Stati Uniti: operatori pensano a nuova piattaforma per i futures

trading1Gli operatori statunitensi di Borsa stanno analizzando e ponderando con la massima attenzione un nuovo modello che sia in grado di contenere le oscillazioni di prezzo che troppo spesso si verificano nei mercati futures: la proposta dovrebbe giungere direttamente da BATS Global Markets, la quale si è impegnata ad andare oltre l’attuale regime americano, puntando a un sistema in cui gli investitori possano mantenere intatto il loro trading e, al contempo, limitare i movimenti dei prezzi dei contratti. Secondo alcuni dirigenti della stessa società, anche altri operatori sono d’accordo nel rendere concreta tale idea, che, una volta realizzata, rappresenterebbe una fondamentale svolta nel mondo degli investimenti. Quali misure bisogna attendersi allora? L’obiettivo principale è quello di implementare un modello che riesca a mitigare situazioni non molto piacevoli come quella che si è verificata lo scorso 6 maggio, quando il Dow Jones Industrial Average ha perso addirittura centinaia di punti base in una manciata di minuti.

 

Azionario Giappone, Usa ed Eurozona: investire con gli Etf

etf-usa-giappone-eurozonaCome investire con gli Etf sull’azionario di Paesi come il Giappone, gli Stati Uniti o l’Europa? Ebbene, al riguardo sul circuito di Borsa Italiana S.p.A. sono quotati, tra gli altri, tre specifici Etf emessi da Lyxor International Asset Management S.A. che investono sull’azionario dei Paesi sopra citati. Per l’Europa c’è il Lyxor Etf Euro Stoxx 50, con codice ISIN FR0007054358, e commissione totale annua di gestione pari allo 0,25%; in data odierna l’Etf indicato ha chiuso con un prezzo ufficiale di 26,19 euro rispetto ad un massimo annuale di 30,67 euro toccato l’11 gennaio 2010, ed un minimo annuo di 25,27 euro toccato lo scorso 25 maggio 2010. Per gli Stati Uniti c’è invece il Lyxor Etf Msci Usa, con codice ISIN FR0010296061, e commissione totale annua di gestione pari allo 0,35%; in data odierna l’Etf indicato ha chiuso con un prezzo ufficiale di 84,91 euro rispetto ad un massimo annuale di 89,43 euro toccato il 13 maggio 2010, ed un minimo annuo di 73,73 euro toccato lo scorso 5 febbraio 2010.

Investire nel cotone? Le scorte sono ancora troppo basse

st_cotoneCome vuole una lunga tradizione, è il mercato asiatico quello in cui viene maggiormente scambiato il cotone: c’è però da dire che, nonostante un evidente recupero delle quotazioni, favorito senza dubbio dalle piazze orientali, l’Ice di New York (Intercontinental Cotton Exchange) ha assistito a una brusca frenata della lunga serie di sessioni negative (ben nove consecutive negli ultimi mesi), ma non ci troviamo ancora a livelli accettabili per un investimento sicuro, visto che attualmente la quotazione ammonta a 78 centesimi di dollaro per ogni libbra che viene scambiata. Il record degli ultimi due anni è ancora distante (84,26 centesimi nel 2008), ma qualcosa di confortante sta avvenendo dal lato dei consumi e delle scorte.

 

Conosciamo meglio i Cfd, i Contracts for difference

electronic-money-tradingLa sigla Cfd fatica ancora a diventare di uso comune tra i principali azionisti dei mercati finanziari: eppure, i Contracts for difference consentono di investire su molti tipi di prodotti, tra cui i titoli azionari, le materie prime e le principali monete del sistema valutario internazionale. Chiunque fosse appassionato di trading online non può comunque mettere completamente da parte lo strumento in questione, vista soprattutto la sua relativa facilità di uso. Entrando nel dettaglio, occorre precisare che il funzionamento dei Cfd può essere spiegato in modo piuttosto agevole; in effetti, non si tratta altro che di contratti posti in essere tra due parti, le quali scambiano tra di loro il flusso finanziario che deriva dal differenziale tra i prezzi di un’attività finanziaria sottostante al suo momento di apertura e a quello di chiusura.

 

Indesit Company: approvato piano investimenti triennale

indesitIl Consiglio di Amministrazione di Indesit Company, il leader italiano ed europeo dei grandi elettrodomestici, ha approvato in data odierna, mercoledì 9 giugno 2010, un piano di consolidamento che vede il rafforzamento della presenza industriale della società nel nostro Paese a fronte, dall’anno 2010 e fino all’anno 2012, di investimenti per complessivi 120 milioni di euro; il tutto attraverso l’avvio di un processo di accorpamento per alcune produzioni dal Nord al Centro-Sud. Il piano di investimenti, presentato dal management di Indesit Company, punta in particolare a rafforzare la centralità dell’Italia per la società in merito all’innovazione di prodotto e di processo, ed alla ricerca al fine di rilanciare la competitività degli stabilimenti. In accordo con quanto recita una nota ufficiale emessa dalla società, il Consiglio di Amministrazione ha considerato il piano di rilancio della competitività, per quel che riguarda le attività produttive, inscindibile dal piano di investimenti.

Bot trimestrali ed annuali: asta 10 giugno 2010

bot-annuali-rendimenti-lordiIl Mef, Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha disposto per giovedì prossimo, 10 giugno 2010, un’asta di titoli pubblici costituita da Buoni Ordinari del Tesoro (Bot) con scadenza a tre mesi ed a dodici mesi. Trattasi, nello specifico, dei Bot 15.09.2010, con scadenza a 92 giorni, per un importo da collocare pari a complessivi 3 miliardi di euro, mentre a 5,5 miliardi di euro ammonta il controvalore nominale da collocare per i Bot 15.06.2011 con scadenza a 365 giorni; per entrambi i titoli la data di regolamento è fissata per martedì prossimo, 15 giugno 2010. La nuova asta Bot, in accordo con quanto rende noto il Ministero dell’Economia e delle Finanze con un comunicato, è stata disposta in concomitanza con la scadenza di Buoni Ordinari del Tesoro, con scadenza annuale, in data 15 giugno 2010, per un ammontare pari a 7,2 miliardi di euro; come al solito, attraverso gli intermediari, gli investitori ed i risparmiatori potranno prenotare i titoli in asta per importi pari ad un minimo di 1.000 euro nominali o multipli di mille euro.

Banca Generali: raccolta netta maggio 2010 positiva

banca-generaliIl Gruppo Banca Generali ha archiviato il mese di maggio con una raccolta netta pari ad 86 milioni di euro, di cui 37 milioni di euro provenienti da Banca Generali Private Banking, ed i restanti 49 milioni di euro dalla rete di Banca Generali. A darne notizia è la società nel mettere in evidenza come dall’inizio dell’anno la raccolta netta totale, al 31 maggio scorso, si sia attestata a 529 milioni di euro, di cui 193 milioni di euro da parte di Banca Generali Private Banking, ed i restanti 336 milioni di euro dalla rete di Banca Generali. Secondo quanto dichiarato da Giorgio Girelli, Amministratore Delegato di Banca Generali, i risultati conseguiti dalla società dall’inizio dell’anno e fino a maggio 2010 sono stati molto positivi, ed in particolar modo se si considera la raccolta netta del solo risparmio gestito che nei cinque mesi di quest’anno si è attestata a 1,1 miliardi di euro; secondo l’Ad di Banca Generali questi risultati sono stati ottenuti grazie alla capacità della società di offrire alla propria clientela prodotti innovativi anche in momenti come quelli attuali che per i mercati finanziari risultano essere particolarmente impegnativi.

Il panico per i Cds sta favorendo il comparto corporate

4a37ccae4feb3_zoomNon si può certo dire che quello attuale sia il momento migliore che stanno vivendo, finanziariamente parlando, i Cds (Credit Default Swap: si tratta degli swap che trasferiscono l’esposizione al credito tra le parti): il panico sui mercati è molto alto, soprattutto alla luce delle emissioni non proprio felicissime di titoli di Stato di Irlanda, Grecia e Portogallo. Non esiste dunque un’alternativa a questi strumenti, visto che la crescente avversione al rischio ha provocato un sicuro approdo verso il Bund tedesco e le obbligazioni americane? In realtà, per allentare la pressione non è forse la migliore scelta quella di trasferire in continuazione la propria liquidità. Piuttosto, come consigliano moltissimi analisti, è preferibile affidarsi al mercato delle obbligazioni corporate, senz’altro più promettenti. Come è noto, in questo caso, si possono ottenere dei rendimenti davvero interessanti a fronte di rischi più alti.

 

Il suggerimento dell’Abi: puntare sulle obbligazioni ibride

logo-abiI consigli di un’organizzazione importante come l’Associazione Bancaria Italiana in tema di investimenti e finanza non si possono certo rifiutare, ma occorre analizzare nel dettaglio la questione: l’ente è infatti intervenuto nel corso della conferenza su Markets & Investment Banking – MIB Conference 2010 su un argomento di stretta attualità economica, vale a dire il rapporto tra gli istituti di credito e l’ottimizzazione del capitale e del debito cartolare. Quali indicazioni specifiche sono giunte da tale evento, il quale era alla sua prima edizione e che ha deciso di focalizzarsi sostanzialmente sulla finanza wholesale? Come è stato sottolineato da Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Abi, i problemi maggiori sono giunti ovviamente dalla crisi finanziaria, la quale ha messo in luce come fosse necessario rivedere in modo completo le regole sul capitale degli istituti di credito e sui requisiti che sono necessari in questo senso.

 

Bnp Paribas: Athena Sicurezza più garantisce almeno il 4%

BNP-ParibasL’interesse per un rendimento minimo del 4% da parte di qualsiasi prodotto finanziario sarebbe forte in ogni tipo di investitore: ecco perché Bnp Paribas ha deciso di lanciare sul mercato il nuovo certificato denominato Athena Sicurezza Più, il quale, oltre a questa specifica particolarità, potrà fare affidamento sulle performance di titoli piuttosto importanti, quali Total, Nestlè e Glaxo. Il rimborso in questione (104 euro) di cui si sta parlando sarà comunque possibile alla fine del primo anno di emissione e nell’ipotesi in cui i sottostanti appena citati non siano calati rispetto alla quotazione iniziale. L’ipotesi opposta relativa a questo strumento prevede invece che la quotazione sul Sedex non venga interrotta e al premio iniziale del 4% se ne aggiungerà un altro dello stesso valore al termine del secondo anno. A quali scadenze temporale occorre guardare per quel che concerne le rilevazioni intermedie?

 

Ftse Mib: ETFS Fund Company propone due nuovi Etf

inverse-etf_s600x600Ftse Mib ed Exchange Traded Fund, il matrimonio s’ha da fare: in effetti, è stato impossibile non notare che gli investimenti effettuati in questo comparto hanno subito un importante rialzo, contribuendo dunque ad allargare la cerchia degli appassionati. Pertanto, non deve sorprendere l’ennesima doppia proposta lanciata da ETFS Fund Company, due nuovi prodotti finanziari che faranno affidamento proprio su uno degli indici principali di Borsa Italiana. Per essere più precisi, però, occorre fornire altri dettagli. Anzitutto, c’è da dire che gli strumenti fanno parte a pieno titolo del segmento OICR (si tratta, come è noto, degli Organismi di Investimento Collettivo del Risparmio) strutturati del mercato EtfPlus: la denominazione che invece è stata scelta, nell’ordine, sarà quella di ETFX FTSE Mib leveraged (2x) fund e di ETFX FTSE Mib super short strategy (2x). A dire il vero, comunque, per attendere il lancio ufficiale di questa interessante offerta finanziaria occorrerà attendere la giornata di domani, quando i prodotti in questione verranno resi disponibili per tutti quegli investitori che sono interessati nello specifico.

 

Fondi Comuni di Investimento: forti deflussi a maggio

SicavNon è stato di certo positivo lo scorso mese di maggio per l’industria italiana dei Fondi Comuni di Investimento. Anche a causa delle recenti turbolenze che hanno interessato non solo l’azionario mondiale, ma anche il mercato obbligazionario europeo ed il forex, i Fondi Comuni di Investimento hanno archiviato il mese di maggio del 2010 nel segno dei riscatti andando a registrare complessivamente un controvalore dei deflussi pari a ben 3,5 miliardi di euro. Questo è il dato che, nello specifico, è stato comunicato nel consueto Rapporto mensile da parte di Assogestioni; i deflussi, di conseguenza, hanno portato a fine maggio il patrimonio complessivo a scendere a quota 445,5 miliardi di euro.

Finmeccanica e Boeing insieme per la gara VXX

AW101Il colosso aerospaziale Finmeccanica, attraverso la controllata AgustaWestland, ha siglato con la società americana Boeing Company un accordo per la gara VXX, ovverosia per il programma elicotteristico presidenziale a stelle e strisce. A darne notizia è stata proprio Finmeccanica nel precisare che, nel processo di integrazione dell’elicottero AgustaWestland AW101 in un prodotto Boeing per il programma VXX, sono stati assegnati i diritti relativi alla proprietà intellettuale, all’impiego, nonché i diritti ed i dati di produzione della società controllata dal colosso aerospaziale italiano; a sua volta, in accordo con quanto precisa Finmeccanica con una nota ufficiale, AgustaWestland avrà sia una quota significativa nella progettazione e nella produzione, sia un ruolo nello sviluppo del programma elicotteristico presidenziale, e nell’ambito di una collaborazione proficua tra Finmeccanica e Boeing che, come messo in risalto dall’Amministratore Delegato della società italiana, Francesco Guarguaglini, dura oramai da ben 40 anni.

Ig Markets: materie prime ed oro resistono alla volatilità

goldI mercati internazionali sono contraddistinti in questo preciso momento da storico da un’eccessiva volatilità, eppure esistono alcuni comparti e i loro relativi investimenti che non sembrano risentire affatto di questa situazione: in effetti, sono state le materie prime quelle meno sofferenti in questo senso, così come è emerso dall’ultima attenta analisi di Ig Markets, compagnia leader nel nostro paese per quel che riguarda il trading con i Cfd (Contracts for Differences). In particolare, il grande protagonista è stato senza dubbio l’oro, il quale è riuscito ad avvicinarsi notevolmente ai record della scorsa settimana, chiudendo a quota 1.233,50 dollari per oncia. I principali effetti benefici sono giunti alla luce delle ultime notizie negative che hanno riguardato l’area dell’euro e il conseguente spostamento degli investitori verso il nobile metallo, così come era anche stato suggerito dal governo della Cina.