Opportunità e rendimenti degli Etf minerari

Con il mercato degli Etf che compie dieci anni, gli investitori finanziari possono sbizzarrirsi con questa tipologia di fondi comuni: ad esempio, gli Exchange Traded Fund che sono collegati alle materie prime e alla loro estrazione mineraria stanno beneficiando da tempo di rendimenti molto interessanti. D’altronde, si era già capito nel corso del mese di settembre come questo specifico investimento fosse in rampa di lancio, in particolare con i volumi da record per gli Etp legati al platino. Presso il New York Stock Exchange c’è il Market Vectors Rare Earth/Strategic Metals che provvede a monitorare quelle compagnie che estraggono e producono appunto metalli rari, soprattutto quelli sfruttati in ambito elettronico.

Tra i maggiori paesi di riferimento figurano senza dubbio l’Australia, gli Stati Uniti e la Cina. La piattaforma in questione, inoltre, beneficia di una commissione di spesa media dello 0,57%, oltre a un rendimento molto vicino agli otto punti percentuali. Molto interessante è anche il segmento Market Vectors Junior Gold Miners, il quale segue da vicino le performance di un paniera composto da compagnie minerarie (l’oro è il grande protagonista come si evince dal nome) a media e piccola capitalizzazione. Il fondo in questione è stato capace di rendere il 5,5%, grazie soprattutto al peso esercitato da un paese come il Canada.

L’elenco, poi, può continuare con l’Etf Global X Uranium. In pratica, gli investitori che sottoscrivono tale prodotto hanno la possibilità di sfruttare l’andamento dei titoli azionari collegati all’estrazione dell’uranio: l’allocazione di questo fondo comprende ancora una volta il Canada (54,6%), l’Australia (30,5%) e gli Stati Uniti (15%), con una commissione di spesa pari allo 0,69% e un pagamento che nel 2011 è stato di trentanove centesimi di dollaro per ogni singola azione (4,9% di rendimento). Infine, si può menzionare il Global X Copper Miners, Etf correlato al rame, il quale vanta un ritorno economico molto vicino al 5%.