Politiche di austerity verso l’addio

euroIl periodo di austerità sembra essere agli sgoccioli, e anche i più assidui sostenitori della rigidità di bilancio (i tedeschi) stanno lentamente cedendo sotto i colpi delle principali istituzioni internazionali. Lo stesso commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha infatti aperto alla possibilità di un bilancio meno inflessibile, pur ribadendo la necessità di un consolidamento dei risultati, necessario ed essenziale.

Insomma, alla luce delle dichiarazioni di Rehn e di altri alti rappresentanti delle istituzioni europee, sembra proprio che i Paesi possano finalmente tirare un sospiro di sollievo e allentare gradualmente le proprie morse sui conti pubblici. Lo stop all’austerity – pur pronunciato con differenti gradi di intensità – è di fatti giunto quasi congiuntamente da Bce, Fmi e Commissione Ue, desiderose di ridare una speranza ai Paesi più soggetti alla dura legge del bilancio.

Tuttavia, guai a non interpretare questo messaggio di distensione come una sorta di lasciapassare per nuove esagerazioni. “Rallentare il consolidamento è ora possibile grazie agli sforzi fatti dai Paesi in difficoltà, dall’impegno della Bce e dalle politiche di bilancio credibili” – dichiarava infatti poche ore fa il commissario Rehn, che poi sottolinea la propria apertura: “ora è possibile compiere sforzi meno aggressivi”.

Su quali siano le ulteriori aperture concesse dalle istituzioni internazionali, vi sono pochi dubbi. Già a fine maggio sarà infatti decisa la proroga dei termini temporali che la Francia potrà fruire per rientrare dal deficit, e contemporaneamente (o quasi), dovrebbe essere chiusa la procedura per deficit eccessivo contro l’Italia: a quel punto, il nuovo governo Letta potrebbe cogliere l’occasione per allargare i cordoni della spesa pubblica, come già previsto dal patto di stabilità (qui Jp Morgan prevede nuovo livello tassi Btp con governo Letta).

Ed è proprio la Bce a sostenere questa ipotesi: “Il consolidamento di bilancio deve continuare ma come ha detto Rehn oggi, dopo tutto quello che è stato fatto ora si può cambiare passo e rallentare” – ha chiosato il vice presidente della Banca centrale Vitor Constancio.

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