Stm rating tagliato da S&P a BBB

Giornata negativa a Piazza Affari per il titolo STMicroelectronics, che paga il downgrade di Standard & Poor’s. L’agenzia di rating ha deciso di abbassare il giudizio sul merito di credito del colosso dei chip a BBB da BBB+, confermando l’outlook negativo. Ciò vuol dire che l’agenzia di rating ha lasciato aperte le porte per eventuali nuovi downgrade nei prossimi mesi. A Piazza Affari le azioni del gruppo italo-francese mostrano una perdita dello 0,76% a 5,255 euro, in una giornata complessivamente positiva per le borse grazie al possibile accordo sul fiscal cliff negli Stati Uniti.

Secondo gli esperti di S&P, il gruppo attivo nel settore dei semiconduttori evidenzierà ricavi, ebitda e cash flow significativamente al di sotto delle precedenti previsioni sia nel 2012 che nel 2013. L’outlook negativo potrebbe portare a nuovi declassamenti, soprattutto se l’uscita dalla joint venture St-Ericsson dovesse avere un impatto negativo sulla posizione finanziaria netta del gruppo, che al 30 settembre scorso era pari a 1,6 miliardi di dollari. Secondo gli specialisti di S&P per ora l’indebitamento del gruppo resta sotto controllo.

L’uscita dalla jv St-Ericsson dovrebbe concretizzarsi entro il primo trimestre del 2013, come previsto dal nuovo piano industriale. Altri punti focali del piano sono il raggiungimento di un margine operativo del 10% entro il 2014 e la riorganizzazione della strategia di impresa, con maggiore enfasi sulla riduzione del rischio societario e sulla focalizzazione nel segmento dei chip per l’automotive e per il Sense&Power. La bocciatura di S&P fa seguito a quella avvenuta solo pochi giorni fa con il downgrade di Moody’s, che ha abbassato il rating a Baa2 da Baa1 con outlook stabile.

La decisione di Moody’s è stata giustificata dall’impatto modesto rispetto alle attese del miglioramento delle attività interamente controllata da Stm e della joint venture St-Ericsson. L’agenzia di rating sottolinea che la decisione di uscire dalla jv è positiva e avrà un impatto positivo sulla posizione finanziaria del gruppo, ma fin quando ciò non avverrà concretamente ci saranno sempre pressioni sui margini operativi.

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