Per quel che riguarda le banche, in Italia, anche nella fase più acuta della crisi non c’è stata alcuna tensione sui tassi. Questo è quanto emerge da un Rapporto AFO che, in particolare, mette in evidenza come in Italia il rischio percepito dai mercati abbia interessato maggiormente il debito sovrano piuttosto che il debito del settore bancario. Il Rapporto AFO, infatti, ha analizzato in maniera empirica il rapporto tra i cosiddetti “CDS”, i credit default swap, sui titoli di Stato, e quelli sulle obbligazioni bancarie, rilevando come sui primi negli ultimi tre anni ci sia stato un aumento eccezionale dei premi richiesti ai fini della copertura del rischio. Come diretta conseguenza, in materia di tassi di interesse, nel periodo della crisi, il Rapporto AFO rivela come non ci siano state tensioni dal lato dell’offerta.
Deutsche Bank: via libera al trading “dark pool” a Hong Kong
Deutsche Bank, il noto istituto di credito tedesco, ha deciso di porre in essere un cosiddetto trading “dark pool” a Hong Kong a partire da questa settimana: si tratta, in estrema sintesi, di un provvedimento finanziario che si è reso necessario per venire incontro alla sempre più crescente domanda della regione. Dopo la piazza cinese, la banca teutonica ha intenzione di focalizzare la propria piattaforma di trading sull’Australia, il Giappone e Singapore, così come è stato anche confermato da Mark Davis, numero uno del comparto equity-linked per la regione dell’Asia-Pacifico. L’evoluzione elettronica degli scambi e degli investimenti finanziari si stanno espandendo in modo sorprendente all’interno del continente asiatico e da Francoforte fanno sapere che si vuole venire incontro alle nuove esigenze di clienti e risparmiatori, desiderosi di avere strumenti in grado di agevolare la liquidità e di ridurre gli effetti dei mercati.
Bond messicani, bassi rendimenti per la politica della Banca Centrale
Il debito del governo messicano ha esteso il proprio rally sul mercato secondario nel corso di questa settimana: si tratta della principale conseguenza del brusco calo subito dai titoli azionari americani, ma soprattutto dell’ultimo annuncio in merito alla politica mensile di Banco de Mexico (l’istituto di credito centrale del paese), intenzionato ad attuare bassi tassi di interesse nel medio-lungo termine. I rendimenti dei bond della nazione centroamericana, i quali hanno mostrato delle performance inverse all’andamento dei prezzi, sono giunti al loro livello minimo: in particolare, c’è da sottolineare come l’obbligazione a dieci anni ha perso ben quattordici punti base (l’attuale yield è pari al 5,96%), mentre il prodotto a venti anni ha ceduto circa dieci punti base (il rendimento si aggira attorno al 6,7%).
Leaviss (M&G Investments) prospetta gli scenari inflazionistici
Il comparto Retail Fixed Income di M&G Investments, la compagni britannica attiva prevalentemente nell’ambito dei servizi finanziari, viene attualmente guidato da Jim Leaviss: si tratta dunque di una figura importante in tal senso, quindi, di conseguenza, anche le sue affermazioni e previsioni possono essere lette con grande attenzione da parte degli investitori. Gli ultimi commenti dello stesso Leaviss hanno riguardato le stime sull’inflazione del mercato statunitense. In particolare, il riferimento va alle recenti affermazioni di Ben Bernanke, numero uno della Fed, riguardo a un tasso di inflazione pari o superiore al 4%, anche se la notizia in sé non ha scosso più di tanto il settore obbligazionario; una percentuale simile fornirebbe una sicurezza importante al settore privato, consentendo anche di comprendere qual è la via uscita più giusta dalla deflazione. L’attuale tasso della banca centrale americana, però, è pari al 2%, anche perché l’obiettivo primario dal punto di vista macroeconomico è quello di favorire l’occupazione.
Fondi Comuni di Investimento UBI Pramerica
Al fine sia di proteggere gli investimenti, sia di far crescere nel tempo la propria disponibilità finanziaria, il Gruppo bancario UBI Banca, attraverso le proprie Banche controllate, in materia di risparmio gestito propone i Fondi Comuni di Investimento UBI Pramerica; trattasi, nello specifico, di un’ampia gamma di Fondi che sono in grado di rispondere ad ogni esigenza dell’investitore in materia di diversificazione e di allocazione del risparmio. I Fondi Comuni di Investimento UBI Pramerica spaziano infatti dai prodotti che investono nel mercato obbligazionario, in ottica di breve e medio periodo, a quelli con ottica di lungo periodo come i prodotti azionari che investono nei mercati emergenti. Il tutto con la possibilità di scegliere anche Fondi che, appartenenti alla categoria dei “Bilanciati”, investono in un mix tra azioni ed obbligazioni al fine di assicurare sia la crescita del capitale nel tempo, sia dinamismo con la componente azionaria che di norma nel lungo periodo è in grado di poter battere i rendimenti offerti dati titoli governativi.
Juventus: investimenti, Milos Krasic per 15 milioni di euro
A pochissimi giorni dall’inizio del Campionato di Calcio di Serie A, stagione 2010 – 2011, la società quotata in Borsa a Piazza Affari Juventus Football Club S.p.A. ha piazzato il tanto atteso investimento di lusso, il “colpo di mercato” che dovrà contribuire a ridurre quel gap con l’Inter nella corsa allo Scudetto, ma anche a fare in modo che la squadra bianconera possa tornare già dall’anno prossimo in Champions League. Nella giornata di ieri, infatti, la società, in linea con le indiscrezioni della vigilia riportate dai quotidiani sportivi, ha ufficialmente acquistato dal PFC CSKA Mosca il forte giocatore Milos Krasic. L’acquisto, nello specifico, è a titolo definitivo a fronte di un corrispettivo pari a 15 milioni di euro, mentre con il giocatore la Juventus ha sottoscritto un contratto di prestazione sportiva avente una durata pari a quattro anni. In linea con quanto oramai avviene nelle operazioni di calciomercato, la Juventus Football Club S.p.A. pagherà i 15 milioni di euro al PFC CSKA Mosca non in un’unica soluzione, bensì in tre rate, di cui la prima, pari a cinque milioni di euro, da saldare entro la data del 25 agosto 2010.
Fondi a Formula Pioneer di Unicredit
Il valore del capitale investito, al lordo della fiscalità vigente, risulta essere preservato in corrispondenza di una ben determinata scadenza, mentre in un primo periodo, della durata che può essere variabile dai due ai 5 anni, il rendimento è fissato alla stipula ed è dato dal risultato di una altrettanta ben determinata formula. Sono queste le principali caratteristiche dei “Fondi a formula”, prodotti innovativi del risparmio gestito distribuiti da Unicredit e ideati dalla società di gestione del Gruppo bancario Pioneer Asset Management SA. E così per i Fondi, che appartengono alla famiglia dei fondi lussemburghesi, al termine del periodo iniziale di scadenza viene riconosciuto un rendimento dato dalla formula, mentre successivamente l’investimento prosegue, e quindi si resta investiti nel Fondo, con una quota pari ad almeno i due terzi del capitale posizionata su titoli del mercato monetario ed in titoli di debito che risultano essere emessi da enti governativi del Vecchio Continente.
Il fondo Quantum assegna a Soros il 4% del Bombay Stock Exchange
L’appetito finanziario di George Soros, miliardario ungherese naturalizzato statunitense (noto per le sue presidenze e quote di partecipazione a vario titolo), è davvero insaziabile: l’ultima iniziativa in questo senso riguarda addirittura il mondo asiatico della Borsa, visto che il fondo speculativo dell’imprenditore, denominato Quantum, ha consentito allo stesso di rilevare una quota di partecipazione della Borsa indiana di Bombay (si tratta appunto del Bombay Stock Exchange, noto anche con l’acronimo Bse). La percentuale in questione ammonta al 4% e l’operazione è stata portata a compimento mediante il versamento di una somma vicina ai 35 milioni di dollari. Che cosa spera di ricavare in tal modo Soros? Da quanto si è appreso dalle indiscrezioni più accreditate, inoltre, l’intero business sarebbe stato portato a compimento su una base compresa tra le 375 e le 380 rupie per ogni specifica azione (bisogna ricordare che per ottenere un euro sono necessarie sessanta rupie circa).
Banca Carige: soluzioni d’investimento per i giovani
Per i giovani di età compresa tra i 18 ed i 29 anni, il Gruppo bancario Banca Carige propone, al fine di poter far crescere i risparmi nel tempo, alcune soluzioni di investimento particolarmente interessanti. Tra queste c’è “Carige Soluzione Risparmio”, la soluzione di investimento che permette di poter mettere da parte un capitale che presenta per i primi dieci anni una garanzia di rendimento pari all’1%; il tutto a fronte del vantaggio che il capitale investito in “Carige Soluzione Risparmio” è non pignorabile, non sequestrabile, e non risulta essere soggetto ad imposte. Nel dettaglio, le soglie di accesso a “Carige Soluzione Risparmio“, per la cui sottoscrizione occorre come sempre leggere attentamente i prospetti e le note informative, sono molto basse visto che bastano versamenti pari ad un minimo di 200 euro al mese, oppure 1.250 euro al semestre o 2.500 euro all’anno; in alternativa si può accedere a “Carige Soluzione Risparmio” anche con un versamento unico di 5.000 euro.
Perù: la crescita fa volare i bond per l’ottava settimana consecutiva
I bond peruviani sono riusciti nell’intento di realizzare la loro ottava settimana consecutiva di ricavi: si tratta di un risultato davvero sensazionale, la striscia positiva più lunga dal 2007, ma che può essere spiegata in maniera abbastanza agevole. In effetti, l’espansione economica della nazione sudamericana è stata superiore alle previsioni di analisti ed economisti, provocando quindi un buon incremento della domanda di assets. Entrando nel dettaglio finanziario, il rendimento del benchmark del Perù si è attestato su un interessante 8,6%, mentre, in base a quanto rilevato da Citigroup, quello con scadenza nel mese di agosto del 2017 ha perso circa sei punti base, sempre nel corso di questi ultimi sette giorni. Il prodotto interno lordo peruviano è in una buona fase di crescita, agevolato soprattutto dalla produzione manifatturiera e dalla gestione dei rischi da parte della banca centrale.
Le obbligazioni giapponesi concludono una settimana da sogno
Il comparto obbligazionario del Giappone sta dunque vivendo un momento più che positivo: i bond nipponici, infatti, sono riusciti a portare a conclusione la seconda settimana consecutiva di rialzi, un risultato che è stato possibile ottenere grazie soprattutto alla crescita economica generalizzata a livello globale e alla nuova situazione che sta circondando il debito governativo della nazione asiatica. In particolare, c’è da dire che i bond future a dieci anni hanno raggiunto il loro livello più alto addirittura dal 2003, ma tutto questo è avvenuto prima che un report evidenziasse la necessità della banca centrale di introdurre nuove misure di sostegno economico. Il rendimento del benchmark decennale ha perso circa 5,5 punti base nel corso di questa settimana e una conferma in tal senso è giunta anche da Japan Bond Trading Corporation, il maggior broker giapponese.
Polizza vita Conto Insieme di BPM
E’ flessibile tanto nei versamenti quanto nei disinvestimenti, così come è facilmente accessibile in virtù di un investimento minimo pari ad appena 25 euro. Sono queste alcune delle principali caratteristiche di “Conto Insieme”, la polizza vita di Banca Popolare di Milano che, tra l’altro, offre al lordo delle imposte di Legge un rendimento minimo garantito pari al 2%; il tutto fermo restando che in virtù ed in base all’andamento ed al rendimento conseguito da BPM Sicurgest, attraverso la Gestione Separata, il contraente può anche ottenere annualmente dei rendimenti superiori a quello minimo garantito. Come accennato, la polizza vita è flessibile anche nei disinvestimenti, e non a caso “Conto Insieme” si può andare prima a sottoscrivere, non senza aver letto prima attentamente le condizioni contrattuali e la nota informativa, e poi eventualmente disinvestire, per qualsiasi ragione o necessità, già dopo il primo anno senza l’applicazione di alcuna penale relativa al riscatto anticipato.
BancoPosta Click: elevata remunerazione e zero spese fisse
Negli ultimi mesi i rendimenti offerti dai conti di deposito remunerati sono andati via via a scendere; i tassi di interesse base, quelli al netto delle promozioni, sono oramai ridotti al lumicino, ragion per cui è lecito chiedersi se in questo momento valga la pena andare ad avere sia un conto corrente, che magari non paga interessi sulle giacenze, sia un conto corrente remunerato che offra quantomeno un interesse che protegga il capitale dall’erosione dell’inflazione. Ebbene, sul mercato è possibile con un unico prodotto avere sia un conto corrente “low cost”, con tutti i servizi, ed operatività con i canali alternativi allo sportello, sia un conto corrente che garantisca una discreta remunerazione sulle giacenze tenendo conto comunque conto del fatto che attualmente i tassi di interesse offerti sono un po’ ovunque molto bassi. Ebbene, al riguardo uno dei prodotti degni di una valutazione è il conto BancoPosta Click di Poste Italiane, pensato per la clientela che vuole operare online e contestualmente vuole abbattere i costi. Attualmente, per tutto il 2010, salvo proroghe, il conto BancoPosta Click di Poste Italiane offre sulle giacenze il 2% lordo annuo per gli importi sopra i 3.000 euro e fino ad un milione di euro.
McDonald’s propone una nuova obbligazione in valuta cinese
Obbligazioni corporate e Cina, il matrimonio è possibile e promette davvero molto bene: McDonald’s, la nota catena di fast food, ha infatti deciso di lanciare nell’ex Impero Celeste, primo caso di compagnia di tipo non finanziario, dei bond denominati appunto in yuan, per la precisione a Hong Kong. L’ammontare complessivo è pari a 200 milioni di yuan e si tratterà di un’emissione al 3% con scadenza fissata tra tre anni. Hong Kong è stata scelta come banco di prova in questo senso, anche perché non si deve dimenticare che il comparto obbligazionario della Cina è accessibile alle imprese straniere soltanto da pochi mesi. McDonald’s punta molto su questa strategia di investimento, anche e soprattutto alla luce dei mille ristoranti aperti in territorio asiatico negli ultimi tempi. È da febbraio, quindi, che le regole finanziarie cinesi non sono più le stesse e non deve pertanto sorprende una obbligazione in yuan da parte di una società che non ha la propria sede nella nazione asiatica.