Fondi: rischi e opportunità degli investimenti in prestiti aziendali

80-300x299Non c’è alcun dubbio che il collocamento Enel abbia avuto un ottimo successo: ed è proprio grazie a questo forte interesse, insieme ai timori rivolti al debito pubblico dei paesi europei più colpiti dalla speculazione, che i corporate bond rimangono ancora un investimento affascinante e interessante. I fondi obbligazionari che sono specializzati sulle emissioni delle aziende europee hanno già fatto registrare un guadagno medio da inizio anno pari all’1,3%. I livelli più alti sono stati quelli raggiunti da Fidelity e Groupama, che hanno guadagnato ben 2,56 punti percentuali. Quali opportunità di guadagni potenziali rimangono quindi all’interno dei mercati di credito? La domanda di corporate bond è destinata a rimanere alta, visto che gli investitori sono sempre più alla ricerca di alternative, a causa dei bassi rendimenti dei prodotti monetari e dei titoli di Stato. Come suggeriscono alcuni analisti, tra cui quelli di Raiffeisen Capital Management, è comunque necessario far attenzione alle scadenze, inquadrando i titoli lunghi nel tasso fisso in quelli da 3 a 5 anni tra i variabili.

 

Inoltre, occorre evitare i prestiti troppo lunghi, andandosi a posizionare su obbligazioni medie e prendendo come riferimento anche i titoli a tasso variabile. New Millenium Sicav si dice sicura di un ritorno in voga dei titoli ABS (Asset Back Securities), visto che il calo del rischio sistemico che gravava in precedenza sulle banche sta facendo sì che le emissioni del settore presentino uno spread appetibile.

 

Ma oltre a questi vantaggi esistono anche dei rischi? Uno dei fattori da monitorare maggiormente è la politica monetaria più restrittiva che potrebbe ridurre la liquidità presente nel mercato, rendendo meno attraente il credito; c’è poi il rischio di un’ipotetica ricaduta in recessione, la quale peggiorerebbe senz’altro la qualità del credito stesso. Le emissioni più penalizzate, infine, potrebbero essere quelle che presentano scadenze superiori ai cinque anni e, in particolare, le aziende con rating inferiori e con un rapporto di indebitamento più elevato.

Lascia un commento