In deciso calo le scorte di caffè dell’Indonesia

Le spedizioni di caffè dall’Indonesia, più precisamente dall’isola di Sumatra (nella parte meridionale del paese asiatico), sono calate di ben quaranta punti percentuali nel corso del mese di marzo. La performance negativa in questione è dovuta soprattutto al fatto che le scorte sono esaurite, non certo un evento da trascurare, visto che si sta parlando della principale regione per quel che riguarda le coltivazioni della commodity in quello che è il terzo produttore al mondo (vedi anche In calo la produzione di caffè robusta del Vietnam).

In calo la produzione di caffè robusta del Vietnam

Il raccolto di caffè del Vietnam, maggior grossista al mondo della qualità robusta (quella utilizzata dal colosso svizzero Nestlè per i suoi instant drink), potrebbe scendere fino al suo livello più basso degli ultimi otto anni: il motivo consiste nella siccità che ha colpito le zone più importanti in questo senso della nazione asiatica, un fenomeno che ha provocato un forte aumento dei prezzi, come non avveniva dal 2011 per la precisione (vedi anche Futures: caffè robusta in deciso rialzo a Londra). La produzione della commodity alimentare è destinata a scendere di oltre trenta punti percentuali, almeno fino a un milione di tonnellate.

Commodity migliori e peggiori del 2012

Nel 2012 le principali commodity hanno evidenziato rialzi modesti. Tuttavia, se si osserva l’andamento della media annuale della principale materia prima energetica mondiale e delle più importanti materie prime agricole ci troviamo dinanzi a rincari record. Il petrolio Brent ha chiuso il 2012 con un rialzo molto contenuto del 2,8%. Tuttavia, la quotazione del greggio del Mar del Nord ha mostrato una chiusura d’anno sopra 111 dollari al barile, ovvero la media annuale più alta di tutti i tempi. Inoltre, per il greggio europeo si tratta del quarto anno consecutivo di rincari.

A New York futures su caffè e zucchero in calo

L’Intercontinental Exchange di New York ha assistito al sostanziale rallentamento dei contratti futures collegati alle performance del caffè, una delle principali “soft commodities” in questo senso: le perdite, comunque, hanno riguardato anche gli stessi strumenti finanziari che osservano da vicino l’andamento del cacao, mentre lo zucchero ha fatto registrare dei cambiamenti appena percettibili. Facciamo dunque un po’ d’ordine. Per quel che riguarda il caffè, c’è da dire che la qualità arabica è scesa in maniera decisa, anche se si tratta di un livello superiore al minimo degli ultimi diciassette mesi. Entrando maggiormente nel dettaglio finanziario, c’è da dire che le spedizioni di maggio hanno subito un calo di 0,4 punti percentuali (settantacinque centesimi di dollaro in meno), raggiungendo in questa maniera quota 1,82 dollari la libbra.

Futures: le ultime quotazioni di zucchero, caffè e cacao

L’accordo per il nuovo prestito da 130 miliardi di euro destinato alla Grecia si è fatto sentire anche a livello di contrattazioni presso l’Intercontinental Exchange di New York: di quali performance sono stati capaci i principali contratti futures? I riferimenti più importanti devono andare necessariamente alle commodities più dolci, vale a dire zucchero, caffè e cacao. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che zucchero e cacao hanno subito un rialzo importante, mentre il caffè è rimasto sostanzialmente invariato. In particolare, c’è da sottolineare come i futures relativi alla qualità robusta della celebre bevanda non hanno subito grandi modifiche di sorta.

La produzione di caffè fa crollare i futures sulla qualità arabica

I contratti futures collegati al caffè qualità arabica sono scesi al loro livello più basso dell’ultima settimana, una chiara testimonianza che le scorte internazionali si sono accresciute: al contrario, gli stessi strumenti finanziari in questione, ma collegati al cacao e allo zucchero, hanno subito un rialzo importante. Tornando però a parlare del caffè, però, c’è da dire che la produzione sarà pari a 132,4 milioni di bustine, un dato che si riferisce alla stagione che è cominciata lo scorso mese di ottobre; tra l’altro, l’aumento rispetto alle stime di dicembre è stato superiore ai 3,8 milioni di unità, così come annunciato ufficialmente nei giorni scorsi dalla International Coffee Organization.

Caffè: futures in rialzo grazie al dollaro più debole

Le contrattazioni di ieri dei futures che osservano da vicino le performance del caffè sono state improntate decisamente al rialzo: dopo ben due giorni consecutivi di declino, finalmente si è assistito a un’inversione di tendenza, grazie soprattutto agli ultimi dati sull’economia americana, ma anche agli accordi stabiliti dai leader dell’Unione Europea nel loro ultimo meeting. L’aumento dei contratti in questione si riferisce all’Intercontinental Exchange di New York, piazza che ha assistito al +1,65% della qualità arabica e delle sue spedizioni del mese di dicembre (l’attuale quotazione è giunta fino a 2,3612 dollari la libbra).

Commodities: il prezzo del caffè negli ultimi 40 anni

Il mercato delle Commodities ha due grandissimi vantaggi; il primo dedicato esclusivamente a chi fa’ analisi grafica ed è quello di disporre dati di lunghissimo periodo che aiutano nelle analisi e nella caratterizzazione dei prodotti finanziari, consentendo di rilevare ciclicità e livelli storici. Il secondo, più importante e di interesse collettivo, è quello della solidità; materie prime, come metalli, hanno dalla loro il vantaggio di essere sempre quotati, offerti e richiesti con costanza ed il prezzo, anche se possono succedere eventi straordinari, è più stabile rispetto all’azionario.

Commodities: volano i futures su zucchero e caffè

La qualità arabica del caffè è salita fino ai suoi massimi livelli di prezzi degli ultimi quattordici anni: il grande exploit della commodity alimentare è stato sicuramente favorito dalle condizioni climatiche avverse che stanno minacciando i raccolti della Colombia, maggior produttore al mondo subito dopo il Brasile. Al contempo, lo zucchero è stato protagonista di un buon guadagno, mentre il cacao è declinato. Il ministero colombiano dell’agricoltura ha annunciato pubblicamente i possibili danni che potrebbero essere arrecati alle coltivazioni nei prossimi mesi: tra l’altro, le piantagioni sono state rovinate in maniera evidente dalla pioggia insistente, nonostante gli esperti abbiano candidamente ammesso che il peggio deve ancora arrivare.

Futures: caffè in rialzo grazie alle minori esportazioni

New York ha assistito all’irresistibile ascesa del caffè come commodity finanziaria: il prodotto alimentare è riuscito infatti a beneficiare della crescente speculazione in merito alla capacità delle esportazioni di mantenere gli attuali livelli, con evidenti limitazioni per le nuove scorte. Allo stesso modo, anche lo zucchero è riuscito ad avanzare in maniera decisa. Secondo quanto stimato dall’International Coffee Organization, l’export in questione è aumentato da 37,1 a 42,3 milioni di sacchi, mentre le spedizioni relative al mese di febbraio sono aumentate addirittura di quindici punti percentuali rispetto a un anno prima. La ridotta disponibilità di caffè da parte del Brasile ha fatto incrementare ulteriormente la speculazione a cui si faceva riferimento in precedenza.

Caffè: i futures tornano agli alti livelli del 1997

Le meraviglie del caffè non sono ancora finite: la commodity alimentare prosegue infatti imperterrita il proprio rally, tanto che i livelli raggiunti sono praticamente identici ai picchi del 1997. Questo rialzo così sorprendente è stato favorito soprattutto dalla domanda globale, di gran lunga superiore alla produzione, visto che gli investitori hanno sottoscritto azioni su azioni relative alle principali aziende del settore, vale a dire Starbucks Corporation e Green Mountain Coffee Roasters. È proprio quest’ultima società che si è caratterizzata ampiamente in positivo, con un trading piuttosto sostanzioso, addirittura al di sopra di qualsiasi altra azienda che fa parte dell’indice Standard & Poor’s 500.

Caffè arabica, quotazioni da record: gli investimenti sfruttano il rally

L’arabo certamente sempre è il caffè migliore”: così Carlo Goldoni descriveva il gustoso e prezioso bene nel 1753 nella sua commedia “La sposa persiana” e si tratta di una frase che calza perfettamente a pennello per commentare l’attuale situazione finanziaria della commodity. In effetti, è soprattutto la speculazione e le attività dei soggetti in essa coinvolti a farla da padrona per quel che riguarda proprio le quotazioni del caffè, in particolare la nota qualità arabica, la quale è riuscita a porre in essere la sua migliore performance da oltre dodici anni, in termini di livelli massimi. L’Intercontinental Commodity Exchange sta dunque beneficiando di questo andamento più che positivo, visto che il caffè è riuscito a chiudere la settimana appena terminata a quota 19,57 centesimi per libbra, in rialzo di 1,9 punti percentuali.

Futures e materie prime: quanto durerà il rally del caffè?

fondi_caffe_concime_design_sistemico_estrazione_lipidi_lavazza_politecnico_torino_design_sistemico_fondi_caffe_concime_1Il mercato delle materie prime viene destato e tenuto ben sveglio dalle contrattazioni relative al caffè: in effetti, i contratti futures su uno dei beni alimentari più importanti a livello internazionale hanno fatto registrare delle performance più che positive, un’onda lunga che non cessa di trasmettere i propri benefici a qualsiasi comparto, non ultimo quello della qualità arabica dello stesso caffè. Le conseguenze più evidenti sono quelle relative al Liffe (la piazza in cui sono scambiati appunto i futures), dove la commodity è riuscita a ottenere un rialzo di quasi sei punti percentuali, raggiungendo l’interessante quota di 1.560 dollari per tonnellata. Entrando nel dettaglio, c’è da dire che lo strumento finanziario quotato sul caffè ha potuto contare su una scadenza con un valore pari a 36 dollari, anche se gli analisti hanno fatto notare che tale livello vuole sottintendere una carenza di merce nel breve termine. I mercati più in difficoltà nel momento attuale sono quelli del Vietnam, Indonesia e Uganda (nel paese africano sono state addirittura tagliate le stime sull’esportazione del prodotto).