Telecom Italia target price tagliato a 0,85 euro da Kepler

telecomIl titolo Telecom Italia ha chiuso l’ultima seduta di borsa del mese di giugno con un calo del 2,38% a 0,534 euro. Lo scorso 20 giugno aveva toccato il minimo più basso dal 1998 a quota 0,505 euro. Il gruppo telefonico guidato da Franco Bernabèè finito sotto la lente di Kepler Cheuvreux, che ha deciso di abbassare il target price a 0,85 euro dalla precedente valutazione di 1 euro per tener conto dei maggiori rischi di natura macro. Tuttavia il broker ha mantenuto invariato il rating a “buy”.

Kepler Cheuvreux ritiene che lo scorporo della rete d’accesso dovrebbe sbloccare valore. Grazie allo spin-off della rete, Telecom Italia dovrebbe liberare aspetti normativi favorevoli, come la liberalizzazione del retaile una maggiore redditività degli investimenti di rete. Il broker si aspetta che la cessione di una quota di minoranza delle rete, probabilmente a Cassa Depositi e Prestiti, provocherà sensibili cambiamenti nella struttura azionaria.

TELECOM ITALIA: SCORPORO RETE IN 18 MESI

In base alle ultime stime effettuate da alcuni broker, la rete d’accesso avrebbe un valore che si aggira intorno ai 14 miliardi di euro, con 2,3 miliardi di euro di ebitda e 6 volte l’ev/ebitda. Le attività retail sarebbero 3,1 volte l’ebitda. Secondo Kepler Cheuvreux, il regolatore italiano delle telecomunicazioni (Agcom) deciderà sullo scorporo della rete entro fine 2013. Il broker ritiene che Telecom Italia abbia già intavolato trattative con Cdp e il governo su quello che sarà il nuovo perimetro degli asset e la governance. Dallo spin-off della rete non dovrebbe, però, esserci alcun impatto sul debito, che resta uno dei grandi problemi del gruppo telefonico.

Telecom Italia punta a ridurre i debiti fino a 27 miliardi di euro entro fine anno, attraverso maggiori incassi dai crediti vantati nei confronti della pubblica amministrazione e con un maggiore taglio delle spese. Il broker transalpino sottolinea che il gruppo potrebbe risparmiare altri 450 milioni di euro all’anno, nel caso in cui il dividendo venisse azzerato. Tuttavia non viene completamente esclusa la possibilità di assistere in futuro a un rafforzamento di capitale.

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