i titoli governativi che vantano la stessa data di maturazione. Inoltre, i tassi di interesse relativi ai bond denominati in dollari australiani sono giunti a una media del 6,55%, ben sette volte superiori al debito giapponese e 248 punti base al di sopra dei prodotti statunitensi equivalenti.

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