Caso derivati-Comune: ora sono le banche a fare causa

Nuovi tormenti e nuovi tormentati nell’affaire che ha visto coinvolti nel nostro paese da una parte gli strumenti derivati e dall’altra gli enti locali: anzi, c’è un’assoluta novità in tal senso, visto che le parti si ribaltano e sono le banche, per la prima volta, a citare in tribunale comuni e regioni italiane. Ubs, Bank of America e JP Morgan, solo per citare alcuni nomi, sono tra i protagonisti principali di questa svolta, visto che si sono rivolti con una certa urgenza all’Alta Corte di Londra, accusando nello specifico le “distrazioni” dei nostri enti. Si tratta di un vero e proprio effetto domino, perché questi comuni sono gli stessi che si sono appellati ai tribunali in qualità di vittime della truffa finanziaria da parte delle banche.


Un esempio su tutti è quello della Regione Lazio, citata da Deutsche Bank e Merrill Lynch, ma anche la Toscana e il Piemonte vivono una situazione molto simile. Le denunce sono davvero innumerevoli. Come è noto, i prodotti coinvolti dall’affaire sono gli interest rate swap, i quali consentono uno scambio tra finanziamenti a tasso fisso e finanziamenti a tasso variabile: questo è accaduto a Milano, dove il Comune ha coperto una emissione di titoli obbligazionaria piuttosto consistente con i derivati di gruppi bancari di primo livello. Il vantaggio della sottoscrizione sta tutto nella protezione dei conti dal rischio di rialzo dei tassi di interesse.

Milano ha citato in tribunale proprio gli istituti a cui si era affidato, lamentando soprattutto i costi occulti e lo stesso ha fatto la Regione Lazio, la quale si è scagliata contro ben undici banche per avere un risarcimento superiore agli 82 milioni di euro. Ora, invece, i ruoli si sono invertiti: affidarsi alla giustizia britannica rappresenta una risposta a quella del nostro paese, ma a questo punto si temono anche le ingenti spese legali, dato che i conti delle varie amministrazioni non possono sostenere un simile esborso.

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