Investimenti energia: nucleare, l’Italia ha risparmiato 24 miliardi

Grazie ad uno dei quesiti del referendum dello scorso giugno, riguardante il nucleare, e grazie al “No” della stragrande maggioranza dei cittadini italiani, il nostro Paese ha evitato investimenti sbagliati nell’atomo per ben 24 miliardi di euro. A fornire questa stima è la Federconsumatori prendendo in particolare a riferimento le nuove stime formulate da Edf per la Francia riguardo ai costi di costruzione di una singola centrale nucleare. D’altronde costruire una centrale nucleare non equivale alla costruzione di un impianto alimentato a fonti rinnovabili. Ad esempio, per i grandi parchi fotovoltaici spesso bastano sei mesi dall’autorizzazione alla progettazione e fino alla connessione in rete dell’impianto.

Per il nucleare invece, sottolinea la Federconsumatori, i ritardi e gli imprevisti per motivi strutturali, congiunturali ed infrastrutturali, rischiano di aumentare di giorno in giorno; e cosi aumentano anche le spese da sostenere. Quindi, la nostra scelta di dire “No” alla costruzione di centrali nucleari sul territorio italiano si è rivelata alquanto giusta, non solo dal punto di vista della sicurezza, ma anche dal punto di vista economico secondo il presidente dell’Associazione, Rosario Trefiletti.

E se il nucleare è costoso e rischioso, per tecnologie per le rinnovabili come il fotovoltaico, le cose cambiano radicalmente e diametralmente. Nel nostro Paese sono aumentati a livello esponenziale i parchi fotovoltaici di grandi dimensioni, ma anche le famiglie possono portare il sole a casa con impianti di piccola potenza ed a fronte di un costo che molto spesso è possibile anche finanziare attraverso il ricorso al canale bancario. Con un impianto di piccola potenza è possibile non solo tagliare la bolletta energetica in famiglia, ma anche rispettare l’ambiente e cedere, guadagnando, l’energia prodotta in eccesso grazie al Conto Energia del GSE, il Gestore dei Servizi Energetici. Lo stesso dicasi anche per l’eolico a livello residenziale grazie al progresso tecnologico di questi ultimi anni.

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