Il Ruanda tenta di modernizzarsi coi suoi primi eurobond

20100729_rwanda-flag_23Il Ruanda, piccolo paese dell’Africa orientale tristemente celebre per la guerra civile che lo ha sconvolto negli ultimi anni, sta provando a modernizzarsi dal punto di vista economico (vedi anche Investire in Africa: i consigli di Ubs). In effetti, il governo di Kigali ha annunciato la pianificazione di una vendita di eurobond. Non si tratta di una offerta come un’altra, visto che per la nazione del “continente nero” è un debutto assoluto, con l’importo scelto che è pari a quattrocento milioni di dollari. Potrà davvero accelerare l’economia interna in questo modo.

Come è stato reso noto, gli istituti di credito scelti per la gestione dei bond saranno Bnp Paribas e Citigroup. In aggiunta, queste stesse banche andranno a coinvolgere gli investitori che si trovano in Asia, in Europa e negli Stati Uniti. La convinzione degli economisti e degli analisti finanziari è che vi potrà essere un forte interesse in tal senso, in primis da coloro che sono soliti puntare sugli indici legati ai mercati emergenti. Il rendimento, poi, è senza dubbio appetibile. Sono passati meno di due decenni dal genocidio che ha provocato la morte di circa 800mila cittadini ruandesi.

Ora, invece, il presidente Paul Kagame sta tentando di potenziare i collegamenti infrastrutturali del paese e le sue scorte energetiche, senza dimenticare la promozione del commercio regionale (soprattutto tè e caffè). Gli obiettivi in questione dovranno essere raggiunti entro il 2020. L’economia del Ruanda è destinata ad espandersi di circa otto punti percentuali quest’anno, una performance migliore rispetto a quella del 2011 (+7,4%), oltre che doppia rispetto a quella di paesi confinanti come il Burundi e l’Uganda. Duecento milioni della vendita saranno sfruttati per ripagare i prestiti dei piani di sviluppo finora implementati, mentre altri 150 milioni saranno utili per lo stabilimento idroelettrico. Infine, non bisogna dimenticare la vendita da parte del governo di azioni relative a compagnie statali, attive soprattutto in agricoltura e nei trasporti.

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