Italia in recessione

Solo pochi mesi fa’ la diffusione dei dati relativi al Pil della Spagna hanno sancito una volta per tutte la reale condizione del Paese; dopo una doppia rilevazione del Prodotto interno lordo negativa oltre le soglie considerate accettabili la Spagna è stata dichiarata in recessione, anche se si sapeva da mesi ormai che il Paese era in forte difficoltà.

Le misure di austerità non sono bastate ad arginare le difficoltà che il Paese ha registrato dal punto di vista finanziario, e dopo mesi di “agonia” il PIL è definitivamente crollato sotto la soglia di emergenza. Il paragone con l’Italia diventa oggi più veritiero, grazie ad un dato negativo relativo proprio al prodotto interno lordo.

Per il quarto trimestre consecutivo l’Italia ha registrato una variazione negativa sul PIL che si scende nel secondo trimestre del 2012 dello 0,7%. Il calo rispetto al secondo trimestre del 2011 è invece del 2,5%, che risulta essere il dato peggiore dal 2009.

La produzione industriale inoltre a Giugno ha registrato un calo dell’1,4% su base mensile e dell’8,2% su base annua, con una flessione relativa alla produzione di autoveicoli pari al 22,5%. Nonostante questo gli indici hanno aperto in territorio positivo, e dopo un paio di ore di prese di profitto hanno proseguito verso i target rialzisti. Le preoccupazioni per il PIL (sia riguardo alla Spagna sia riguardo all’Italia) vengono a meno nel momento in cui si guarda il quadro complessivo e si evita di giudicare un Paese in recessione sulla base di un singolo dato.

La produzione industriale in ribasso ed il PIL in picchiata sono sicuramente elementi estremamente negativi in un contesto generale, ma in questo specifico momento con la finanza in fase di stallo quello che registriamo sono gli effetti dei mesi precedenti e non rispecchiano la situazione attuale che vede un congelamento generale delle condizioni dell’Euro, con la BCE che si è detta pronta ad intervenire anche in maniera drastica qual’ora le cose peggioreranno.

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