Cantor Fitzgerald rappresenta uno dei principali broker obbligazionari, nonché una banca di investimento a pieno servizio: appare dunque scontato come la compagnia newyorkese abbia deciso di vendere ben 635 milioni di dollari in bond, titoli che verranno garantiti da ipoteche di tipo commerciale. Si tratta della prima vendita simile per la società americana, la quale andrà a includere nei propri prestiti le ipoteche relativa allo Hudson Valley Mall di New York (52,4 milioni di dollari) e il debito del Tribeca West di Los Angeles (41,4 milioni) secondo quanto sta trapelando dalle prime indiscrezioni. L’avvio dell’attività immobiliare di Cantor può essere fatto risalire allo scorso mese di settembre; c’è anche da precisare che il 2011 è già stato contraddistinto dagli 8,6 miliardi di dollari predisposti dalle banche per gli strumenti garantiti da ipoteche, una cifra inferiore non di molto a quanto totalizzato nell’intero 2010, segno che le cessioni di questo tipo stanno vivendo un buon momento.
Obbligazioni
Turchia: le banche islamiche sono pronte a quotare i loro sukuk
È la finanza islamica a dominare le ultime vendite obbligazionarie della Turchia: le banche che sono conformi alla legge della Sharia e che sono presenti nella nazione anatolica sono infatti pronte a emettere una buona quantità di sukuk, in modo da trarre il massimo vantaggio dai bassi costi relativi all’indebitamento, soprattutto per quel che riguarda le scadenze superiori ai cinque anni. I nomi degli istituti coinvolti sono quelli di Albaraka Türk, Türkiye Finans e Kuveyt Türk, tutte partecipate da prestatori del Golfo Persico e che provvederanno a completare l’operazione entro la fine di quest’anno. Nell’esaminare tale offerta, comunque, bisogna anche tenere conto che gli investimenti esteri nei titoli del governo di Ankara sono saliti fino a quota 39,7 miliardi di dollari lo scorso 1° aprile, il livello più alto degli ultimi sei anni.
Mubadala Development prepara la cessione di nuovi bond
Il nome di Mubadala Development Company non dirà forse molto ai non addetti ai lavori, ma in realtà si riferisce a una delle più importanti compagnie degli Emirati Arabi: l’emittente in questione è di proprietà del governo di Abu Dhabi e può vantare partecipazioni importanti, come quella in Carlyle Group e in General Electric. Ebbene, proprio questa società ha deciso di vendere 1,5 miliardi di dollari in titoli obbligazionari, in modo da aumentare in maniera adeguata le proprie spese fino a oltre sedici miliardi nel corso di quest’anno. Nel dettaglio, la quotazione andrà a riguarda 750 milioni di dollari di bond a cinque anni, i quali beneficeranno di un rendimento che è 180 punti base al di sopra dei medesimi titoli lanciati dal Tesoro americano; i restanti 750 milioni andranno invece a riguardare la scadenza decennale e uno spread di 210 punti base.
Duemme Sgr punta con decisione sui CoCo Bond
Il 2009, l’anno in cui hanno cominciato a farsi sentire i primi devastanti effetti della crisi economica internazionale, è stato caratterizzato anche dalle prime discussioni in merito ai cosiddetti CoCo Bond: queste obbligazioni (la sigla identifica i Contingent Convertible Bond) rappresentano uno strumento finanziario piuttosto innovativo, ideato appositamente per gli istituti di credito che intendono potenziare il loro capitale, risparmiando gli investitori dai rischi di default. Anche Duemme Sgr, la società di gestione del risparmio che fa parte del gruppo Banca Esperia, ha deciso di focalizzare la propria attenzione su tale prodotto, lanciando un nuovo fondo, Duemme CoCo Credit Fund. Si tratta in pratica di un fondo di tipo speculativo che consentirà di puntare su titoli obbligazionari subordinati e altri titoli ibridi. Tutta la consulenza del caso, invece, verrà messa a disposizione da Algebris Investments.
Il Sudafrica pensa a dei covered bond per ridurre i costi bancari
La South Africa Reserve Bank, istituto di credito centrale della nazione africana, sta considerando con una certa attenzione la vendita di covered bond: lo strumento in questione, obbligazioni molto sicure e garantite ma non ancora accessibili alla clientela retail, verrà sfruttato soprattutto per ridurre in maniera consistente i costi di indebitamento nei confronti dei prestatori. Dovranno comunque essere approntate delle opportune regole in tal senso e solo in quel caso si potrà assistere alla cessione dei titoli. Tra l’altro, questi bond, i quali vantano un utilizzo pioneristico nella Prussia del diciottesimo secolo, sono in grado di ottenere i più alti rating creditizi, visto che sono garantiti da prestiti del settore pubblico.
Gran Bretagna: bond ai massimi da oltre due mesi
I titoli obbligazionari relativi al governo britannico e in scadenza tra dieci anni esatti sono stati protagonisti di una performance piuttosto interessante: questi strumenti, infatti, hanno raggiunto i rendimenti più alti delle ultime otto settimane, la conseguenza più evidente dell’atteggiamento dei policy maker di Bank of England, i quali sono in parte intenzionati ad accrescere di mezzo punto percentuale i tassi di interesse nel corso di questo mese. I ritorni economici relativi ai bond a due anni, invece, hanno subito delle lievi modifiche, dunque è stata ipotizzata la cessione di circa 11,5 miliardi di sterline del debito di Sua Maestà proprio questa settimana. Nel 2012, inoltre, gli stessi tassi di interesse potrebbero crescere fino al 2% complessivo, ma intanto la stessa sterlina si sta indebolendo nei confronti del dollaro, allontanandosi in maniera progressiva dal livello più alto conseguito all’inizio del 2010.
BlueBay acquisirà altri bond governativi dell’Irlanda
BlueBay Asset Management, società londinese in grado di gestire assets per ben 39 miliardi di dollari, è in prima linea per l’acquisizione dei bond governativi irlandesi: il pessimismo che aleggia attorno alle finanze del paese britannico è ormai alle stelle e ha raggiunto delle proporzioni davvero irreali, ragioni per cui la compagnia ha deciso di intervenire in questo senso. La stessa BlueBay, comunque, ha voluto mantenere le proprie holding anche nei titoli del Portogallo, ma a livelli più bassi rispetto a quelli previsti dagli indici benchmark, anche perché l’economia lusitana non è attualmente capace di concorrere nemmeno a livello continentale. Gli acquisti in questione sono stati avviati subito dopo che il governo di Dublino ha annunciato che non vi sarà alcun tipo di penalizzazione nei confronti di coloro che hanno investito nel debito delle banche irlandesi.
Investire sul Brasile: Ubs quota un nuovo bond strutturato
La focalizzazione degli investimenti finanziari sui principali paesi e mercati emergenti è una strategia che molti analisti suggeriscono a trader e risparmiatori per diversificare il portafoglio: ma si tratta davvero di una scelta così efficace? Il gruppo Bric (Brasile, Russia, India e Cina) rappresenta senza dubbio l’opzione più interessante in questo senso, in particolare per quel che concerne il Brasile. Quali sono gli investimenti più promettenti in relazione al paese sudamericano? Uno dei prodotti più recenti è stato quotato due giorni fa dalla svizzera Ubs, la quale ha scelto Borsa Italiana e EutoTlx per lanciare un titolo obbligazionario in grado di esporsi in questa specifica maniera. La denominazione precisa è quella di Ubs Paesi Emergenti 2021: si tratta, in pratica, di un titolo appartenente alla categoria “equity linked”, dunque è possibile partecipare in maniera attiva e importante a tutti i rialzi delle piazze finanziarie. Inoltre, il ritorno economico in questo caso è pari al 3,5% annuo come garanzia minima, mentre al momento della scadenza vi sarà una protezione totale del capitale nominale (100%).
Messico: imminente la vendita di bond a trent’anni
Il governo messicano è fortemente attivo in questo preciso momento storico sul mercato dei titoli obbligazionari: la nazione centroamericana sta infatti pianificando nel dettaglio la vendita di ben cinquecento milioni di dollari relativi al proprio debito interno, con i prodotti che andranno a beneficiare di una durata trentennale (la scadenza è stata fissata nel 2040) e di un rendimento pari al 6,05%. Si tratta, in pratica, della seconda cessione di bond denominati in dollari da parte di Città del Messico in questo 2011. Come verrà strutturata di preciso questa operazione finanziaria? Gli istituti di credito che si occuperanno della gestione della vendita saranno due, vale a dire Bank of America Corporation e Deutsche Bank, secondo quanto sta trapelando dalle prime indiscrezioni in questo senso.
Sukuk: i rendimenti di Dubai in recupero su Kuala Lumpur
Il confronto finanziario tra Dubai e Kuala Lumpur ha messo in luce un risultato piuttosto particolare, visto che il piccolo emirato arabo sta ottenendo dei successi importanti nella ristrutturazione del proprio debito: la domanda di rendimenti extra da parte degli investitori per detenere i bond di Dubai denominati in dollari è stata rivolta nei confronti di un ritorno economico pari al 6,39%, una percentuale di gran lunga superiore rispetto ai sukuk malesi (3,93%), i quali sono calati di ben 251 punti base nel corso delle ultime contrattazioni, facendo registrare un vero e proprio record negativo. Il gap in questione è ora pari a 55 punti, anche perché Dubai World, la principale holding finanziaria di proprietà statale, ha firmato un accordo fondamentale con i propri creditori per modificare i termini relativi ai circa venticinque miliardi di dollari di debito.
Hellenic Telecom torna al mercato dei bond dopo tre anni
Hellenic Telecommunications Organization, una delle principali compagnie telefoniche della Grecia, sta vendendo circa 500 milioni di euro in titoli obbligazionari: non si tratta di una emissione qualsiasi, ma della prima offerta di questo tipo dal 2008, la seconda da parte di una società ellenica non finanziaria in più di un anno. Lo scopo della negoziazione è ben preciso, in effetti il colosso di Maroussi, conosciuto anche con l’acronimo Ote, è intenzionato a cedere il proprio debito in un momento non semplice per la nazione europea. L’unica altra società greca e attiva in un campo non finanziario che si è mossa allo stesso modo è stata Coca Cola Hellenic Bottling. C’è anche da dire, comunque, che le vendite di prodotti corporate greci vivono una fase di sostanziale stallo, visto che il governo di Atene si è visto costretto ad accettare il pacchetto di salvataggio approntato dall’Unione Europea per assestare il deficit di bilancio: l’economia nazionale è prevista in contrazione anche per i restanti mesi del 2011.
Malesia e Filippine: le previsioni sui principali bond asiatici
Ci sono molti eventi e rapporti economici che potrebbero influenzare a breve l’andamento dei bond e delle valute asiatiche. I rendimenti obbligazionari del continente, infatti, stanno subendo dei mutamenti piuttosto chiari, ma occorre comunque esaminare caso per caso. A quali nazioni bisogna fare riferimento? Anzitutto, c’è il Giappone: il sisma non può certo essere considerato un brutto ricordo, ma il ritorno economico del principale titolo governativo, vale a dire quello in scadenza a marzo del 2021, è sceso dall’1,3 all’1,28%, secondo quanto rilevato da Japan Bond Trading Corporation, il maggiore broker del paese per quel che concerne questo strumento finanziario. Intanto, lo yen è stato scambiato a quota 84,20 per ottenere un dollaro. Anche la Malesia merita un importante approfondimento; Bank Negara è già pronta a vendere tre miliardi di ringgit (992 milioni di dollari) dei prodotti a 210 giorni, mentre quelli in scadenza dopo tre mesi, classico esempio di finanza islamica, sono stati ceduti per due miliardi di rinngit.
Grecia: Papaconstantinou ipotizza una vendita di bond
L’ultimo annuncio del ministro greco delle Finanze, George Papconstantinou, è stato abbastanza eloquente: la nazione ellenica sarebbe infatti pronta a tornare nuovamente sui mercati obbligazionari già nel corso di quest’anno, ma soltanto se le condizioni generali dovessero migliorare in maniera sensibile. I bond greci con scadenza a dieci anni vantano attualmente dei rendimenti pari al 12,8%, piuttosto elevati e quindi collegabili a un forte rischio di default; questa percentuale è addirittura tre volte superiore al ritorno economico garantito dai bund tedeschi e ormai è passato un anno da quando Atene ha deciso di accettare il piano di salvataggio dell’Unione Europea. Quali titoli obbligazionari di stampo governativo dobbiamo dunque aspettarci in questo 2011?
Eni: il cda delibera l’emissione di uno o più bond
Una delle novità di rilievo per quel che concerne il comparto obbligazionario di Borsa Italiana è giunto direttamente dall’Eni: l’Ente Nazionale Idrocarburi ha infatti deliberato, mediante il proprio consiglio di amministrazione, di voler emettere uno o più prestiti di bond. Questi specifici prodotti verrebbero quindi collocati sulla piazza di riferimento per venire incontro soprattutto a una clientela istituzionale, mentre bisogna precisare che l’ammontare complessivo dell’operazione è pari a tre miliardi di euro, quantificabili anche in un’altra valuta di stampo internazionale. Gli strumenti, inoltre, potranno essere collocati entro e non oltre il 31 marzo del 2012, quindi c’è ancora un anno di tempo. Che obiettivi intende perseguire l’azienda fondata da Enrico Mattei?