Tim, nuove offerte per la rete

Nuove offerte per la rete di Tim e i fautori sono sempre gli stessi. E quindi il consorzio composto da Cassa depositi e prestiti e Macquire e il fondo KKR. Cosa è cambiato?

Le offerte presentate a Tim

Ovviamente le offerte che sono state messe sul tavolo delle trattative. In base a ciò riportato dall’Ansa l’offerta proposta da Cassa depositi e prestiti e dal fondo francese è pari a 19,3 miliardi. Questa avrebbe così un impatto sul debito dell’azienda di telecomunicazioni riducendolo di circa 17 miliardi. Il fondo KKR invece ha proposto in tutto 21 miliardi, di cui 19 di offerta e due di earn out.

Tim conferma l’arrivo di queste proposte non vincolanti, sottolineando in una nota di aver ricevuto offerte da “Cdp Equity e Macquarie Infrastructure and Real Assets (Europe) Limited” che fa le veci di un “gruppo di fondi di investimenti gestiti o assistiti dal gruppo Macquarie, e da Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P.”. Ovvero il fondo KKR.

Il consiglio di amministrazione di Tim ovviamente valuterà queste offerte e le esaminerà nel corso della riunione del prossimo 4 maggio, in seguito all’istruttoria del comitato delle parti correlate. Dobbiamo evidenziare che si tratta di offerte che ancora non accontentano Vivendi, l’azionista di maggioranza di Tim. Queste però potrebbero rappresentare un punto di partenza importante per una trattativa di tipo esclusivo con una delle due parti. Il Governo non commenta al momento, nonostante il Mef sia il principale azionista di Cassa depositi e prestiti.

Qual è la posizione di Vivendi?

Il ministro delle imprese e del made in Italy Adolfo Urso sottolinea come l’esecutivo in questo momento stia agendo come un governo saggio. Ovvero rimanendo in silenzio nel momento in cui è l’azienda a dover parlare. Cdp ha sottolineato che la sua nuova proposta è migliore della precedente e non commentando ulteriormente richiede di avere una risposta entro il 31 maggio.

Il nodo rimane comunque la posizione di Vivendi che ritiene che Tim valga almeno 31 miliardi di euro. Ragione per la quale suggerisce al consiglio di amministrazione dell’ex monopolista di prendere in considerazione solo le offerte che riguardano una valutazione equa della rete.

Vivendi sottolinea anche che la decisione finale spetta all’assemblea. Dobbiamo però ricordare che in caso ci si trovasse a votare nel corso di una riunione straordinaria Vivendi potrebbe comunque avere diritto di veto punto e questo dipende dal fatto che le delibere in quel caso passano con il voto favorevole di due terzi dei presenti.

Di certo avremo un’idea migliore di quale sarà il percorso che Tim intraprenderà dopo la riunione del 20 Aprile: in quel caso il consiglio di amministrazione è chiamato a nominare tre consiglieri ad approvare il bilancio.

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