Bce, tutti i punti del nuovo QE

Mario Draghi aggiorna il Quantitative Easing lanciato un anno fa dall Bce, azzerando i tassi e ampliando gli acquisti.

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Durante la conferenza stampa successiva alle decisioni sulle nuove misure, il presidente del Direttorio di Francoforte ha enucleato i seguenti punti:

  • confermata la scadenza del marzo 2017 per la durata del QE, tranne che non si rende necessaria un’ulteriore proroga;
  • sale la soglia, oltre la quale la BCE non può acquistare bond: dal 33% al 50% per ciascuna emissione;
  • le ulteriori 4 aste Tltro erogheranno prestiti fino a 4 anni, l’ammontare massimo resta legato agli impieghi iscritti a bilancio;
  • i tassi rimarranno ai livelli attuali o persino più bassi per un periodo ancora lungo. Nuovi fatti potrebbero rendere necessari ulteriori tagli dei tassi in futuro, anche se la BCE non comunica oggi che intende farlo. Inoltre, non si può andare avanti all’infinito con il taglio dei tassi già negativi, senza intaccare i margini delle banche, anche se ad oggi non risulta che la loro redditività complessiva sia stata ad oggi intaccata;
  • la domanda domestica nell’Eurozona sarà sostenuta da queste misure monetarie;
  • il basso prezzo del petrolio sosterrà il reddito disponibile delle famiglie;
  • sulla crescita pesa la difficoltà nell’implementare le riforme, rischi al ribasso, anche per la volatilità dei mercati finanziari;
  • inflazione attesa negativa nei prossimi mesi, risalirà all’1,6% nel 2018. Stimoli necessari per portarla al target di quasi il 2%;
  • rivista al ribasso la crescita nell’unione monetaria: pil stimato a +1,4% dal +1,7% di dicembre. Per il 2017 tagliate stime a +1,7% da +1,9%. Draghi: “avanti con riforme strutturali”;
  • Draghi: crescita dei prestiti nell’Eurozona ancora “troppo bassa”. La BCE intende segnalare che non esiste un limite inferiore per i tassi;
  • le nuove misure sono state approvate dal board “a larga maggioranza”, ma il governatore spiega che non farebbe alcuna differenza sostanziale chi di volta in volta ha o meno diritto di voto (riferimento alla Bundesbank, che in questa tornata non aveva diritto di voto per il meccanismo di rotazione tra i 19 membri);
  • per un fatto di “simmetria”, poiché l’inflazione si trova da tempo al di sotto del target (quasi il 2% nel “medio termine”), essa potrà salire al di sopra di esso per un dato periodo;
  • i tassi negativi non incidono allo stesso modo su tutte le banche, perché alcune applicano ai mutui spread sufficientemente alti per assorbirli, altre meno;
  • la BCE con queste misure punta a impedire che attecchisca la deflazione, che tra le altre cose aumenta il peso e il valore reale dei debiti, dimostrando anche di non essere a corto di munizioni;
  • la BCE non ha reagito eccessivamente al calo del prezzo del petrolio;
  • la frammentazione dei mercati, esistente nell’Eurozona tra paesi “core” e periferia fino a 2 anni fa, ora è scomparsa;
  • affinché sia raggiunto il target d’inflazione, bisogna essere “matti” per non capire che prima è necessaria una ripresa dell’economia;
  • se la BCE non avesse agito 2 anni fa, oggi saremmo in una “deflazione disastrosa”;

 

 

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