BOT annuali in asta il 12 Dicembre 2011

Nella giornata di ieri il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha diffuso i dettagli per la prima asta dei Buoni Ordinari del Tesoro di Dicembre 2011, prevista per il 12 dicembre con regolamento al 15 dello stesso mese.

Secondo il comunicato stampa si tratta di Bot annuali per un importo di 7.000 milioni di Euro con scadenza al 14.12.2012 per un totale di 365 giorni. Salta invece l’offerta per il Bot trimestrale prevista sempre per il 12 dicembre; secondo il MEF le esigenze di cassa non richiedono l’emissione.

Nella nota, come di consueto, viene ricordata la scadenza del 15 Dicembre che riguarda 11.161,869 milioni di euro di BOT divisi in 7.000 trimestrali ed i restanti ad un anno. La circolazione al 30 Novembre era invece pari a 146.454,869 milioni di euro di Bot di cui 3000 milioni a 76 giorni, 2.500 milioni di euro a 74 giorni, 4.000 milioni di euro trimestrali, 51.828 milioni di euro semestrali e 85.126,896 milioni di euro annuali.

Titoli di Stato: nuova emissione di Btp del 14 Dicembre 2012

Il Ministero dell’Economia e delle Finanze comunica la nuova asta di BTP, la prima di Dicembre 2012, dopo che da 2 giorni lo spread è sceso nettamente rispetto al valore di top assoluto di poco tempo fa’. Sul comunicato ufficiale apprendiamo che il giorno 14 Dicembre 2012 verrà emesso, con regolamento previsto al 16 dello stesso mese, i Buoni del Tesoro Ordinari rappresentati dall’ISIN IT0004761950 con decorrenza al 15 Settembre 2011 e scadenza al 15 Dicembre 2016. Il classico cinque anni, si legge nel comunicato, ha un tasso di interesse lordo annuo al 4.75% e può essere prenotato presso gli intermediari abilitati per tranche minime di 1000 euro.

La tensione sul mercato dei titoli di Stato si allenta, tanto che lo spread del “dieci anni” da due giorni scende velocemente e si conferma sotto quota 370 con la chiusura di oggi, ancora in netto calo (-1.772%) chiudendo precisamente a 3.682.

Spread Btp-Bund: perchè oggi non è una buona giornata, ma ottima

Il differenziale dei titoli di Stato rispetto al Bund tedesco è diventato ormai l’indice “della paura” che riesce a movimentare gli investimenti secondo solo al rating (che resta ancora la causa dei movimenti del differenziale stesso).

Ma se la nostra attenzione si è sempre focalizzata sul differenziale tra Btp a 10 anni italiani e Bund tedesco, ora invece vogliamo allargare le vedute ed includere nell’analisi di oggi anche qualche considerazione e confronto con Spagna e Francia perlomeno.

La prima sappiamo che se non è a rischio come l’Italia poco ci manca ed in ogni caso ha avuto problemi ben peggiori dei nostri solo fino a qualche anno fa’; il differenziale tra i titoli di stato Spagnoli e quelli Tedeschi si attestava fino a poco tempo fa’ intorno a 4.5 punti mentre negli ultimi giorni il ritracciamento ha spinto il valore sotto a quota 3 tornando a livelli accettabili (ma comunque pericolosi). 

Vola Piazza Affari ma lo spread non si muove

Avvio di ottava sopra ogni aspettativa sulle Piazze Europee con Wall Street che segue a ruota recuperando oltre 220 punti. A milano brillano le blue-chips dove gli acquisti fanno una distinzione netta che scartano titoli come Parmalat Diasorin Finmeccanica e Banca Popolare di Milano a favore di tutti gli altri con una nota di merito a Unicredit che recupera l’8.14% sovra-performando il settore che invece si conferma a 5.98% a fine seduta. Nota di merito anche per Fiat, terza sul podio dopo Exor con 7.16% di guadagno e Intesa SanPaolo che segue con 7.04%.

Bene anche Enel con 4.42% di performance positiva e Telecom Italia che a sorpresa si allinea all’indice recuperando terreno. I movimenti Europei arrivano in corrispondenza con il nuovo tracy+1 che a questo punto diventerà ribassista solo se nella prossima seduta vedremo un ritorno a 14250 punti che ora diventa il supporto psicologico insieme a 14000 punti che invece è valido in close daily come punto di reverse al ribasso.

Spread Btp ancora in salita, malissimo l’asta di titoli di Stato

Mentre l’azionario si porta in parità dopo una fase di perdita che ha spinto l’indice sotto dell’1.50% circa non si calma invece il mercato dei titoli di Stato che deve fronteggiare l’ennesima pessima asta di collocamento; i rendimenti a 10 anni arriva al 7.29%, quello a 5 anni al 7.48% e quello a 2 anni si conferma a 7.68%. Questi sono i dati “caldi” che hanno fatto cedere l’azionario sulla nuova paura di recessione mentre lo spread Btp-Bund torna stabilmente sopra a quota 500 punti.

C’è però da segnalare una questione; il paragone con il Bund è un indice relativo e per questo con il passare del tempo la situazione è cambiata e lo spread Btp-Bund in questo momento è meno significativo rispetto ad altri aspetti (che comunque convergono in una visione “rossa” per i prossimi mesi); l’andamento dell’Eurozona pesa sulla Germania al pari di altri stati e per questo (dopo anche la notizia dell’asta di Bund) la lettura del differenziale tra Btp e Bund non può essere significativa se non si contestualizza.

Titoli di Stato: nuova asta Btp del 29 Novembre 2011

Dopo le notizie negative arrivate dalla Germania riguardo l’emissione del Bund che non ha trovato risposta da parte degli investitori, l’asta dei Buoni del Tesoro Poliennali in Italia preoccupa ancora più del solito.

I Btp sono sotto stretta sorveglianza da quando in Agosto scorso hanno visto l’inizio dell’aumento dello spread con il Bund tedesco che ai giorni nostri risulta più che raddoppiato rispetto al valore ideale. Se quindi il mercato non ha reagito immediatamente alla news negativa sui nuovi Bund, potrebbe invece farlo con l’emissione dei Btp ed una giornata negativa potrebbe trasformarsi in un crollo verticale che interesserebbe solamente l’Italia.

Secondo il classico comunicato del Ministero dell’Economia e delle Finanze l’emissione di BTP prevista per il 29 Novembre 2011 con regolamento il 1° Dicembre sarò rappresentata dai seguenti prestiti:

Titoli di Stato: nuova asta Bot e CTZ del 25 Novembre 2011

Arrivano puntuali le comunicazioni da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze riguardo le nuove aste di Bot e CTZ, previste entrambe per il 25 Novembre con regolamento al 30 dello stesso mese.

Dal comunicato ufficiale per l’emissione di Bot apprendiamo quindi che avremo 8.000 milioni di euro di Bot semestrali con scadenza al 31/05/2012 per un totale di 183 giorni di durata, i quali possono essere sottoscritti per un importo minimo di mille euro come di consueto. Nella nota il Ministero ci informa anche sulla scadenza del 30 Novembre 2011 in cui verranno a terminare Bot per 8.800 milioni di euro.

La nota continua con la circolazione di Bot al 15 Novembre 2011 che è pari a 146.586.896 milioni di euro di cui 3.000 milioni di euro a 76 giorni, 2.500 milioni di eur oa 74 giorni, 4.000 milioni di euro a tre mesi, 51.960 milioni di euro a sei mesi e 85.126.896 milioni di euro ad un anno.

Titoli di Stato: per Saccomanni i rendimenti non spaventano

In Italia da quando la crisi del debito è esplosa a sorpresa c’è sempre stata una certa riluttanza nell’ammettere la reale situazione economica e finanziaria del Paese intero; si è iniziato con il dire che la crisi non c’era, proseguendo con “l’Italia non è colpita” e infineil sistema bancario italiano è solido“, ma le conclusioni sono che a distanza di anni siamo uno dei Paesi dell’Eurozona più bersagliato e sotto pressione ed alla fine la crisi ha fatto più danni qui che non altrove. Sembra quindi far parte del modo di fare Italiano far credere che vada tutto bene per non affrontare di petto i problemi, ed ancora una volta sembra che le parole di Saccomanni tentino invano di far passare per normale una situazione assolutamente straordinaria.

Secondo il numero due di Bankitalia i rendimenti del titoli del debito italiano hanno già visto in altre occasioni cifre come quelle raggiunte nell’ultimo periodo e pare che questo giustifichi il fatto che è tutto nella norma. Si è detto anche che gli interventi della Bce non mirano ad abbassare i tassi ma a compensare uno squilibrio tra domanda ed offerta, anche se in realtà non si riesce a capire come le due cose non siano strettamente correlate e conseguenziali anche per Saccomanni.

Spread Btp-Bund sale con il crollo dell’azionario, ma non segna nuovi massimi

Avvio di ottava estremamente negativo a Piazza Affari, dove il gap-down iniziale porta immediatamente il panico sui book principali costringendo le blue-chips a seguire la via del ribasso.

Il colpo peggiore lo accusa sicuramente Banca Popolare dell’Emilia che cede il 6.65% seguita da Lottomatica (-6.26%) ed Exor (-6.03%) mentre l’intero settore bancario cede circa il 3%. In questo momento il Dow Jones conferma la negatività di inizio ottava con un crollo verticale al di sotto del minimo della scorsa ottava, avvicinandosi pericolosamente a 11500 punti.

Nuove tensioni e lo spread torna a far parlare di sè, ma il differenziale tra Btp e Bund sale relativamente poco però ed è proprio su questo che si interrogano gli investitori. Come mai in una giornata tanto negativa (l’indice Mib cede al momento oltre il 4% del suo valore) lo spread non è volato a fare nuovi massimi contestualmente con i nuovi minimi di breve visti sull’indice già in apertura?

Spread in calo, ma la situazione resta pericolosa

Che lo spread sia sceso di qualche punto mentre l’azionario saliva questa mattina non vuol dire assolutamente nulla; facendo un passo indietro sul grafico di medio periodo torniamo direttamente a Giugno e guardiamo il livello di allora per capire la situazione attuale.

Lo spread Btp-Bund è oscillato tra 120 e 200 punti da circa 4 anni a questa parte e pertanto questo range di valori possono essere considerati “la normalità” per quanto riguarda i titoli di Stato italiani. Da Giugno scorso però è iniziato l’uptrend sul grafico che ha portato al raddoppio dei punti di differenza con top assoluto raggiunto pochi giorni fa’ oltre quota 560.

Quando si dice quindi che lo spread Btp-Bund è sceso portandosi vicino a 500 punti, in realtà adesso sappiamo che non vuole dire praticamente nulla nella situazione attuale visto che il problema non sono i 50 punti di troppo che possono riportare il Paese tra quelli a basso rischio.

Comprare BTP conviene ai piccoli risparmiatori? Ecco i costi

L’idea che un cittadino Italiano compri del debito pubblico può essere interessante e costruttiva, anche se intavolare una discussione in merito costringerebbe ad approfondire l’argomento a 360° e valutare gli impatti di questa strategia sul lungo periodo, mettendo anche in discussione il debito stesso.

Senza entrare troppo nel merito, quello che bisogna capire è se, tolti gli investitori istituzionali e le persone che godono di alti capitali, il cittadino medio (l’operaio piuttosto che la casalinga, che in questo momento più che mai faticano a mettere da parte i risparmi) può permettersi, pur avendo la fiducia nel suo Paese, di acquistare questi titoli e sperare di guadagnare questo gustoso 7% che comincia a far gola a molti.

Btp-day in arrivo: tutti a comprare i titoli di Stato?

Giuliano Melani arriva ai telegiornali Nazionali ma non solo; la proposta, discussa nelle ultime ore, dell’imprenditore è stata presa seriamente dai cittadini risparmiatori che ora si fanno tutti la stessa domanda: conviene comprare i BTP considerando lo spread con il Bund?

Unicredit balza in prima fila e propone commissioni zero per il BTP-Day, per incentivare ancora di più l’affluenza agli sportelli per il sostegno del nostro Paese e si spinge anche oltre. Si parla infatti di un accordo tra istituti per azzerare tutte le commissioni, di cui parla il Sig. Catricalà Antonio in una lettera aperta al Corriere della Sera, che riportiamo di seguito:

Titoli di Stato: nuova asta BTP del 14 Novembre 2011

Nuova, attesissima emissione di BTP di Novembre 2011; i Buoni del Tesoro Poliennali, balzati sulle prime pagine dei notiziari, vengono ormai seguiti anche dai risparmiatori che prima li sceglievano senza pensarci, e la battaglia tra gli analisti si inasprisce a colpi di analisi.

Ma vediamo subito i dettagli: con ISIN IT0004761950 verrà emesso il BTP con decorrenza 15 Settembre 2011 e scadenza 15 Settembre 2016 in asta il 14 Novembre con regolamento previsto per il 16 Novembre. Il “prestito” sarà sottoscrivibile recandosi dagli intermediari specializzati per un importo minimo di 1000 euro.

Tornando alla questione importante, la domanda del momento è ovviamente: i BTP sono più convenienti, o più rischiosi? Vale la pena comprarli? L’opinione degli specialisti è quanto più che mai divisa.

Titoli di Stato: nuova asta Bot del 10 Novembre 2011

Se i BTP sono sorvegliati speciali in questo periodo di altissimo rischio, i BOT non sono certo da meno anche se non fanno notizia come le emissioni di medio-lungo termine. Proprio per questo motivo solo gli investitori più accorti seguono da vicino le emissioni dei Buoni del Tesoro Poliennali di cui la prossima è pianificata per il 10 Novembre 2011.

Il comunicato stampa del Ministero dell’Economia e delle Finanze ci informa, come sempre, sui dettagli dell’emissione ormai prossima; si tratta di Buoni del Tesoro Poliennali con scadenza annuale per un importo in milioni di Euro pari a 5000 (366 giorni con scadenza il 15 Novembre 2012).

Il regolamento è per il giorno 15 Novembre 2011, in contemporanea con la scadenza di BOT per 6050 milioni di Euro, tutti con scadenza annuale.

Secondo il comunicato stampa, le emissioni di Buoni trimestrali previste per il 10 Novembre 2011 non verranno effettuate dato che, si legge nella nota, non ci sono specifiche esigenze di cassa. Per quanto suoni strano la decisione del Ministero è sicuramente studiata e l’attenzione quindi sarà tutta per l’asta “annuale”.