Dubai, cinque miliardi di dollari dalla vendita obbligazionaria

Dubai ha già deciso come contenere il proprio deficit di bilancio: il principale emirato arabo del Golfo Persico ha infatti stilato un programma che prevede la vendita di bond per un importo totale di cinque miliardi di dollari, senza però dimenticare la possibilità dei fondi comuni di investimento. La spiegazione per una tale scelta è semplice, in effetti i rendimenti in questione sono scesi fino al loro livello più basso da almeno due anni a questa parte, un evento quantomeno inatteso. Come si intuisce facilmente, questi strumenti finanziari beneficeranno di una denominazione in moneta statunitense, così come emerge chiaramente anche dal prospetto che è stato distribuito dal Regulatory News Service.

Israele: i bond decennali ai massimi da due settimane

I bond governativi israeliani diventano ancora più appetibili per gli investitori: i titoli con scadenza a dieci anni della nazione mediorientale sono infatti aumentati fino al loro massimo livello delle ultime due settimane. L’importante crescita in questione è stata favorita senza dubbio dalle speculazioni sul tasso inflazione, in particolare su un suo incremento nel corso del mese di maggio, tanto che ora molti analisti sono convinti che la banca centrale provvederà a rialzare i tassi di interessi. Volendo essere più precisi, i rendimenti di tali obbligazioni non erano così alti dallo scorso 25 maggio, mentre il ritmo di inflazione su sui ci si è focalizzati è pari al 4,2%.

Banco Santander: il covered bond ha avuto scarso successo

L’ultimo covered bond emesso da Banco Santander dimostra come più del nome prestigioso di un istituto contino le reali condizioni di salute del paese di appartenenza: non è infatti un mistero che la Spagna stia vivendo un momento difficile dal punto di vista finanziario, dunque non deve sorprendere più di tanto se questo prodotto non abbia ricevuto l’interessamento che ci si poteva aspettare a un primo impatto. Ma soltanto il 50% del valore totale (circa un miliardo di euro) è stato acquisito dagli investitori obbligazionari. C’è anche dell’altro, magari qualche condizione che ha fatto storcere il naso?

Nokia, i bond potrebbero raggiungere il grado “junk”

Gli investitori hanno deciso di speculare e scommettere sui titoli obbligazionari di Nokia: la celebre compagnia finlandese attiva nel campo delle telecomunicazioni rischia infatti di vedere declassato il proprio rating alla luce della leadership esercitata da Apple e Google nel mercato della telefonia mobile, grazie a prodotti come l’iPhone e l’Android. I bond della multinazionale scandinava vantano attualmente un rendimento pari al 6,75% e sono previsti in scadenza nel 2019 e la relativa domanda da parte dei sottoscrittori è ultimamente più che raddoppiata, dopo che sono stati svelati i risultati economici del secondo trimestre del 2011, al di sotto delle previsioni degli analisti.

Kansai Electric: la crisi nucleare blocca le nuove obbligazioni

Kansai Electric Power può essere definita una delle principali “vittime aziendali” della crisi nucleare giapponese: la compagnia nipponica, conosciuta anche come Kanden, ha infatti deciso di posticipare a data da destinarsi la vendita dei bond decennali che erano previsti per questo mese. La scelta è dovuta, in particolare, dai rendimenti economici eccessivamente alti delle utilities nazionali, il che equivale a dire che i rischi di un default sono davvero molto vicini. L’azienda di Osaka ha precisato di aver cambiato idea in merito a questa cessione obbligazionaria alla luce delle condizioni di mercato attuali, le quali stanno cambiando in maniera fin troppo rapida. L’annuncio ufficiale è giunto anche da Nomura Holdings, la società che era incaricata della gestione finanziaria dell’operazione insieme ad altri quattro istituti di credito.

Perù, bond in rialzo dopo la vittoria elettorale di Humala

La vittoria elettorale di Ollanta Humala nelle presidenziali peruviane ha influito enormemente anche sull’andamento dei titoli obbligazionari del paese denominati in dollari: i bond in questione hanno infatti conseguito dei ricavi importanti, grazie soprattutto a Credit Suisse e Royal Bank of Scotland, le quali hanno raccomandato gli strumenti in questione. Humala, il quale ha sconfitto la giovane sfidante Keiko Fujimori, ha già fatto sapere di voler emulare le politiche finanziarie adottate dall’ex presidente brasliano Luiz Inacio Lula da Silva. C’è da dire, in tal senso, che il Perù sta espandendo la propria economia a un ritmo superiore al 7%, una percentuale che resiste da almeno tredici mesi e che rappresenta uno dei migliori risultati dell’America Latina.

Regione Toscana: i contratti dei Galileo Bond saranno annullati

Forse Galileo Galilei sarebbe stato orgoglioso di vedersi intitolare addirittura dei bond, ma questi prodotti non hanno avuto in verità molta fortuna: è vero che la Regione Toscana ha garantito tutti i versamenti alle banche per quel che riguarda gli strumenti derivati in questione per la prossima scadenza del 12 giugno, ma questa stessa giunta ha anche deciso di annullare i contratti relativi a tale sottoscrizione. I Galileo Bond furono emessi nel 2002 e probabilmente nessuno si aspettava i problemi sorti nel corso di tutti questi anni. Nello specifico, si tratta di obbligazioni a garanzia dei contratti posti in essere dalla stessa Toscana con istituti di credito di livello internazionale, vale a dire Merrill Lynch, Deutsche Bank e Ubs. Che cosa non ha funzionato esattamente?

Sukuk: Al Tamimi guida la prima emissione giordana

L’emissione obbligazionaria di cui è stata protagonista Al Tamimi & Company, società legale con diverse sedi negli Emirati Arabi, Arabia Saudita e Kuwait, verrà sicuramente ricordata negli annali della finanza islamica: la compagnia di Dubai è coinvolta nella prima transazione di sukuk in Giordania (una delle tante sedi è proprio Amman), con una doppia gestione finanziaria da parte degli uffici giordano-iracheni. Questa offerta, la cui chiusura definitiva è avvenuta lo scorso 1° marzo, è stata perfezionata presso il Gabinetto ministeriale di Amman ed ha anche approvato una serie di esenzioni fiscali per quel che riguarda i bond relativi ad Al Rajhi Cement.

Banca Etruria: le caratteristiche del bond convertibile

Si è parlato molto nei giorni e nelle settimane scorse dell’obbligazione convertibile lanciata da Banca Etruria: cerchiamo quindi di comprendere meglio quali sono le caratteristiche di questo prodotto, alla luce della comunicazione alla Consob del prospetto informativo. Anzitutto, si tratta di un prestito obbligazionario, la cui denominazione ufficiale è Bpel 7% 2011-2016 Subordinato Convertibile con facoltà di rimborso in azioni. Questo nome già fa intendere qualche elemento, vale a dire il possibile rimborso con titoli azionari, il ritorno economico pari al 7% e la scadenza fissata in cinque anni: volendo però essere più precisi, bisogna sottolineare come l’offerta dell’istituto toscano abbia riguardato oltre 33 milioni di prodotti convertibili, per un valore unitario di poco superiore ai tre euro, il che equivale a dire che l’ammontare complessivo è di circa cento milioni.

Giappone: Montana Re attiva il Cat Bond collegato allo tsunami

Non è difficile immaginare come il principale Catastrophe Bond emesso negli ultimi tempi sia associato al terribile terremoto che ha devastato il Giappone lo scorso 11 marzo: il prodotto finanziario in questione è stato lanciato dalla compagnia immobiliare Montana Re, società americana che ha sede proprio nell’omonimo stato federale. Di cosa si tratta esattamente? Il bond prevede un importo di sessanta milioni di dollari ed è stato quotato ancor prima della sciagura nipponica, ma il suo intento è chiaro, vale a dire proteggere gli investitori dalle tempeste e dai tornado americani, oltre che da eventi simili relativi ad Europa e Giappone, una delle nazioni più a rischio in questo senso. È proprio grazie a uno strumento come questo che i sottoscrittori non perderanno alcuna somma di denaro, vista la particolare conformazione del titolo.

Banco Popolare: parte buyback per premio aziendale 2010

Lunedì 13 giugno 2011 partirà il programma di acquisto di azioni proprie, da parte del Gruppo bancario quotato in Borsa a Piazza Affari Banco Popolare, a servizio, nell’ambito del premio aziendale 2010, del piano di attribuzione dei titoli a favore dei dipendenti del Gruppo bancario. A darne notizia nella giornata di ieri, venerdì 3 giugno 2011, è stato proprio il Banco Popolare nel ricordare come l’avvio del piano di buyback per il premio aziendale 2010 avvenga in forza ad una deliberazione, il 24 aprile del 2010, da parte dell’Assemblea dei Soci del Gruppo bancario riunitasi per l’occasione in sede ordinaria. Il tutto, in sede di acquisto dei titoli, a fronte di un controvalore massimo del buyback pari a 35 milioni di euro; l’acquisto dei titoli avverrà comunque fino al raggiungimento di quel numero di azioni del Banco Popolare sufficienti per andare a soddisfare le adesioni pervenute da parte dei dipendenti.

Malesia leader dei sukuk: pronti bond globali e miliardari

Se dovessimo citare una nazione simbolo per quel che riguarda l’emissione di sukuk non ci sarebbero dubbi: la Malesia è il paese leader in tal senso e una conferma è giunta proprio in questi giorni, visto che il governo di Kuala Lumpur sta pianificando nel dettaglio la vendita di più di un miliardo di dollari in bond islamici globali, tanto che il mese appena iniziato è stato scelto per la presentazione dell’offerta agli investitori. Le indiscrezioni parlano già di una serie importante di meeting verso la fine di giugno. Tra gli elementi finanziari che per il momento si conoscono, c’è sicuramente quello della gestione dei prodotti: in effetti, Maybank, il maggiore istituto della nazione asiatica, Citigroup, Hsbc e Cimb Bank saranno tra i protagonisti di questa quotazione, anche se la cessione vera e propria non è ancora stata annunciata in via ufficiale.

Turchia: l’inflazione fa crescere i rendimenti dei bond

Il declino dei titoli obbligazionari turchi non poteva che essere accompagnato da un conseguente aumento dei rendimenti: questi ultimi, infatti, sono risultati i più alti degli ultimi due mesi, un evento provocato dall’inflazione, la quale ha subito una brusca accelerazione proprio nel corso di quest’ultima settimana. Volendo essere più precisi ed entrando maggiormente nel dettaglio statistico, bisogna sottolineare come il ritorno economico relativo al debito a due anni sia aumentato di ventisette punti base, attestandosi al 9,02%, l’incremento più consistente dallo scorso 23 marzo, per ottenere poi uno scambio finale pari all’8,96% nelle ultime contrattazioni della Borsa di Istanbul. Intanto, la lira turca si è ulteriormente indebolita nei confronti del dollaro, proprio a causa di questo livello eccessivo dei prezzi al consumo. In effetti, l’inflazione del paese è ormai giunta a un preoccupante 7,2%, addirittura tre punti percentuali in più rispetto a quanto rilevato nel corso del mese precedente, a conferma che c’è qualcosa che non va nell’economia interna.

Spagna, quattro miliardi di euro dalla cessione obbligazionaria

È la Spagna la nazione europea che vanta la vendita di obbligazioni più consistente dell’ultimo periodo: il governo di Madrid ha infatti optato per la cessione di ben quattro miliardi di euro di bond, riuscendo così a venire incontro al target massimo fissato dal proprio Tesoro per le operazioni finanziarie di questo tipo. Le finanze iberiche hanno lanciato un annuncio ben preciso, ricordando che le emissioni hanno riguardato titoli obbligazionari con scadenza a tre anni e per un importo complessivo pari a 2,75 miliardi di euro (il rendimento medio in questo caso è di poco superiore ai quattro punti percentuali); tra l’altro, il ritorno economico in questione è superiore a quel 3,56% che fu invece fissato quasi due mesi fa in occasione dell’ultima asta. I restanti 1,2 miliardi di euro si riferiscono a un debito in scadenza nel 2015 e che vanta un rendimento medio pari al 4,23%, quindi piuttosto in linea con quello precedente.