Volkswagen torna ad emettere bond garantiti da prestiti

Volkswagen si è lanciata nell’avventura della sua più grande emissione obbligazionaria degli ultimi dieci mesi: il colosso automobilistico di Wolfsburg ha infatti provveduto a vendere dei bond per un importo totale di 1,25 miliardi di dollari, strumenti finanziari che saranno sostanzialmente garantiti dai prestiti del settore in questione. L’offerta iniziale era comunque inferiore a quella appena menzionata, in quanto l’azienda teutonica aveva pensato di lanciare sul mercato un miliardo di dollari in obbligazioni, ma poi si è deciso di incrementare il tutto. Il rendimento dovrebbe essere superiore di ventidue punti base rispetto al tasso swap.

Entrando maggiormente nel dettaglio finanziario, c’è da dire che i prodotti scelti dalla Volkswagen non sono altro che le obbligazioni asset-backed, una emissione che non è nuova nella storia del gruppo, visto che quasi un anno fa vi era stata una identica offerta: nello specifico, il mese di marzo dello scorso anno fu caratterizzato dagli stessi bond e dallo stesso ammontare odierno. La scadenza media, però, era lievemente inferiore, 2,2 anni in quella occasione contro i 2,4 anni di oggi. Tra l’altro, bisogna anche sottolineare che l’esempio è stato seguito perfino da un altro colosso come Ford Motor, la quale ha venduto 1,6 miliardi di dollari di titoli garantiti nella stessa identica maniera (ovviamente l’intera gestione è stata affidata alla divisione finanziaria della compagnia americana). L’iter seguito è stato il medesimo, con una proposta iniziale di un miliardo di dollari che poi è stata aumentata.

Le offerte obbligazionarie che sono collegate ai prestiti automobilistici o ai loro leasing potrebbero dominare il segmento per il quarto anno consecutivo nel corso del 2012, anche perché il rafforzamento dell’economia americana dovrebbe spingere i consumatori ad acquistare nuovi veicoli: inoltre, le vendite di titoli azionari potrebbero subire un rialzo di undici punti percentuali nel corso dei prossimi anni, almeno secondo quanto stimato da Wells Fargo con le sue ultime analisi.

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