Volkswagen lancia bond convertibili in azioni privilegiate

VW_Logo_am_Heizkraftwerk_Wolfsburg_NordVolkswagen, la casa automobilistica più grande d’Europa, ha emesso 1,2 miliardi di euro in debito convertibile in azioni privilegiate. Questi bond servono sostanzialmente a finanziare l’espansione aziendale del gruppo tedesco, intenzionato a costruire nuovi stabilimenti e a rilevare completamente la divisione di autocarri della Man (vedi anche Volkswagen inaugura il 2013 dei corporate bond). Gli strumenti di cui si sta parlando sono caratterizzati da una cedola pari a 5,5 punti percentuali e da una scadenza fissata per il mese di novembre del 2015 (la durata è quindi biennale).

Il colosso di Wolfsburg sta puntando a disseminare di siti produttivi un po’ tutto il mondo, come potrebbe ad esempio avvenire in Cina e nell’America settentrionale, una vera e propria sfida ad altre due multinazionali del calibro di General Motors e Toyota. Volkswagen potrebbe diventare in questa maniera la più grande compagnia automobilistica del mondo entro il 2018. Secondo gli analisti, questa vendita di titoli obbligazionari rappresenta una modalità piuttosto costosa per accumulare capitale. L’acquisizione di Man dovrebbe costare circa tre miliardi di euro, ma la società teutonica è destinata a rimanere ben capitalizzata, di conseguenza gli investitori potrebbero interpretare tale emissione come il desiderio di nuove rilevazioni aziendali.

Nel frattempo, c’è da sottolineare come le azioni privilegiate della Volkswagen, quelle più scambiate in tal senso, sono calate di oltre tre punti percentuali, attestandosi a quota 160,05 euro, uno dei peggiori declini da quasi tre settimane. Il 2013 è stato finora caratterizzato dal titolo della compagnia in discesa del 6,7%, con la valutazione complessiva pari a 73,5 miliardi di euro. L’obiettivo principale a questo punto rimane quello di mantenere una posizione favorevole per quel che concerne la liquidità, la struttura del capitale e il rating. Una delle costruzioni che procede più spedita è quella dello stabilimento di Changsha, in Cina, una delle parti più sostanziose del programma di investimenti nell’ex Impero Celeste, per il quale sono stati stanziati 9,8 miliardi.

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