Investimento Generali in Italia

Generali sceglie di riorganizzare la propria presenza in Italia, puntando su nuovi investimenti nel nostro Paese. Stando a quanto emerge dalle dichiarazioni del management societario, la compagnia assicurativa ha scelto di impiegare nuovi 300 milioni di euro di investimenti nei prossimi tre anni, razionalizzando la presenza dei marchi – che da 10 diventano 3 – con la nascita di Assicurazioni Generali Italia, presso cui sono ricondotte tutte le attività assicurative e bancarie del gruppo.

“Con queste iniziative ci proponiamo di essere leader e competere con successo con qualunque concorrente” – spiegano l’amministratore delegato Mario Greco e il country manager per l’Italia, Raffaele Agrusti, in una lettera inviata ai propri dipendenti al termine dell’ultimo consiglio di amministrazione.

Secondo quanto previsto da Brescia Oggi, andranno in soffitta i vecchi marchi Ina, Assitalia, Toro, Genertel Life, Augusta, Lloyd Italico, Fata, mentre rimarranno tre compagnie di riferimento: “una è Assicurazioni Generali, che avrà sotto di sé da una parte le reti e le altre attività nel vita e nel danni con il brand Generali e, dall’altra, le due compagnie superstiti, Alleanza, dedicata alle famiglie con i prodotti vita, e Genertel, vita e danni; via telefono, web e bancassicurazione” (vedi anche, l’approfondimento sui nuovi piani  di risparmio Generali Premium).

Greco ha definito il nuovo progetto industriale e strategico come “un piano di crescita attraverso importanti investimenti per far diventare Generali il marchio leader in Italia (…) Queste azioni ci consentiranno di incrementare significativamente la redditività del gruppo”.

Per quanto riguarda la tempistica di applicazione strategica del piano, il 2013 dovrebbe essere l’anno del compimento delle operazioni societarie in grado di conferire il nuovo assetto, mentre il 2014 e il 2015 saranno gli anni – rispettivamente – dell’integrazione delle strutture operative, dei prodotti e dei sistemi informativi, e dell’integrazione commerciale.

Non è ancora ben chiaro se questa riorganizzazione possa avere degli effetti influenti sulla riorganizzazione delle risorse umane.

Lascia un commento