Futures sul caffè arabica sui minimi a 4 mesi

Continuano a perdere quota i futures sul caffè, a causa di un’offerta sempre più grande. A Londra il caffè robusta è sceso sui minimi a 9 mesi a poco sopra 1.900 dollari per tonnellata, mentre a New York il caffè arabica è sceso sui minimi da oltre 4 mesi poco sopra 150 dollari per libbra. Il livello di 150$ è fondamentale per il mercato. Infatti, se le vendite dovessero proseguire spingendo i prezzi sotto il livello-chiave, il caffè arabica rischierebbe di scendere sui livelli toccati a giugno 2010.

Attualmente non ci sono segnali in grado di far pensare a un cambio di rotta. All’ICE le scorte hanno superato 2,4 milioni di sacchi da 60 kg. Non accadeva da più di due anni, a dimostrazione dell’ampia offerta presente sul mercato. Inoltre, l’uragano Sandy, che ha attraversato di recente gli Stati Uniti, non ha provocato danni particolarmente rilevanti. Il caffè arabica è una delle materie prime che sta facendo peggio quest’anno, durante il quale ha già perso un terzo del suo valore.

I fondi di investimento hanno posizioni corte sulla soft commodity, ma sono pronti ad incementare le loro posizioni in vista di nuovi ribassi e per approfittare del crescente flusso di caffè in arrivo dall’America Latina. Da circa un mese è iniziato il raccolto in Colombia, mentre in alcuni stati centroamericani, come l’Honduras, la produzione è a livelli record. Il Brasile, invece, ha già completato il raccolto con 50,5 milioni di sacchi e ora sta aspettando che le quotazioni tornino a salire prima di esportare con decisione.

Secondo gli analisti finanziari e gli esperti del settore appare improbabile che i paesi produttori, soprattutto quelli più piccoli, sarano in grado di tenere i chicchi lontano dal mercato. Alla fine saranno incoraggiati a vendere almeno una parte della produzione. Secondo l’International Coffee Organization (ICO) l’abbondanza di caffè continuerà nelle prossime settimane, grazie soprattutto al Brasile. Appare molto probabile che il mercato del caffè possa tornare prepotentemente alla ribalta con un surplus di offerta.

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