La nuova proposta della Grecia in merito a uno swap obbligazionario ha ottenuto il consenso iniziale di ben quaranta su quarantacinque società che detengono holding nel debito ellenico: la conferma è giunta proprio in queste ultime ore dall’Institute of International Finance. Le aziende coinvolte in tal senso, infatti, hanno preso parte alle necessarie consultazioni con questo istituto, negoziando lo scambio in questione, il quale sarà completamente volontario. L’accordo di riferimento è ovviamente quello della scorsa settimana, quando si è anche deciso di incrementare le risorse finanziarie a disposizione degli stati europei.
Titoli di Stato: Btp oltre il 6%, spread Bund sui massimi
Giornata di altissima tensione su tutti i fronti; l’intervento del Giappone durante la notte per stabilizzare il cambio della sua moneta sembra essere andato a buon fine anche se le conseguenze a medio periodo restano incerte e ci si prepara a nuove manovre. All’apertura del mercato Europeo la debolezza è palpabile ed all’Italia arriva il colpo di grazia dei titoli di stato a far affondare il listino preparando un close negativo per la prima della nuova ottava.
I rendimenti dei BTP schizzano oltre il 6% sfiorando il 6.20% mentre lo spread con il Bund sorpassa ancora 400 portandosi a 410; sembra ormai inevitabile che il differenziale sia destinato ad aumentare per arrivare a 450 punti dove poi stabilizzarsi, portando il rischio Italiano a livelli decisamente alti per un Paese come il nostro.
Ford Motor: emissione di bond dopo l’aumento del rating
Ford Motor ha venduto ben 1,25 miliardi di dollari in titoli obbligazionari: questa cessione si è resa necessaria alla luce del recente innalzamento di rating da parte di Moody’s, la quale ha conferito alla seconda compagnia automobilistica degli Stati Uniti una importante iniezione di fiducia. Nel dettaglio, il colosso di Dearborn ha emesso dei bond con un rendimento complessivo pari al 3,875% e una scadenza di breve periodo, vale a dire tre anni. Un confronto interessante in tal senso può essere effettuato con le quotazioni medie di questi strumenti, le quali beneficiano di un ritorno economico inferiore (3,2% per la precisione), tenendo conto che il breve termine tiene in considerazione anche la scadenza quinquennale.
Soros: il debito greco collasserà fra tre mesi
George Soros, uno degli investitori e miliardari più famosi al mondo, non si aspetta nulla di positivo in merito alla situazione del debito greco: in effetti, in base alle sue considerazioni l’eurozona manca di una vera e propria leadership, dunque Bruxelles potrebbe anche non essere in grado di gestire una crisi così complicata, tanto che non vengono dati più di tre mesi di sopravvivenza a questo stesso debito. Lo stesso Soros, poi, ha sottolineato come il taglio del 50% relativo ai bond comunitari riuscirà a ridurre il deficit ellenico soltanto di venti punti percentuali, un risultato non certo ragguardevole. Dunque, c’è pessimismo in queste parole, soprattutto per quel che concerne le misure adottate, ritenute insufficienti per porre fine a un violento declino economico come quello che sta coinvolgendo Atene.
Spread Bund-Btp: tutti i rischi del rendimento
Ci sono due termini precisi per definire l’attuale situazione dei nostri titoli di Stato: tensione e nervosismo. In effetti, l’ultima asta dei Buoni del Tesoro Poliennali (Btp) non è andata troppo male, ma la chiusura è stata caratterizzata da una domanda davvero troppo bassa. La tensione, in particolare, si riferisce al rendimento di questi strumenti: ad esempio, la scadenza a dieci anni beneficia di un ritorno economico superiore ai sei punti percentuali, un valore che non veniva registrato da almeno una settimana. Non se la passano meglio neanche le obbligazioni francesi e quelle spagnole, ma concentriamoci sul nostro paese. Il dato su cui focalizzare maggiormente l’attenzione è ovviamente lo spread tra gli stessi Btp e i Bund tedeschi, i migliori performer europei: il differenziale in questione ha superato i 380 punti base, per la precisione si è giunti fino a quota 383, in rialzo di ben sedici punti nel giro di sole ventiquattro ore.
Fitch: probabile default per le obbligazioni greche
L’accordo dei leader europei per il taglio del 50% relativo alle obbligazioni greche potrebbe comportare un default nel caso in cui gli investitori dovessero accettare questo stesso piano: la constatazione giunge direttamente da Fitch, una delle tre principali agenzie di rating. Il taglio in questione è di tipo nominale e si riferisce allo scambio di titoli, ma un provvedimento di questo tipo non può che essere equiparato a un fallimento, almeno se si fa riferimento ai criteri del Distressed Debt Exchange. Secondo l’agenzia francese, inoltre, nonostante l’intesa sia un passaggio necessario per consentire alle finanze pubbliche elleniche di divenire più sostenibili, Atene non può dimenticare che deve far fronte a sfide significative dal punto di vista economico, tra cui si può ricordare quella relativa al debito.
L’inverno alle porte fa aumentare i futures sul gas naturale
I contratti futures collegati alle performance del gas naturale hanno subito un inevitabile rialzo nel corso delle contrattazioni di ieri: l’aggetto “inevitabile” è quello più azzeccato, dato che le temperature climatiche si stanno avvicinando a quelle dell’imminente inverno e dunque sta crescendo la necessità di gas per il riscaldamento. In particolare, bisogna sottolineare come le spedizioni di dicembre di questa commodity siano salite di ben 4,2 punti percentuali presso il New York Mercantile Exchange, il livello più in alto in assoluto dallo scorso 15 settembre. Il contratto relativo alle spedizioni di novembre, invece, è giunto a maturazione proprio due giorni fa. Le previsioni americane parlano chiaramente di gelo quasi polare per le città a stelle e strisce, soprattutto quelle della parte nord-orientale, con delle nevicate che andranno a interessare stati come il Maine e il Maryland.
India: alti rendimenti e quattro scadenze per i bond governativi
Il Ministero delle Finanze indiano ha provveduto a vendere ben 150 miliardi di rupie in titoli obbligazionari: le scadenze di questi prodotti finanziari sono molto variegate, in quanto sono ricompresi titoli che matureranno nel 2017, nel 2022, nel 2027 e persino nel 2040, come precisato dalla Banca Centrale dello stesso paese asiatico. Entrando maggiormente nel dettaglio di tale asta, c’è da precisare che quaranta miliardi del totale in questione riguarderà i bond a sei anni e con un rendimento del 7,99%; altri sessanta miliardi sono stati riservati invece alla scadenza a undici anni con un ritorno economico ovviamente superiore a quello precedente (8,95%), mentre per il resto, occorre aggiungere che venti miliardi di rupie riguarderanno i bond a sedici anni (8,97%) e gli ultimi trenta miliardi quelli trentennali (8,98%).
Titoli di Stato: emissioni direttamente in asta sul Mot
Grandi novità sulle emissioni dei titoli di Stato; è allo studio, secondo il comunicato stampa appena diffuso dal Ministero dell’Economia e del Tesoro, l’idea di emettere i titoli di Stato direttamente sul mercato dei Mot per arrivare direttamente agli investitori retail nella maniera più rapida e semplice, sfruttando il mercato telematico e le piattaforme di trading offerte dagli intermediari abilitati.
La prenotazione in filiale dei titoli di Stato è un’usanza italiana di vecchia data, quasi un rito quello di recarsi a parlare con l’operatore di fiducia per prenotare titoli del debito pubblico che l’intermediario si occuperà poi di far avere al cliente. L’arrivo delle nuove tecnologie ha svuotato i “pit” dei trading floor già da tempo nelle borse “minori” ed ora potrebbe fermare la “migrazione” verso le filiali per prenotare quello che sono un classico del risparmio italiano insieme ai Buoni Fruttiferi postali.
Royal Dutch Shell: dividendo trimestrale da 42 centesimi
Royal Dutch Shell, una delle principali compagnie petrolifere a livello internazionale, ha messo a segno un utile trimestrale davvero interessante: i primi nove mesi di questo anno, infatti, sono stati contrassegnati da un valore complessivo pari a 22,17 miliardi di dollari (settantuno punti percentuali in più rispetto allo stesso periodo del 2010), mentre i profitti dell’arco temporale compreso tra gli scorsi mesi di luglio e settembre sono aumentati del 106%. Proprio per questo motivo, il colosso anglo-olandese ha deciso di distribuire un dividendo trimestrale che ammonta a quarantadue centesimi di dollaro per ogni singolo titolo azionario e il cui stacco avverrà il prossimo 2 novembre.
Caffè: futures in rialzo grazie al dollaro più debole
Le contrattazioni di ieri dei futures che osservano da vicino le performance del caffè sono state improntate decisamente al rialzo: dopo ben due giorni consecutivi di declino, finalmente si è assistito a un’inversione di tendenza, grazie soprattutto agli ultimi dati sull’economia americana, ma anche agli accordi stabiliti dai leader dell’Unione Europea nel loro ultimo meeting. L’aumento dei contratti in questione si riferisce all’Intercontinental Exchange di New York, piazza che ha assistito al +1,65% della qualità arabica e delle sue spedizioni del mese di dicembre (l’attuale quotazione è giunta fino a 2,3612 dollari la libbra).
Bolle Speculative: Cotton n°2 vicino ai 200
Con un grafico di poco superiore ai 40 anni che offrono praticamente tutte lecommodities sulle piattaforme gratuite ci si rende conto di quali movimenti sono anomali e quali invece “ordinari”. Se il laterale compreso tra 80 (visto una sola volta nel 1995) ed 1 visto alla fine del 2001 era nella norma nonostante i rialzi ed i ribassi nel tempo sono stati decisamente molto ampi, quello che sta accadendo dal Luglio 2010 non è sicuramente classificabile come “ordinario”.
Il mercato ha disegnato nel tempo swing di vario tipo ma l’ultimo rialzista è sicuramente un’eccezione ai precedenti e potrà ovviamente avere 2 conseguenze; la prima, l’avvio di una nuova fase che darà al Cotton n°2 quotato dall’ICE nuove caratteristiche tecniche che allontaneranno chi sceglie componenti cicliche per il proprio portafoglio a favore di speculatori ed hedge found, visto che questo vorrebbe dire un’aumento della volatilità di lungo periodo che difficilmente i portafogli con rischio medio-basso riusciranno a sopportare.
Per Ubi Banca due premi all’MF Innovazione Award 2011
Se si volesse trovare un protagonista importante del Milano Finanza Innovazione Award 2011 si potrebbe indicare senza dubbio Ubi Banca: l’istituto bergamasco è stato infatti premiato con ben due riconoscimenti, vale a dire quello per il miglior conto per ragazzi e giovani e quello per la categoria dei conti e delle carte destinate alle imprese. Per quale motivo si è puntato su questo istituto? Quest’ultimo è noto soprattutto per l’innovazione che tenta sempre di infondere negli strumenti finanziari che lancia e il fatto che due award su dodici siano stati a suo appannaggio la dice lunga su questo trend; nello specifico, si tratta della classifica che ogni anno Milano Finanza e Accenture compilano in merito alle banche del nostro paese.
La Mongolia cancella l’emissione di bond in dollari
Se ne era parlato molto nei mesi scorsi, ma la Mongolia ha ora deciso di rinunciare ai bond denominati in dollari americani, cancellando di fatto l’emissione: il piano in questione, il quale prevedeva dei titoli obbligazionari da lanciare entro quest’anno, non avrà alcun seguito a causa della crescita che si prevede quest’anno per il paese asiatico, circa venti punti percentuali di rialzo, grazie, in particolare, alle esportazioni di carbone. Quindi, l’emissione non viene più ritenuta necessaria ed essenziale. Nel dettaglio, alcune banche internazionali si erano offerte di gestire la vendita di oltre due miliardi di dollari in bond, un importo superiore di addirittura quattro volte rispetto alla cessione di giugno (cinquecento milioni di dollari per la precisione).