Goldman Sachs, dopo cinque anni si torna ai Kangaroo Bond

Goldman Sachs ha deciso di ritornare con forte convinzione al mercato obbligazionario australiano: si tratta della prima volta in assoluta dal 2006, visto che, a distanza di cinque anni, si è capito che si possono trarre dei vantaggi importanti in relazione al rendimento del debito finanziario. La banca newyorkese, quinto istituto per dimensioni di tutti gli Stati Uniti, ha infatti provveduto a lanciare titoli con scadenza superiore ai cinque anni per un importo complessivo di 1,25 miliardi di dollari australiani (circa 1,6 miliardi di euro), tra cui possiamo includere mezzo milione relativo ai bond a tasso variabile, i quali saranno quotati 205 punti base al di sopra del tasso swap. Si tratta dei cosiddetti Kangaroo Bond, strumenti finanziari denominati per l’appunto nella valuta oceaniana. Questo segmento sta attirando un numero sempre maggiore di attori, dato che sono molto recenti gli interessamenti di JPMorgan Chase e di Bank of America, istituti che si erano allontanati dalle opportunità australiane subito dopo lo scoppio della crisi del 2008.


Come ha spiegato John Sorrell, a capo della divisione creditizia di Tyndall Investment Management Australia, siamo di fronte a un chiaro segnale della salute del mercato di Canberra e dintorni, l’illuminazione che rende appetibile una quotazione australiana. Le attese su ulteriori vendite di bond simili sono dunque molte. Mentre il tasso di interesse benchmark della nazione è attualmente pari al 4,75% (negli Stati Uniti è invece vicino allo zero), gli swap valutari offrono degli sconti molto interessanti ai prestatori, in modo da poter conseguire dei ricavi in dollari americani.

Tra l’altro, c’è da sottolineare come le vendite dei Kangaroo Bond siano aumentate lo scorso anno fino al record di oltre 37 miliardi di dollari australiani, grazie in particolare alle riduzioni dei costi di finanziamento per le emittenti e al forte interesse mostrato da una banca tedesca, Landwirtschaftliche Rentenbank, oltre che dalla Banca Mondiale.

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