Fmi taglia stime crescita italiane e globali

Il Fondo Monetario Internazionale ha tagliato le stime di crescita globali e l’Italia purtroppo non è esentata dalla lista dei Paesi che vedranno secondo l’ente un calo della propria crescita: tra le possibili cause anche il potenziale conflitto fra Russia e Ucraina che potrebbe portare soprattutto per l’Europa un ulteriore rialzo dei prezzi dell’energia.

Stime crescita in calo rispetto a ottobre

Fattore questo che potrebbe portare anche a una crescita importante dell‘inflazione. Per quel che concerne l’intero globo, dopo un aumento del PIL del 5,9% del 2021, nell’anno in corso ci si aspetta una crescita pari al 4,4% e quindi più bassa dello 0,5% rispetto alle stime eseguite a ottobre. Per il 2023 è previsto un PIL a +3,8%. Per quel che concerne il nostro paese le stime calano al 3,8% per l’anno in corso ma sale a 2,2% per quel che concerne il prossimo anno.

Il Fondo Monetario Internazionale non ci gira intorno: il calo previsto per il 2022 rispetto alle precedenti previsioni è a livello globale legato alla revisione al ribasso sia per gli Stati Uniti che per la Cina alla quale si aggiungono gli effetti della nuova ondata di Covid-19 e delle conseguenze a essa legate e ancora il rialzo dell’inflazione. E se tutto ciò non bastasse le tensioni tra Russia e Stati Uniti sull’Ucraina condiscono il tutto con le incertezze legate al mercato dell’energia.

La pandemia di Coronavirus torna ad avere il suo peso a causa della variante Omicron perché diversi paesi sono stati costretti a reinserire limitazioni alla mobilità e non bisogna sottovalutare nemmeno le interruzioni delle forniture di energia in alcuni paesi, le quali hanno avuto un impatto davvero importante.

La situazione PIL in Europa

patto fiscale e calo tasse def

Per quel che concerne l’Europa a trainare tutti in positivo è la Spagna che dopo essere crollata dell’11% nel 2020, presenta ora una crescita stimata per il 2022 al +5,8 e a +3,8% il prossimo anno. Bene anche la Germania, meno brillante la Francia: per entrambe, in linea con l’andamento globale, si parla di valori stimati al ribasso rispetto all’autunno del 2021. Generalmente, a ogni modo, l’area Euro dovrebbe assestarsi su un +3,9% per quest’anno e del 2,5% per il 2023.

Il Fondo Monetario Internazionale ha spiegato, comunicando il ribasso delle stime, che i Paesi dovranno continuare a fare attenzione al proprio debito pubblico dato che “i conti pubblici saranno sotto pressione nei prossimi mesi e anni”e lo stesso, anche a causa della pandemia,  ha raggiunto livelli molto alti in un momento in cui le entrate fiscali sono scese. E va sottolineato come la crescita dei tassi renderà più costoso il debito: ragione per la quale il FMI invita tutti a eseguire delle riforme strutturali importanti che possano adattare il mercato del lavoro alle esigenze pandemiche.

 

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