Commodities: la situazione al limite della carne bovina

Le mandrie bovine americane sono destinate a calare fino ai livelli più bassi degli ultimi sessantuno anni: è una notizia che vale la pena approfondire, in quanto si sta parlando del primo paese al mondo per quel che riguarda la produzione di manzo. Il motivo di questo declino così consistente va ricercato nel fatto che i danni ai pascoli che si sono registrati in diversi Stati, dal Texas al Nebraska. Gli eventi in questione hanno di fatto aumentato i costi dell’alimentazione animale. Lo scorso 1° gennaio, nel dettaglio, i terreni a pascolo negli States contavano circa 88,92 milioni di capi bovini, circa il 2% in meno rispetto a un ano primo e il dato più basso in assoluto dal 1952.

Lo Us Department of Agriculture dovrebbe realizzare a breve il suo inventario più aggiornato. La peggior siccità dagli anni Trenta ha devastato soprattutto i raccolti di mais del Midwest per il terzo anno consecutivo; di conseguenza, i prezzi in questione sono saliti a livelli da record lo scorso mese di agosto. I costi necessari per nutrire gli animali in questione sono in fase di espansione da diverso tempo e questo ha scoraggiato enormemente gli investimenti.

Il 2012 si è caratterizzato per un rialzo di 8,9 punti percentuali da parte dei contratti futures collegati alle performance della carne bovina: stando ai dati relativi al Chicago Mercantile Exchange, si tratta del quarto guadagno annuo consecutivo. Le tariffe, inoltre, sono cresciute di 0,4 punti percentuali a gennaio, con la quotazione totale che è salita fino a 1,328 dollari la libbra. I consumatori potrebbero pagare ora il 4% in più per il manzo nel corso del 2013, sempre secondo gli ultimi dati dello Usda. Si tratta dell’incremento maggiore per quel che concerne ogni tipo di cibo, circa il 2,6% in più rispetto ai costi alimentari complessivi, una situazione che sta invitando a una riflessione molto profonda.

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