Unicredit e Banco Bpm, a che punto siamo?

Unicredit e Banco BPM: a che punto siamo con l’intera questione? L’Ops è stata lanciata, il Golden Power applicato e attualmente il Tar del Lazio ha tra le mani ben due questioni inerenti all’operazione.

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Unicredit e Banco Bpm, il punto della situazione

La prima è il ricorso proposto da Unicredit per avere chiarezza in merito ai paletti imposti dal Governo con il Golden Power. La seconda è quella presentata dalla banca di via Meda contro il maggior tempo concesso dalla Consob alla banca di Orcel per la chiusura dell’operazione. Ricordiamo che la scadenza è stata fissata a luglio inoltrato.

Nel corso del 129° Consiglio Nazionale della FABI il ceo di Unicredit, Andrea Orcel, ha sottolineato che se dovessero rimanere queste le condizioni, l’operazione sarebbe da considerare tutt’altro che economica. Fattori che la renderebbero, in caso di mancata risoluzione a livello legale soggetta a un possibile ritiro e a una successiva, potenziale, riproposizione.

È ovvio che la decisione del Tar, attesa da entrambi gli istituti di credito, fungerà da discriminante dell’intera questione. Davvero, in questo momento, possiamo parlare di un effettivo risiko bancario. Dove i colpi di scena non mancano. Così come i cambiamenti da affrontare per tutti gli interlocutori, almeno quelli potenziali.

Per Unicredit, infatti, a livello industriale, questa operazione è senza dubbio conveniente e da portare avanti. I tempi potrebbero però allungarsi fino a coinvolgere il Consiglio di Stato. E superando le date di scadenza fissate vi sarebbero ulteriori costi importanti, con la conseguente necessità per la banca di Orcel di rivedere l’intera questione.

Maggiori costi e criticità

Il Golden Power e i paletti imposti dall’Esecutivo sono ostacoli legali superabili, ma la loro stessa natura li rende risolvibili solo con un aumento del costo economico dell’operazione. Un prezzo piuttosto elevato per Unicredit, soprattutto se le limitazioni dovessero permanere. Una criticità che si aggiungerebbe a quella potenzialmente legata alla decisione finale del Consiglio di Stato, che potrebbe essere richiesta da Banco Bpm. E che non arriverebbe in tempo utile per la chiusura dell’Ops.

Come già sottolineato, la banca di Andrea Orcel potrebbe ritirare l’offerta e ripresentarla in futuro. Nel corso dell’incontro si è parlato anche dell’Ops di Mediobanca su Banca Generali, ritenuta da molti una mossa molto interessante all’interno del risiko bancario attuale. La quale potrebbe aiutare la banca di Milano a gestire in modo migliore l’Opa di Mps nei suoi confronti.

Tutta questa voglia di “allargamento” dei grandi istituti di credito, nei confronti di altri dai buoni bilanci, deriva fondamentalmente dalla volontà di essere più competitivi a livello europeo. Dove un approccio di tipo paneuropeo viene visto come lo strumento più adatto per affrontare le nuove sfide, sia internazionali sia nazionali, del settore.

Unicredit, Consob accoglie ricorso su Golden power

Unicredit ottiene la sospensione di un mese in merito all’offerta su Banco Bpm. La Consob ha quindi accettato l’istanza di autotutela presentata nei confronti del Golden Power.

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Cosa ha ottenuto Unicredit

L’offerta pubblica di scambio di Unicredit su Banco Bpm viene così bloccata per 30 giorni. Tutto in base agli art. 102 e 106, comma 4, del Testo Unico sulla Finanza. Ciò significa che il provvedimento in questione potrà essere impugnato presso il Tar del Lazio entro 60 giorni dall’avvenuta comunicazione o, per chi non è destinatario dello stesso, dalla data di pubblicazione nel bollettino della Consob.

In termini pratici, la conclusione dell’offerta, partita il 28 aprile, avverrà il prossimo 23 luglio. Andrea Orcel, amministratore delegato di Unicredit, potrà aspettare fino alla fine del mese prima di rendere noto se rilanciare o accettare le azioni.

La Consob ha valutato positivamente la richiesta di Unicredit per via della “situazione di incertezza” relativa agli effetti del Golden Power applicato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Insomma, i destinatari potrebbero, a causa di questo intervento, non essere in grado di esprimere un giudizio privo di vizi in merito all’offerta.

Unicredit ha inviato l’istanza di autotutela alla Presidenza del Consiglio tre giorni dopo l’adozione del Golden Power da parte del governo. Chiedendo che il procedimento venga riaperto. Perché? La ragione consta nella ricerca di motivazione di dati e informazioni fornite. Le quali non risultano essere state prese in considerazione in modo adeguato. Un intervento volto a chiarire le prescrizioni governative, in modo da poter configurare i giusti mezzi.

Più tempo per valutare le limitazioni

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Essenzialmente, si tratta di una mossa che serve a valutare al meglio i paletti imposti dal governo con il Golden Power e comprendere se vi siano delle strade percorribili per Unicredit nel perseguire in modo vantaggioso l’offerta pubblica di scambio. Tra le limitazioni più pesanti per la banca guidata da Orcel vi sono l’obbligo di uscire dalla Russia entro nove mesi e il mantenimento degli investimenti di Anima in asset italiani.

Ricordiamo che Banco Bpm ha recentemente acquisito Anima. Secondo il ricorso di Unicredit, le prescrizioni del Golden Power applicate all’operazione non sono né chiare né allineate con la legislazione italiana ed europea.

Si teme che venga danneggiata non solo la libertà, ma anche la capacità di prendere decisioni conformi a una gestione prudente delle attività. Banco Bpm, contrario fin dall’inizio all’offerta pubblica di scambio, ha fatto sapere secondo quanto riportato dall’Ansa, che prenderà qualsiasi iniziativa necessaria a tutela di sé e dei propri azionisti.

Unicredit compra il 9% di Commerzbank

Unicredit ha acquisito il 9% di Commerzbank, attraverso una partecipazione azionaria. Potrebbe questo diventare un primo passo per simili operazioni da parte di altri istituti europei?

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Investimento importante di Unicredit

È questo ciò che pensano diversi esperti. Analizzando l’operazione dal punto di vista tecnico, il 4,49% del 9% acquisito da Unicredit è stato acquistato attraverso un’offerta di accelerated book building condotta per conto “della Repubblica federale di Germania in linea con l’intenzione di quest’ultima di ridurre la propria partecipazione” all’interno di Commerzbank. La percentuale restante è stata invece ottenuta attraverso operazioni di mercato. E stata la stessa banca guidata da Andrea Orcel a rendere nota l’acquisizione prima dell’apertura dei mercati.

L’Agenzia delle finanze tedesca ha spiegato che Unicredit ha ottenuto il 4,49% del capitale attraverso il pagamento di 13,2 euro per azione.  Per un totale di circa 702 milioni di euro sborsati dall’Istituto di credito. Nella nota condivisa riguardante l’operazione, Unicredit ha evidenziato il proprio supporto agli attuali consigli di gestione e di sorveglianza di Commerzbank. E di essere sostenitrice dei progressi raggiunti finora dall’Istituto per migliorare le proprie performance.

Diventando parte del capitale della banca tedesca Unicredit potrà verificare insieme a questa quali sono le possibilità di creazione di valore per gli stakeholder di entrambe le banche europee. L’istituto di Andrea Orcel ha inoltre sottolineato che qualsiasi decisione che verrà presa in quanto a investimenti e legata alla partecipazione, sarà collegata anche a quelli che sono i parametri finanziari severi di Unicredit.

Quest’ultima ha fatto inoltre sapere che, se lo riterrà necessario per la sua crescita, chiederà alle autorità competenti l’autorizzazione per crescere all’interno dell’istituto. Per superare la soglia del 9,9% del capitale.

Soddisfazione del governo tedesco

Anche il governo tedesco ha espresso soddisfazione per la conclusione dell’operazione, evidenziando come Commerzbank sia ora in grado di potersi sostenere con le proprie gambe. Motivazione per la quale è occorsa questa prima vendita parziale del capitale in mano al governo tedesco.

Dobbiamo ricordare che, nonostante questa cessione, l’esecutivo teutonico rimane il principale azionista della banca. Unicredit ha spiegato che l’acquisto della partecipazione è parte nelle sue strategie di crescita. E che l’investimento stesso è ampiamente avvenuto all’interno dei parametri da lei stabiliti. Ha inoltre assicurato che l’operazione non sarà motivo di rallentamento per l’esecuzione di Unicredit unlocked. E dell’impegno nei confronti di tutti gli azionisti al raggiungimento di una crescita sostenibile e redditizia.

A livello tecnico, l’acquisizione ha un impatto sul Cet 1 ratio di Unicredit pari a circa 15 punti base. Unicredit ha comunque assicurato che non avrà conseguenze sull’attuale politica di distribuzione. Nota curiosa: l’operazione spegne del tutto le indiscrezioni che volevano la banca di Orcel pronta ad acquistare realtà italiane come Banco BPM.

Mps -Unicredit, Giani: no trattative senza parti sociali

La possibilità che Unicredit acquisti la parte buona di MPS rappresenta sì un importante passo in avanti per il salvataggio della banca alla fuoriuscita del governo ma deve essere fatta, come sottolinea il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, coinvolgendo tutte le parti interessate e quindi anche i sindacati e il territorio.

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Unicredit blocca i dividendi

Unicredit ha deciso di bloccare i dividendi almeno per il momento: al pari di Intesa Sanpaolo, anche il gruppo guidato da Jean Pierre Mustier ha recepito l’appello lanciato dalla Banca Centrale Europea in merito al congelamento delle cedole almeno fino al prossimo autunno.

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Unicredit, cambio rotta: tassi negativi oltre il milione di euro

Unicredit ha dovuto correggere la rotta: non più tassi negativi sulle spalle di chi ha più di 100 mila euro in banca. L’asticella viene portata ad un milione, rendendo possibile contenere lo scontento che stava salendo dopo le ultime dichiarazioni dell’ad Jean Pierre Mustier a riguardo.

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Fineco si separa da Unicredit

Fineco si separa da Unicredit. O per lo meno è quello che potrebbe accadere potenzialmente, e in tempi non lontanissimi visto che i due istituti hanno oggi diffuso, prima dell’apertura della Borsa di Milano, una nota che descrive come gli stessi si stiano mettendo d’accordo in tal senso.

Unicredit rischia sanzione Antritrust Europeo per Titoli di stato

Cattive notizie per Unicredit: la banca rischia di dover pagare una forte sanzione alla Commissione Europea per via di una presunta violazione della normativa antitrust in relazione a titoli di Stato europei: il dolo, secondo le indagini, sarebbe avvenuto tra gli anni 2007 e 2012.

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Unicredit ci prova ancora con Commerzbank

Unicredit starebbe preparando un’offerta su Commerzbank, la seconda banca tedesca in ordine di grandezza. A darne notizia ci ha pensato il Financial Times. Parliamo di un istituto che presenta in bilancio un attivo di 462 miliardi e 50 mila dipendenti. Ma che fine farebbe la fusione della stessa con Deutsche Bank?

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Unicredit e SocGen: tempo di nozze?

E’ tempo di nozze tra Unicredit e SocGen? Se ne parla da tempo e oggi molti analisti hanno concentrato la loro attenzione nella possibile formulazione di un giudizio in attesa di una potenziale fusione. Sebbene le trattative legate alla loro fusione siano tutt’altro che realmente partite, i due istituti stanno già facendo parlare di loro.

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Enel e Unicredit: trimestrali e azioni

unicreditContinuano le pubblicazioni delle trimestrali a Piazza Affari, e le conseguenti reazioni dei mercati sul prezzo delle azioni. Se per Unicredit è boom, per Enel è invece un flop, e i mercati premiano il titolo bancario e puniscono quello energetico. Azioni Unicredit su, e azioni Enel giù.

Unicredit

Gli azionisti e investitori di Unicredit possono sorridere, grazie ad un bilancio che parla di un boom di utili nel primo trimestre dell’anno. Utile netto a +22,6%, pari a 1,1 miliardi di euro, e margine operativo netto a +25,5%, pari a 1,9 miliardi di euro.
Le commissioni aumentano del 2,8%, e solo i ricavi scendono, da 5,15 miliardi a 5,11 miliardi di euro, ma questo è dovuto dai tassi bassi imposti dalla BCE.
Migliora anche la situazione patrimoniale, con la diminuzione delle esposizioni deteriorate di più di 10 miliardi.

Balzo delle azioni in apertura questa mattina a Piazza Affari. Il titolo segna il +2,77% a 18,02 euro per azione.

Enel

Male invece Enel, con la trimestrale che delude i mercati. L’apertura sul MIB di Milano è pessima, con perdite per il titolo in apertura fino al 2,4%, per poi riprendersi a -1,76%. A pesare sulle quotazioni la flessione, del 2,2%, dei ricavi, fermi a 18,95 miliardi di euro. Risultato netto a 1,17 miliardi di euro, +18,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Unicredit, affondo di Caius sul capitale

Caius Capital, il fondo speculativo specializzato in crediti deteriorati mette sotto accusa Unicredit sollevando alcune perplessità e mettendo in discussione il CET1 della banca. Ovviamente la banca non è rimasta a guardare, rispondendo immediatamente alle illazioni, che però hanno già portato Piazza Affari a reagire debolmente per ciò che riguarda il titolo.

Unicredit cresce e prepara nuove mosse

Unicredit ha avuto un 2017 di tutto rispetto: l’aumento di capitale di 13 miliardi è stato in grado di dare notevole linfa alla banca e la spinta giusta per migliorare e chiudere il bilancio in positivo, portando i soci a votare positivamente specifici cambiamenti.

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Unicredit, titolo bene dopo annuncio bilancio

Unicredit svela il suo bilancio ai 9 mesi e i risultati sostengono il titolo in Borsa: a metà mattinata infatti saliva a Piazza Affari del circa del 2,57%. Un buon andamento legato, in realtà a numeri più che soddisfacenti rivelati dall’istituto.

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