Facebook rinvia la propria quotazione a Wall Street

Non più la prossima primavera, ma gli ultimi mesi del 2012: il celebre social network Facebook si è vista costretta a ritardare la propria Initial Public Offering (Ipo) a Wall Street, un’operazione finanziaria che era attesa con grande interesse e ansia da molti investitori sparsi in tutto il modo. Cosa ha provocato questo rinvio di ben sei mesi? Le principali motivazioni sono ascrivibili proprio a Mark Zuckerberg, fondatore della community, il quale non ha poi così fretta di dar vita a questa operazione così costosa e dovrebbe puntare sui mesi di novembre o addirittura dicembre per completare il tutto. Tra l’altro, il gruppo non ha alcuna intenzione di rischiare, quindi si prenderà altro tempo per sviluppare in maniera più efficiente la piattaforma.

L’offerta in questione dovrebbe raggiungere un importo davvero elevato, vale a dire 66 miliardi di dollari, una cifra davvero enorme che si pensa possa “distrarre” lo staff di Facebook. Ma non c’è soltanto questo dietro questa inversione di rotta così inattesa. In effetti, l’attuale leadership non basta ancora alla compagnia americana, la quale mira a diventare padrona assoluta del proprio settore, senza alcuna discussione, un risultato che consentirebbe ai relativi titoli azionari di rimanere realmente competitivi e appetibili col loro valore: uno dei principali concorrenti in tal senso è rappresentato da Google. Uno dei vantaggi più importanti di cui la creatura di Zuckerberg può beneficiare è senza dubbio l’indipendenza interna, visto che le strategie che devono essere attuate non hanno bisogno di alcun diktat esterno e possono essere modificate a piacimento a seconda delle situazioni che si presentano.

C’è qualche analista che è più ottimista in merito alla tempistica e che parla di settembre 2012 come il periodo più reale come quello ufficiale della quotazione: l’indiscrezione del Financial Times è stata però molto precisa, tanto che Facebook ha raggiunto una valutazione piuttosto interessante sulle piattaforme Second Market e SharesPost.

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