Crisi Grecia, Germania accorcia i tempi

Il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Scheuble è tornato a intervenire sul fronte della crisi greca, ricordando come “più tempo non sia la soluzione ai problemi”, in riferimento a quanto domandato dal primo ministro di Atene Antonis Samaras, che sta attualmente concludendo il suo giro di negoziati nel vecchio Continente per cercare di ottenere due anni in più per applicare il piano di risanamento indotto dalla troika. Secondo il ministro tedesco l’Eurozona avrebbe già raggiunto il limite “sostenibile economicamente” per aiutare la Grecia.

Intervistato da Le Monde, il premier greco non ha certamente atteso tanto per controbattere alle insinuazioni tedesche. “Voglio cancellare l’idea che la Grecia è e sarà un problema. Sono qui per risolverlo” –  ha affermato il premier ellenico (qui un approfondimento: Crisi Grecia, il tempo è scaduto) – “Ma abbiamo bisogno di aria per riprendere a respirare. Non discutiamo le finalità del programma di riassetto. Vogliamo solo essere sicuri di raggiungerli mantenendo la coesione sociale”. In caso contrario, prosegue Samaras, “gli sconvolgimenti sociali potrebbero divenire molto contagiosi e una nostra uscita dall’Euro diventerebbe un incubo geopolitico che oltrepasserebbe le frontiere greche”.

Intanto, l’eurozona affronta i suoi principali appuntamenti con le pubblicazioni macroeconomiche, l’indice pmi composito sulla produzione nell’eurozona è risultato pressochè invariato in agosto, a 46,6 punti, rispetto a luglio, a 46,5 punti. Considerato che il mese ha altresì segnato la settima contrazione consecutiva del settore privato nell’euroregione, tutto sembra suggerire anche il terzo trimestre 2012 si chiuderà in recessione.

Dall’altra parte dell’Oceano Atlantico la Federal Reserve sembra esser sempre più propensa a intervenire sull’economia internazionale. La banca centrale Usa potrebbe giocare un ruolo determinante nello stimolo della produttività, e nei prossimi giorni potrebbero esserci importanti novità in merito. Intanto, dopo i dati sulle domande di sussidio di disoccupazione negli Usa, che nella settimana passata hanno evidenziato un incremento di 4 mila unità, contro attese di un decremento di 3 mila unità, le borse internazionali hanno reagito negativamente.

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