Il MEF comunica i dettagli per l’asta di buyback sui titoli di Stato

Con un comunicato stampa del 2 Settembre 2011 il Ministero dell’Economia e delle Finanze indice per il 7 Settembre dell’anno corrente un’operazione di riacquisto titoli sul mercato tramite asta competitiva. L’operazione avrà luogo presso la Banca d’Italia e nel comunicato si parla di un ammontare di 1400 milioni di euro di valore nominale per quanto riguarda i titoli di Stato.
L’asta è riservata agli operatori specialisti, che potranno presentare fino a 3 domande per ognuno dei titoli proposti, da comunicare appunto a Banca d’Italia tramite la Rete Nazionale Interbancaria:

  • BTP €i 15 settembre 2023, cedola reale 2.60%, codice ISIN IT0004243512;
  • CCT 1° Luglio 2016, codice ISIN IT0004518715;
  • BTP 15 aprile 2012, cedola al 4%, codice ISIN IT0004220627.

Le modalità tecniche per l’asta sono le stesse dell’acquisto di titoli di stato. Le offerte dovranno contenere l’indicazione del capitale nominale dei titoli in cessione ed il relativo prezzo richiesto.

Continua la nota del MEF:

I prezzi indicati dovranno variare di un importo minimo di un millesimo e ciascuna offerta non dovrà essere inferiore a 1 milione di euro di capitale nominale.
Il regolamento delle operazioni sarà effettuato il 12 settembre 2011.
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze si riserva la facoltà di non accogliere domande presentate a prezzi ritenuti non convenienti.

Quale sarà l’impatto di questa mossa prevista dal Ministero lo vedremo appunto tra il 7 ed il 12 Settembre, anche se il fatto che questa manovra arrivi subito dopo la fine dell‘intervento della BCE sullo stesso mercato, costringe a collegare i due provvedimenti come simili e continuativi del lavoro iniziato proprio dalla BCE a sostegno del debito italiano.

A primo impatto quindi i risvolti saranno molto simili a quelli di qualche settimana fa’, con una stabilizzazione immediata del mercato dei titoli di Stato anche se l’entità del provvedimento è inferiore a quello della Banca Centrale Europea.

Un calo dei rendimento con un assestamento (almeno apparente) del rischio dovrebbe invogliare poi ad alzare i rating sull’Italia distinguendola dal resto dell’Europa, anche se l’esiguo capitale in gioco in questo provvedimento non garantirà la continuità degli effetti neanche nel breve periodo.

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