Crisi Grecia, il tempo è scaduto

Il premier greco Antonis Samaras continua ad esser protagonista indiscusso della settimana. Il primo ministro di Atene sta infatti conducendo una serie di colloqui con i massimi esponenti politici e monetari del vecchio Continente, al fine di ottenere più tempo per applicare le riforme richieste dalla troika. Tuttavia, almeno per il momento, i sostanziali negoziati non sembrano esser arrivati a un punto di svolta, e le voci oppositrici – che  vorrebbero un atteggiamento più netto e duro dell’Europa nei confronti della Grecia – continuano ad aumentare.

In una intervista rilasciata al giornale tedesco Bild, il premier greco spiega che il proprio Paese chiede “soltanto un po’ più di respiro per far girare l’economia e aumentare gli introiti statali. Più tempo non significa automaticamente più soldi”. Un appello che non sembra aver convinto le controparti: su tutte, piuttosto netta e dura è stata la replica del ministro delle finanze olandese Jan Kees de Jager, che si è detto completamente contrario a una proroga dei termini del piano di risanamento della Grecia, ricordando come “non sia una buona idea ritardare le riforme e i tagli di bilancio”.

Una posizione che rischia di acuire le tensioni all’interno dell’Eurozona, proprio quando Samaras è impegnato nel bel mezzo di una serie di trattative e di colloqui per convincere i “colleghi” – e in particolar modo il presidente francese Francois Holland e la cancelliera tedesca Angela Merkel – a concedere un po’ di dilazioni temporali (nonostante le premesse di stop rinvii piano austerity Grecia).

Samaras ha spiegato che il Paese “sta facendo progressi, sta riducendo il numero complessivo dei dipendenti pubblici”, ed ha prospettato “presto un servizio pubblico ridimensionato, in miglior salute e decisamente più efficiente”. Una uscita dall’euro per la Grecia sarebbe una catastrofe, ha poi precisato Samaras, poiché “ci sarebbero almeno cinque anni di recessione e la disoccupazione salirebbe al 40% (qui il focus: Euro in dubbio secondo Schaueble). Un incubo per la Grecia: crollo economico, dramma sociale e una crisi senza precedenti nella democrazia”. Parole che, almeno per il momento, non sembrano aver colpito nel segno.

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