Aumento capitale Rcs – opposizione Della Valle e Benetton

rcsIl preannunciato aumento di capitale di Rcs non sembra incontrare il gradimento atteso. Con due lettere inoltrate al consiglio di amministrazione del gruppo editoriale, infatti, due dei principali azionisti di riferimento di Rcs Mediagroup hanno espresso il loro dissenso nei confronti della transazione, aprendo di fatto una breccia che rischia di allargarsi ulteriormente, andando a minare la solidità dell’operazione e i suoi auspici per il futuro.

 Le missive, a firma di Diego Della Valle (8,695 per cento di capitale sociale) e dei Benetton (5,1 per cento di capitale sociale), entrambi azionisti fuori dal patto di sindacato (58 per cento del capitale sociale), conteneva un messaggio chiaro e univoco: la comunicazione ufficiale del voto contrario in riferimento all’aumento da 600 milioni di euro complessivi, la cui prima tranche (400 milioni di euro) dovrebbe esser lanciata a metà giugno.

A questo punto il fronte della “anti ricapitalizzazione” della società arriva a toccare quasi il 14 per cento del capitale, e potrebbe costituire altresì una base di allargamento ulteriore nel corso delle prossime settimane. Stando a quanto riepilogava il quotidiano Milano Finanza, ad esempio, Merloni (2 per cento del capitale sociale, ancora dentro il patto di sindacato) si era detto “non favorevole”. Poco entusiasta anche la famiglia Pesenti (7,747 per cento del capitale sociale). L’attesa è tuttavia concentrata a cosa fare il primo socio, la famiglia Rotelli (16,55 per cento) che tuttora non ha sciolto le riserve e – proseguono le indiscrezioni del quotidiano finanziario – potrebbe decidere di non aderire (pochi giorni fa ci domandavamo se fosse utile comprare azioni Rcs o Mondadori).

“Il piano di rafforzamento patrimoniale ha già il sostegno di gran parte del sindacati di blocco (43%), con gli azionisti Fiat e Intesa Sanpaolo pronti a sottoscrivere l’eventuale inoptato. A dar supporto al patto ci sono le ba che creditrici: il consorzio di garanzia è pronto a sottoscrivere fino al 41,7% dell’aumento di capitale” – conclude MF.

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