Monti Ascensori sigla accordo cessione contratti di manutenzione

Monti Ascensori ha reso noto d’aver stipulato con una società appartenente al gruppo Manutencoop Facility Management, la Manutenzione Installazione Ascensori, un accordo da sette milioni di euro finalizzato alla cessione di 2.700 contratti di manutenzione di impianti ascensoristici; trattasi, nello specifico, di impianti ascensoristici della Sicilia orientale e delle aree di Ancona, Milano e Torino. L’operazione di cessione dei contratti, in accordo con un comunicato ufficiale emesso da Monti Ascensori, società quotata in Borsa a Piazza Affari, rientra nell’ambito delle attività di efficientamento e di riorganizzazione del parco di impianti ascensoristici avviate nella seconda metà del corrente anno. Gli accordi quadro stipulati tra Monti Ascensori e Manutenzione Installazione Ascensori sono due: uno è quello, sopra descritto, per la cessione dei contratti di manutenzione, mentre l’altro riguarda il trasferimento di rami di azienda, tra cui alcuni dipendenti, contratti di locazione, ed altri beni strumentali accessori unitamente agli automezzi ed ai beni di magazzino.

Titoli di Stato: asta Bot 29 dicembre 2010

E’ stata disposta per la giornata di mercoledì prossimo, 29 dicembre 2010, da parte del MEF, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, un’asta di Buoni Ordinari del Tesoro (BOT), per un controvalore complessivo pari a 8,5 miliardi di euro. Trattasi, nello specifico, dei Buoni Ordinari del Tesoro semestrali 30.06.2011 con scadenza a 178 giorni. Il collocamento dei Buoni Ordinari del Tesoro descritti avviene in concomitanza con la scadenza, in data 31 dicembre 2010, di Buoni Ordinari del Tesoro per complessivi 9 miliardi di euro. I risparmiatori, entro domani, martedì 28 dicembre 2010, potranno prenotare in asta i BOT 30.06.2011, come al solito, attraverso gli intermediari per lotti pari a  mille euro nominali o multipli di 1.000 euro; la data di regolamento dei Buoni Ordinari del Tesoro prossimi al collocamento è quella di lunedì prossimo, 3 gennaio 2011.

Usa: quantitative easing per ottenere rendimenti più alti

Le maggiori società americane che sono attualmente attive nell’offerta e commercializzazione di obbligazioni hanno fatto sapere che il debito governativo a stelle e strisce dovrebbe raggiungere il punto di break even proprio nel 2011: questa certezza viene dettata soprattutto dal fatto che i rendimenti in questione sono previsti in crescita rispetto ai livelli più bassi dagli anni Cinquanta. Tra l’altro anche la Federal Rerserve può giocare un ruolo chiave in questo senso, potenziando la crescita della prima economia mondiale. Volendo essere più precisi, gli investitori che acquisteranno titoli a dieci anni saranno in grado di guadagnare circa l’1% nel nuovo anno una volta che i pagamenti degli interessi saranno stati reinvestiti.

L’Illinois rischia il default: Wall Street può essere la soluzione

Se la situazione dei bond municipali statunitensi è come quella che sta attualmente vivendo lo stato federale dell’Illinois, allora c’è poco da essere allegri: lo stato americano, noto soprattutto per la città di Chicago, sta infatti tentando in tutti i modi di evitare il rischio di una bancarotta, evento che sarebbe a dir poco dannoso per l’economia interna. Per il momento, in questa regione così importante del Midwest non si vuole sentire parlare nella maniera più assoluta di default, quindi la proposta più gettonata e facilmente percorribile è quella del ricorso al New York Stock Exchange. Cosa può fare in tal senso Wall Street? La borsa a stelle e strisce dovrebbe ricevere i conti in sofferenza messi in vendita dallo stesso Illinois e in cambio potrebbe mettere a disposizione dello stato denaro contante.

Zucchi: aumento di capitale, via libera del CdA

E’ convocata per il prossimo 24 gennaio 2011, ed eventualmente in seconda convocazione il 27 gennaio 2011, l’Assemblea Straordinaria degli Azionisti del Gruppo Zucchi. A darne notizia con un comunicato ufficiale è stata proprio la holding industriale leader nel comparto della biancheria per la casa dopo che il Consiglio di Amministrazione della società, riunitosi mercoledì scorso, 22 dicembre 2010, ha approvato un aumento di capitale per complessivi 30 milioni di euro. L’Assemblea Straordinaria degli Azionisti dovrà proprio esprimersi in merito all’aumento di capitale, scindibile a pagamento, con l’emissione di warrant. Il Consiglio, inoltre, proporrà all’Assemblea sia l’eliminazione del valore nominale delle azioni, sia l’approvazione della situazione patrimoniale del Gruppo Zucchi al 31 ottobre 2010.

Safilo e Yves Saint Laurent insieme fino al 2015

L’accordo di licenza per gli occhiali tra la società italiana Safilo, quotata in Borsa a Piazza Affari, ed Yves Saint Laurent, durerà fino al 31 dicembre del 2015. Questo dopo che, in accordo con un comunicato ufficiale emesso proprio da Safilo, la società italiana ha stipulato con Yves Saint Laurent l’intesa per rinnovare la collaborazione per la produzione e la distribuzione, ma anche per il design delle collezioni di occhiali da sole e montature da vista con il brand che fa parte del Gruppo Gucci. Secondo quanto dichiarato dall’Amministratore Delegato e Presidente di Yves Saint Laurent, Valerie Hermann, Safilo individua il giusto partner per le collezioni di occhiali e per garantire in futuro al brand una ulteriore crescita. Yves Saint Laurent, lo ricordiamo, non produce solo occhiali, ma anche orologi, piccola pelletteria, valigie, borse, abbigliamento, gioielli e calzature per quello che è uno dei marchi più noti al mondo nei beni di lusso e nel lifestyle.

Seat Pagine Gialle: il taglio del rating mette a rischio i bond

La scure utilizzata da Standard & Poor’s contro Seat Pagine Gialle è stata più tagliente del previsto: l’agenzia americana di rating ha infatti deciso di apportare alcune modifiche importanti per quel che riguarda il giudizio di tipo corporate della spa torinese, un’operazione che ha avuto effetti letteralmente devastanti anche sul giudizio relativo ai prodotti finanziari della stessa compagnia editoriale. Che cosa è successo di preciso? L’agenzia newyorkese ha declassato il rating in questione da B a B-, entrambi corrispondenti a un investimento di tipo altamente speculativo, ma in questo caso ancora più vicino al rischio considerevole, quello in base a cui il debito può anche non essere pagato; di conseguenza, pure il titolo obbligazionario che è stato emesso da Lighthouse e che beneficia della garanzia della stessa Seat ha subito uno scossone importante, visto che la sua valutazione è passata anch’essa da B a B-, mentre il debito senior è leggermente più solido (attualmente è ancora pari a B).

Bund tedeschi in gran spolvero: buon rialzo dopo un mese e mezzo

L’euforia finanziaria è tornata a buoni livelli in Germania dopo che i bond governativi tedeschi sono riusciti a realizzare il primo guadagno settimanale dall’inizio del mese di novembre: l’attesa di un mese e mezzo è stata finalmente interrotta e agevolata dai nuovi problemi che coinvolgono l’area dell’euro e soprattutto le nazioni maggiormente indebitate, le quali si sono viste costrette ad accrescere la loro domanda di bund. Il rendimento in questione ha approfittato in larga misura del declino delle obbligazioni del Portogallo, il cui rating creditizio è stato declassato nel corso di questa settimana da Fitch, la quale ha anche annunciato che potrebbe rivedere a breve anche il giudizio sugli investimenti greci. Al contrario, l’outlook francese viene considerato stabile (l’attuale rating è pari ad AAA) e anche i bond spagnoli sono stati protagonisti di una buona crescita. Secondo quanto affermato dagli analisti di Lloyds Corporate Bank, i timori relativi alla cosiddetta “periferia” del Vecchio Continente sono ancora forti, quindi si è preoccupati per delle possibili performance negative da parte dei titoli obbligazionari nel 2011.

Emak cresce per linee esterne in Ucraina

Emak, società italiana quotata in Borsa a Piazza Affari, segmento “STAR”, ed attiva nella produzione e nella distribuzione di macchine per il giardinaggio, per la piccola agricoltura e per l’attività forestale, ha reso noto d’aver effettuato un’operazione che le permette di crescere per linee esterne all’estero. L’operazione, nello specifico, riguarda l’accordo finalizzato all’acquisizione, in Ucraina, di una partecipazione di maggioranza, pari al 61% delle quote, di Epicenter LTD. La società, con il quartier generale a Kiev, distribuisce sul mercato dell’Ucraina i prodotti a marchio Oleo-Mac da oltre dieci anni, ed a chiuso il 2009 con un giro d’affari pari all’incirca a cinque milioni di euro a fronte di profitti netti pari all’incirca a 0,2 milioni di euro. Secondo quanto dichiarato dal Presidente di Emak, Fausto Bellamico, l’accordo siglato permette alla società di crescere per linee esterne e di rafforzare la propria rete distributiva in un mercato come quello ucraino che è strategico anche in relazione alle sue potenzialità di crescita.

Meridiana fly: accordo con le banche finanziatrici

Il contratto di finanziamento stipulato da Meridiana fly, per un importo pari a 15 milioni di euro, nel mese di novembre del 2007, è stato modificato con estensione al 27 novembre del 2013. A darne notizia nella giornata di ieri con un comunicato ufficiale è stata proprio Meridiana fly nel precisare come l’accordo al riguardo sia stato raggiunto con Intesa SanPaolo, Unicredit, e con la BNL – Banca Nazionale del Lavoro. Inoltre, con la stessa Banca Nazionale del Lavoro, e con Unicredit, Meridiana fly ha altresì siglato un contratto di finanziamento inerente ad un linea di credito revolving a medio termine avente una durata pari a diciotto mesi, ed un importo massimo di 7,55 milioni di euro. Gli accordi raggiunti con le banche finanziatrici, in accordo con una nota ufficiale emessa da Meridiana fly, individuano una tappa importante per i piani societari.

I bond islamici surclassano ancora i titoli dei mercati emergenti

Islam batte emergenti due a zero: si potrebbe riassumere in questo modo, con termini calcistici, l’ottimo momento che stanno vivendo le obbligazioni islamiche (i cosiddetti “Sukuk”), capaci di superare il debito dei principali mercati emergenti per il secondo mese consecutivo, una “vittoria” agevolata sicuramente dalle nuove vendite di tali titoli, dal potenziamento di spesa da parte della Malesia e dalla ritrovata fiducia economica nel Golfo Persico. Gli strumenti finanziari conformi alla legge della Shariah hanno reso l’1,2% nel corso di questo mese di dicembre, così come è emerso in maniera netta dalle rilevazioni dell’indice Hsbc/Nasdaq Dubai Us Dollar Sukuk, mentre i bond collegati alle regioni in via di sviluppo sono calati di 0,7 punti percentuali.

Metalli: rally del rame grazie al debole franco svizzero

La recente crescita del rame può definirsi da record: la speculazione ha sicuramente favorito il progressivo recupero di questa materia prima, a tutto beneficio dei contratti futures che ne osservano da vicino le performance, ma si tratta di un rally che dovrebbe continuare anche nel 2011. Tra l’altro, in queste specifiche quotazioni si inserisce anche una questione valutaria, visto che il franco svizzero ha subito un brusco declino nello stesso periodo. Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, occorre sottolineare come il rame abbia guadagnato 0,7 punti percentuali, espandendo la propria crescita fino a un +27% totale nel 2010, mentre la divisa elvetica si è deprezzata dello 0,4% nei confronti dell’euro. Secondo Michael Smedley, manager presso la Morgan Meighen & Associates di Toronto, il continuo avanzamento dei metalli di base dimostra la forza della crescita economica internazionale, oltre al tortuoso business relativo alle scorte.

Ubi Banca: nessun rimborso per tre strumenti in circolazione

Non può che definirsi un brutto colpo quello che sta per essere riservato ai detentori di tre strumenti che fanno capo a Ubi Banca: il gruppo bergamasco ha infatti intenzione di non provvedere ad alcun tipo di rimborso per quel che riguarda questi specifici prodotti, ancora in circolazione, identificabili con codici Isin ben distinti (XS0123998394, XS0108805564 e XS0131512450) e per un ammontare totale di oltre 453 milioni di euro. Che cosa è successo di preciso? L’indiscrezione giunge direttamente da Teleborsa, secondo la quale il patrimonio complessivo deve essere allineato con urgenza alle nuove regole che sono state dettate da Basilea 3; inoltre, la stessa Unione delle Banche Italiane ha voluto mantenere un atteggiamento sostanzialmente prudente, visto che gli strumenti a cui ci stiamo riferendo hanno lo svantaggio di una onerosità piuttosto alta, fattore a cui non corrisponde una adeguata computabilità dal punto di vista prospettico.

Tokyo Electric Power, possibile ritorno ai bond in dollari

Giugno 1997: sono passati esattamente tredici anni e mezzo dall’ultima volta in cui Tokyo Electric Power Company è stata in grado di vendere obbligazioni denominate in dollari, ma finalmente sembra giunto il momento propizio, visto che la debole domanda di questi prodotti finanziari ha tagliato di fatto l’offerta di quelli denominati in yen. Si tratta, è bene precisarlo, della maggiore compagnia energetica di tutto il Giappone, la quale sta vivendo questa particolare situazione a causa delle ultime politiche attuate dalla banca centrale nipponica; in effetti, i tassi di interesse di quest’ultima hanno condotto il rendimento medio dei titoli quinquennali al rating di AA, una valutazione comunque al di sotto del debito governativo, ma soprattutto un evento che non si verificava da almeno cinque anni. In tal modo, le vendite di bond di Tepco sono calate di circa trenta miliardi di yen nel corso di quest’anno. Inoltre, c’è da precisare che le cessioni di debito quotato in yen da parte delle compagnie internazionali sono riuscite a conquistare un importante vantaggio nei confronti del resto delle altre offerte.