Grecia: Papaconstantinou ipotizza una vendita di bond

L’ultimo annuncio del ministro greco delle Finanze, George Papconstantinou, è stato abbastanza eloquente: la nazione ellenica sarebbe infatti pronta a tornare nuovamente sui mercati obbligazionari già nel corso di quest’anno, ma soltanto se le condizioni generali dovessero migliorare in maniera sensibile. I bond greci con scadenza a dieci anni vantano attualmente dei rendimenti pari al 12,8%, piuttosto elevati e quindi collegabili a un forte rischio di default; questa percentuale è addirittura tre volte superiore al ritorno economico garantito dai bund tedeschi e ormai è passato un anno da quando Atene ha deciso di accettare il piano di salvataggio dell’Unione Europea. Quali titoli obbligazionari di stampo governativo dobbiamo dunque aspettarci in questo 2011?


Anzitutto, bisogna tenere conto che le finanze del paese europeo necessitano ancora di una somma pari a 58 milioni di euro, ampiamente coperta dagli stimoli citati in precedenza, visto che c’è anche la garanzia del Fondo Monetario Internazionale. Nel caso in cui, però, non si dovessero riscontrare le capacità di far fronte al debito per un terzo dei finanziamenti previsti nel 2012, allora si potrebbe cercare un nuovo aiuto sempre da Bruxelles. Il deficit di bilancio relativo al 2010 dovrebbe poi essere superiore alla proiezione iniziale del governo, il quale aveva parlato espressamente di un 9,4%; gli investitori finanziari devono dunque essere molto cauti, visto che la recente recessione ha modificato le stime sulla situazione economica complessiva, un fattore che è stato sottolineato anche dallo stesso Papaconstantinou.

Ci sarà qualche ritardo per quel che concerne gli obiettivi di reddito in relazione ai primi due mesi del 2011, ma il resto dell’anno non dovrebbe riservare altre sorprese negative. Gli ultimi accenni del ministro sono stati rivolti a Eurostat, l’agenzia statistica europea che avrà l’onere di calcolare tutti questi dati, operazione che verrà completata alla fine del mese: la Grecia viene data in recupero finanziario, più di quanto ci si aspettasse, ma i rischi rimangono ancora elevati.

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