Dai-ichi Life aumenterà i bond denominati in yen

Il nome di Dai-ichi Life Insurance è molto celebre in Giappone in ambito assicurativo, visto che si tratta della seconda maggior azienda nipponica per quel che concerne questo settore: l’ultimo annuncio della compagnia ha fatto intendere gli obiettivi finanziari di breve termine, anche perché è in programma un incremento consistente delle holding di bond governativi, una sorta di valida alternativa ai titoli azionari della nazione asiatica. La società detiene attualmente circa trenta trilioni di yen in assets (365 miliardi di dollari), ma l’intento rimane quello di investire con più convinzione sui titolo obbligazionari del governo di Tokyo, per lo meno quelli con una scadenza minima di venti anni. L’operazione, secondo quanto riferito da Takashi Iida, manager presso la stessa Dai-ichi Life, dovrebbe terminare entro il prossimo mese di marzo del 2012.


Tra l’altro, anche Meiji Yasuda Life Insurance aveva provveduto da tempo in tal senso, cercando di ottenere dei rendimenti che fossero il più stabili possibili, tenendo comunque conto che il Giappone può vantare la popolazione con la maggiore crescita demografica. Il premier Naoto Kan sta però evitando accuratamente di emettere bond per poter finanziare i costi di ricostruzione relativi al sisma e allo tsunami di un mese fa, anche perché il debito pubblico ha già raggiunto dimensioni enormi se confrontato con il prodotto interno lordo. La compagnia asiatica è pronta ad assumersi tutti i rischi del mercato, mediante un controllo accurato e minuzioso.

In particolare, questi stessi rischi potrebbero essere ridotti incorporando strumenti e strategie, come ad esempio la cessione di contratti futures e l’acquisto di opzioni a seconda dei movimenti del mercato; gli investimenti nelle azioni straniere, invece, non dovrebbero subire modifiche di rilievo, quindi non sono previste riduzioni delle holding in tale segmento. Dai-ichi Life ha quotato le proprie azioni in forma pubblica per la prima volta proprio nel 2010, un modo per espandere le proprie possibilità di acquisizioni e partnership, anche se il titolo ha già perso il 6,1% quest’anno.

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