Moleskine quotazione in borsa ad aprile 2013

I taccuini Moleskine sono ormai pronti a sbarcare in borsa. Dopo due anni di quotazioni ridotte all’osso (solo una nel 2011 e un’altra nel 2012), anche il primo trimestre si chiuderà senza la presenza di matricole a Piazza Affari. Il digiuno, però, sarà presto interrotto grazie a Moleskine, azienda nata francese ma rinata in Italia nel 1997. Il debutto è previsto a inizio aprile 2013 con una capitalizzazione anche piuttosto consistente. L’azienda di agendine e block-notes modaioli sarà la prima Ipo di Piazza Affari del 2013.

Negli ultimi due anni si erano quotate soltanto Salvatore Ferragamo nel 2011 e Brunello Cucinelli nel 2012, che comunque hanno sperimentato un grande successo. Moleskine si presenta come una società in salute e con elevati tassi di crescita. E’ una sorta di premium brand, molto conosciuto all’estero dove tra l’altro realizza più della metà del suo giro dd’affari. Le agendine Moleskine, caratterizzate dall’inconfondibile copertina nera, sono diventate un oggetto modaiolo a metà tra un cult e un lusso a basso costo.

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I margini sono molto elevati su ogni pezzo venduto. Infatti, sui 78 milioni di euro di ricavi, l’ebitda raggiunge la cifra entusiasmante di 31 milioni di euro, ovvero quasi la metà. Gli utili sono pari a 18 milioni di euro. Nonostante abbia numeri da micro-cap, Moleskine sembra poter ambire a una capitalizzazione da large cap. Applicando un multiplo di 16 volte l’ebitda, ovvero come quello del settore luxory, si arriva a una capitalizzazione che supera i 600 milioni di euro. Non sarebbe nemmeno una valutazione tanto esagerata, se si considerano i multipli che oggi il mercato assegna a società con un così elevato tasso di crescita.

MOLESKINE SARA’ PRIMA MATRICOLA DI PIAZZA AFFARI NEL 2013

L’azienda sembra essere entrata già nel mirino di numerosi investitori istituzionali italiani ed esteri, almeno da quanto emerge dalle prime valutazioni di pre-marketing effettuate dai global coordinator Goldman Sachs, Ubs e Mediobanca. L’azienda dei taccuini piace perché ha grandi capacità di crescere ancora molto in futuro: negli ultimi due anni il fatturato è balzato del 50%. Il fondatore Francesco Franceschi ha ancora il 10% del capitale societario, ma venderà ancora dopo l’Ipo. Dovrebbe trattarsi di una Opvs, che dovrebbe far uscire i fondi di investimento che attualmente hanno la maggioranza delle quote.

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