Politiche di austerity verso l’addio

euroIl periodo di austerità sembra essere agli sgoccioli, e anche i più assidui sostenitori della rigidità di bilancio (i tedeschi) stanno lentamente cedendo sotto i colpi delle principali istituzioni internazionali. Lo stesso commissario agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, ha infatti aperto alla possibilità di un bilancio meno inflessibile, pur ribadendo la necessità di un consolidamento dei risultati, necessario ed essenziale.

Moody’s stima crescita stagnante in Europa nel 2013

L’agenzia di rating Moody’s ha diffuso questa mattina l’ultimo rapporto sugli scenari globali, evidenziando i rischi per l’area euro dovuti alla debolezza dell’economia dei paesi periferici. Secondo gli esperti dell’agenzia, se Italia e Spagna mostreranno ancora cali del pil fino al 2015 l’impatto negativo sull’intera zona euro sarà enorme. Moody’s ritiene che il rischio sia quello di assistere a nuovi incrementi record della disoccupazione a livello europeo, che metterebbe in pericolo il già fragile equilibrio politico raggiunto finora dai leader continentali. Moody’s si aspetta per quest’anno una crescita stagnante nella zona euro.

Italia presto fuori dalla crisi – Monti

L’Italia uscirà presto dalla crisi. E ancora, la ripresa c’è ma non si vede: è dentro di noi. Due dichiarazioni che il premier Mario Monti, in versione straordinariamente ottimista, ha elaborato in una recentissima intervista concessa a Tg Norba 24, dove conferma le prospettive di un recupero dell’economia e della produttività italiana, ricordando come appena un anno fa il Paese abbia rischiato di essere concretamente travolto dalla crisi finanziaria, esattamente come accaduto alla Grecia. Oggi, invece, il tricolore può essere issato tra i Paesi che decidono. Ma è davvero così?

Futuro Europa secondo Barroso

Il presidente della Commissione Ue Josè Barroso, intervenuto durante il recente seminario svoltosi all’Aja, si è espresso in maniera piuttosto netta circa il futuro dell’Europa. Il presidente ha definito l’attuale periodo come un “momento in cui o la va o la spacca”, dichiarando altresì che qualsiasi decisione sarà intrapresa in queste ore sarà “determinante per il futuro e per superare la crisi di credibilità che l’ha colpita”. Ma quale sarà il futuro del vecchio Continente? Cerchiamo di comprendere più nel dettaglio quali siano le considerazioni effettuate da Barroso, e cosa potrebbe realmente accadere nei prossimi mesi.

Unione fiscale e politica

Con parziale sorpresa, la Germania ha posto un nuovo obiettivo in Eurozona: costruire, in maniera univoca, le tappe che conducono a una unione fiscale completa. Uno step indispensabile, stando a quanto ritiene la cancelliera Angela Merkel, per poter compiere una vera integrazione politica nel vecchio Continente, usando come modello di autonomia quello già da tempo applicato negli Stati Uniti. E ancora, creazione di un bilancio federale, maggiore indipendenza da parte della Banca Centrale Europea e tanto, tanto altro ancora, in una nuova era di rapporti tra le nazioni.

Incontro Merkel – Samaras

La cancelliera tedesca Angela Merkel cerca la quadratura del cerchio nella gestione della crisi greca. “Vorrei che la Grecia resti nell’euro” – ha dichiarato infatti la Merkel, per poi aggiungere tuttavia che “ci aspettiamo che attui gli impegni presi e che alle parole seguano i fatti”. Pronta la risposta del premier greco Antonis Samaras, che rimane sulle sue posizioni, ribadendo come la Grecia riuscirà a farcela, ma come ad Atene occorra più tempo. Negoziati che non hanno prodotto nessun risultato, in attesa della pubblicazione dei report da parte della troika.

Crisi Grecia, Germania accorcia i tempi

Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Scheuble è tornato a intervenire sul fronte della crisi greca, ricordando come “più tempo non sia la soluzione ai problemi”, in riferimento a quanto domandato dal primo ministro di Atene Antonis Samaras, che sta attualmente concludendo il suo giro di negoziati nel vecchio Continente per cercare di ottenere due anni in più per applicare il piano di risanamento indotto dalla troika. Secondo il ministro tedesco l’Eurozona avrebbe già raggiunto il limite “sostenibile economicamente” per aiutare la Grecia.

Crisi Grecia, il tempo è scaduto

Il premier greco Antonis Samaras continua ad esser protagonista indiscusso della settimana. Il primo ministro di Atene sta infatti conducendo una serie di colloqui con i massimi esponenti politici e monetari del vecchio Continente, al fine di ottenere più tempo per applicare le riforme richieste dalla troika. Tuttavia, almeno per il momento, i sostanziali negoziati non sembrano esser arrivati a un punto di svolta, e le voci oppositrici – che  vorrebbero un atteggiamento più netto e duro dell’Europa nei confronti della Grecia – continuano ad aumentare.

Pil Eurozona – Italia giugno 2012

Deludono ancora i dati macroeconomici dell’Eurozona. Nell’area che ha adottato la valuta unica, infatti, il prodotto interno lordo continua a calare, confermando le sembianze di una recessione pressochè continentale. Ancor peggio i dati della produzione industriale, che dopo il rialzo del mese di maggio affonda con una percentuale drammaticamente non troppo distante dalla doppia cifra. Cerchiamo di comprendere come sta evolvendo l’economia dell’Eurozona, alla luce degli ultimi dati ufficiali forniti e pubblicati dall’istituto Eurostat.

Grecia supera Spagna nella disoccupazione Giovani

Allarme disoccupazione; in tutta Europa ci sono sempre meno posti di lavoro e le ripercussioni nel breve e nel lungo termine potrebbero avere risvolti catastrofici. La Grecia supera la Spagna sulla disoccupazione giovanile, con un dato spaventoso pari al 52,7% tra gli under 25. Nella disoccupazione generale “primeggia” ancora la Spagna con il 24,3%  confermato a Maggio 2012. Ad aprile secondo l’Eurostat, i giovani disoccupati erano pari a 5426 milioni, con differenze marcate tra gli stati (in Germania ad esempio il dato è pari al 7.9%).

I dati dell’Eurostat mettono ancora una volta in evidenza uno dei pilastri fondamentali della crisi attuale; insieme ai problemi legati al credito (che in qualche modo derivano sempre dall’occupazione) quello della disoccupazione è il secondo punto cardine da risolvere per rilanciare l’Eurozona.

Crisi in Spagna, crollano i consumi

Dopo il fallimento sfiorato di Bankia, salvata grazie alla nazionalizzazione seguita da un programma di ricapitalizzazione sembrava che i problemi della Spagna si fossero arginati al settore bancario e fosse li che doveva concentrarsi l’azione dei vertici. In realtà la crisi Spagnola è a 360° e un’azione mirata del Governo (o degli aiuti) non può risollevare il Paese dalla situazione in cui si trova ora.

Nel Paese con il differenziale sul decennale oltre i 500 punti (che, ricordiamo, è condizionato dalla paradossale situazione del Bund tedesco) i problemi riguardano sopratutto i consumi; le vendite al dettaglio hanno visto una flessione prossima al 9,8%, ma gli analisti lanciano l’appello; bisogna leggere con cautela i dati e guardare il contesto.

In un Paese con la disoccupazione al 25% è praticamente scontato che si debba registrare un calo dei consumi, sopratutto se le misure per la crescita ed il rilancio economico non hanno trovato spazio negli ultimi tempi e l’azione del Governo si è dovuta concentrare sulle manovre di emergenza piuttosto che su un piano per il futuro.

Spagna in recessione, taglio al rating di 9 banche

La Spagna entra ufficialmente in fase di recessione. La pubblicazione del PIL trimestrale conferma il sentore degli investitori, che scontavano ormai già da diverso tempo la notizia della recessione di Madrid. Il PIL relativo al primo trimestre del 2012 è sceso dello 0.3% contro le attese di 0.4%. Su base annuale invece si parla di un -0.4% contro uno 0.5% previsto; le aspettative ribassiste sono quindi state riviste al rialzo, ed anche se il dato è nel complesso negativo la risposta del mercato è positiva, visto che questo già scontava delle previsioni peggiori.

LA CRISI ECONOMICA SPAGNOLA

Dal 2008 la Spagna alterna fasi di recessione a fasi di “crescita atona” con una disoccupazione costantemente in crescita e la situazione viene riassunta dall’istituto nazionale di statistica, che riassume così i dati raccolti:

l’andamento dell’economia è la conseguenza della performance della domanda nazionale, compensata solo parzialmente dal contributo positivo della domanda estera

Debito pubblico record in Spagna

Torna la paura dei debiti sovrani? Forse si. la BCE e tutta l’Unione Europea ha appena iniziato a risolvere, forse in via definitiva finalmente, la crisi della Grecia, approvando i piani di aiuti e chiedendo in cambio delle riforme precise, e fino a qualche minuto fa’ sembrava che tutto andasse per il meglio. Proprio nel momento in cui l’Euro abbassa la guardia arriva invece una nuova minaccia ed ha un nome già conosciuto: Spagna. Il debito pubblico sfiora il nuovo record; il rapporto tra debito pubblico e PIL è salito oltre il 68.5% rispetto al 61.2% nello stesso periodo dell’anno precedente.

A dire il vero anche in questo senso nessuno si aspettava un miglioramento, ma la notizia supera comunque le stime precedenti e rimette in gioco le precisioni. Alla luce dei nuovi dati il debito pubblico è previsto in salita per tutto il 2012.

Merkel frena l’entusiasmo dopo LTRO

La Merkel non abbassa la guardia ed invita a mantenere alta l’attenzione; anche se l’iniezione di liquidità da 530 miliardi di euro nel sistema bancario dell’Eurozona è andata a buon fine ed ha fatto tirare un respiro di sollievo la Cancelliera Tedesca ricorda all’Eurozona che questo era l’ultimo intervento in programma dalla BCE ed ora anche se la fase di crisi sta rallentando bisogna consolidare i risultati raggiunti e non abbassare la guardia.

L’attenzione si sposta sulla costituzione del Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM) su cui si fa’ pressione per accelerare i tempi di realizzazione; l’idea attuale non è solo recuperare la stabilità persa ma anche evitare che in futuro si arrivi nuovamente a situazioni simili e sfuggano dal controllo.

L’intesa tra i rappresentanti di 25 Stati dell’Unione Europea si concretizza in un patto firmato oggi a Bruxelles che la Merkel non esita a definire “storico”: