Mercati emergenti: investitori intimoriti dalla crisi egiziana

I fondi di investimento che osservano da vicino le performance dei principali mercati emergenti hanno riportato le loro prime perdite settimanali a causa della grave situazione politica che sta attanagliando l’Egitto: non solo, ma anche il record dei prezzi alimentari ha agevolato l’avanzata da parte dell’inflazione. Sono questi due motivi che hanno spinto gli investitori a ritirare ben 4,6 miliardi di dollari dagli Etf in questione, così come è stato evidenziato dai dati di Bank of America. In particolare, le perdite totali di tali strumenti ammontano a 7,2 miliardi di dollari, il livello più alto da tre anni a questa parte.

Aicon: CdA approva dati primo trimestre 2010/2011

Nel trimestre chiusosi lo scorso 30 novembre 2010, corrispondente al primo trimestre 2010/2011, il gruppo messinese Aicon, quotato in Borsa a Piazza Affari, ha conseguito dati in miglioramento rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. A darne notizia è stata proprio la società operante nel settore delle navi e delle imbarcazioni da diporto a motore di lusso, dopo che il Consiglio di Amministrazione di Aicon ha approvato il resoconto intermedio di gestione alla data del 30 novembre scorso. In particolare, il fatturato nel trimestre si è attestato a 5,61 milioni di euro rispetto ai 3,03 milioni di euro dello stesso trimestre dell’anno precedente; il periodo si è in particolare chiuso con la consegna di due imbarcazioni, una delle quali destinata al Brasile. In accordo con un comunicato ufficiale emesso dalla società, Aicon punta a far fronte alla crisi dei mercati tradizionali puntando su quelli emergenti.

Etf di iShares: ottime performance per il titolo targato JPMorgan

Una somma superiore al miliardo di dollari: ammonta a tanto l’attivo del fondo obbligazionario di iShares che segue molto da vicino le performance finanziarie di JPMorgan e dei mercati emergenti. A cosa si deve un successo simile? L’annuncio è giunto direttamente dalla stessa iShares, numero uno al mondo per quel che riguarda il lancio di Etf. JPMorgan $ Emerging Market Bond Fund, questa la denominazione esatta del prodotto in questione, consente di ottenere una interessante diversificazione di portafoglio, mettendo a disposizione titoli obbligazionari espressi in dollari americani, ma soprattutto emesse dalle nazioni emergenti. In tale maniera, l’obiettivo da perseguire è quello di sfruttare uno strumento unico che però dà accesso a ben trenta paesi diversi per quel che concerne il loro debito.

Mercati emergenti: le opportunità del Medio Oriente

Il ritornello degli analisti finanziari è conosciuto ormai a memoria dagli investitori: la crescita più interessante del 2011 sarà quella dei mercati emergenti, dunque occorre sfruttare nel migliore dei mondi questo trend con delle focalizzazioni di portafoglio ben mirate. L’India e la Cina, due dei cardini del gruppo Bric, sono in fase di sviluppo da diversi anni, quindi l’espansione più promettente compete proprio ad esse, ma le previsioni più realistiche parlano anche di ottime possibilità di capital gain (guadagno in conto capitale) nelle altre nazioni asiatiche e mediorientali. In particolare, l’attenzione dei risparmiatori dovrebbe essere rivolta alle cosiddette “new frontier opportunities”, quei paesi che non sono stati esplorati del tutto, ma che promettono un forte potenziale di valore.

I bond islamici surclassano ancora i titoli dei mercati emergenti

Islam batte emergenti due a zero: si potrebbe riassumere in questo modo, con termini calcistici, l’ottimo momento che stanno vivendo le obbligazioni islamiche (i cosiddetti “Sukuk”), capaci di superare il debito dei principali mercati emergenti per il secondo mese consecutivo, una “vittoria” agevolata sicuramente dalle nuove vendite di tali titoli, dal potenziamento di spesa da parte della Malesia e dalla ritrovata fiducia economica nel Golfo Persico. Gli strumenti finanziari conformi alla legge della Shariah hanno reso l’1,2% nel corso di questo mese di dicembre, così come è emerso in maniera netta dalle rilevazioni dell’indice Hsbc/Nasdaq Dubai Us Dollar Sukuk, mentre i bond collegati alle regioni in via di sviluppo sono calati di 0,7 punti percentuali.

Threadneedle, ecco le previsioni del risparmio gestito per il 2011

Il 2011 sarà un anno caratterizzato, dal punto di vista degli investimenti finanziari, da una crescita globale non molto intensa, in particolare nei principali mercati emergenti: la previsione è stata resa pubblica da Threadneedle, la compagnia britannica specializzata in servizi finanziari e di gestione degli assets, dunque si tratta di una fonte attendibile e dotata di un’ottima esperienza in questo campo. L’interesse maggiore, sempre secondo la società di Swindon, andrà in direzione dei mercati in cui si scambiano titoli azionari, molto più appetibili in fatto di rendimenti rispetto alle obbligazioni di tipo governativo. Come ci si deve comportare, dunque, di fronte a questo nuovo anno che non si presenta sotto una luce molto incoraggiante?

Invesco: ecco le novità che riguarderanno gli Etf nel 2011

Il 2011 rappresenterà un anno denso di novità per quel che riguarda gli investimenti in Exchange Traded Fund, parola di Invesco PowerShares: il comparto specializzato in questi specifici prodotti della omonima compagnia americana ha infatti deciso di lanciare, a partire dal prossimo 5 gennaio, una serie di innovazioni piuttosto interessanti in relazione all’offerta di Etf nel continente europeo. Volendo essere più precisi, c’è da dire che la gamma potrà contare sulla cosiddetta replica sintetica, una metodologia che consente ai clienti di sfruttare gli strumenti per replicare appunto persino quegli indici che non sono contemplati dal metodo basato sul denaro cash (il “cash-based”). Questa opportunità verrà posta in essere mediante un procedimento piuttosto semplice; in effetti, la società di Atlanta convertirà due dei propri Etf dal metodo di replica fisica a quella di impostazione sintetica.

Obbligazioni mercati emergenti: Real Brasile 8% di RBS

Per chi punta sulle obbligazioni ad elevato rendimento, a fronte di un adeguato profilo di rischio e di diversificazione del proprio portafoglio, da alcuni giorni sul mercato MOT, organizzato e gestito da Borsa Italiana S.p.A., è quotata “Real Brasile 8%”. Trattasi, nello specifico, di un titolo obbligazionario che, a fronte di un investimento minimo pari a 2.500 Real brasiliani, corrispondenti a circa 1.050 euro, offre un rendimento annuo dell’8% per tre anni, pagamento delle cedole con cadenza mensile, e scadenza fissata per il 26 ottobre del 2013. Trattasi quindi di un’obbligazione triennale in valuta ad alto rendimento, ragion per cui l‘investitore deve comunque tenere bene in conto il fatto che “Real Brasile 8%“, avente codice ISIN NL0009599489, è soggetta al rischio di cambio. “Real Brasile 8%” è stata emessa da RBS N.V., avente un rating “A+” attualmente assegnato dall’Agenzia di rating S&P, e paga le cedole, nonché il capitale rimborsato a scadenza, in base al corrente rapporto di cambio tra la moneta unica ed il Real brasiliano; in ogni caso per investire sull’obbligazione l’investitore non deve necessariamente andare ad aprire un conto in valuta estera.

Banca Mondiale e Fmi: ecco i rischi insiti nei mercati emergenti

La svalutazione di una determinata moneta consente alla nazione di migliorare lo stato della propria economia, a spese però degli altri paesi: ad esempio, nel caso in cui gli Stati Uniti dovessero procedere ancora più spediti nella direzione di una ulteriore riduzione quantitativa, allora i prodotti finanziari dei mercati emergenti, in primis gli Etf, potrebbero subire una reazione violenta dal dollaro svalutato. La Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale, due dei pilastri finanziari sorti a Bretton Woods nel 1944, stanno lanciando a più riprese un allarme circa i potenziali problemi che deriverebbero da una fluttuazione eccessiva della moneta verde nel mercato di riferimento.

Emergenti: Morgan Stanley valuta Brasile, Messico e Cile

Morgan Stanley, una delle banche d’affari più celebri d’America, ha stilato dei rating molto interessanti per quel che riguarda le principali economie emergenti: i dati che prevalgono sugli altri in maniera più netta sono quelli relativi all’America Latina, per la quale l’istituto newyorkese ha tagliato il proprio giudizio fino a un “sottovalutato” nell’ambito delle stime internazionali, mentre il portafoglio delle nazioni asiatiche è risultato sopravvalutato. C’è da approfondire queste due valutazioni così diverse. Anzitutto, l’America Latina, in base a quanto confermato da Jonathan Garner, il quale ricopre l’incarico di stratega per la sede di Hong Kong di Morgan Stanley, sta tendendo sempre più a delle performance inferiori alle aspettative nel corso delle fasi di correzione economica.

ING consiglia gli investimenti migliori in caso di deflazione

Le ultime indagini macroeconomiche condotte da ING Investment Management, il comparto relativo agli investimenti finanziari della nota compagnia olandese, hanno messo in luce una tendenza non troppo incoraggiante in relazione all’inflazione e alla deflazione: la società in questione, più precisamente uno dei suoi analisti, Valentijn van Nieuwenhuijzen, è del parere che la domanda troppo bassa possa condurre a una deflazione piuttosto accentuata nelle nazioni sviluppate, a causa dell’attuale gap di produzione. Le previsioni in tal senso parlano di una situazione che dovrebbe protrarsi almeno fino al 2012. La preoccupazione, dunque, si riferisce alla crescita non eccezionale di queste specifiche economie, anche perché l’espansione recente del credito ha causato una erronea allocazione delle risorse.

Rivoluzione finanziaria per l’Fmi: gli emergenti e la Cina avanzano

Se non si tratta di un cambio davvero rivoluzionario poco ci manca: il Fondo Monetario Internazionale ha dovuto rivedere in maniera rinnovata la conformazione e la struttura della finanza mondiale, a causa del sopravanzare sempre più convincente da parte di alcune nazioni e del contemporaneo declino di altre. Questo cambio di gerarchie è piuttosto probabile e dovrebbe diventare concreto a breve. Come dovremo leggere dunque la nuova cartina geografica ed economica? Sono soprattutto i mercati e i paesi emergenti a farla da padrona in questo momento, con la Cina che può a ragione essere considerata molto più di una economia in fase di sviluppo. L’indiscrezione a cui ci stiamo riferendo proviene direttamente dalla stampa giapponese, più precisamente dal quotidiano nipponico Nikkei, e sta avendo ampio risalto in questi giorni. L’organizzazione sorta a Bretton Woods dovrà pertanto operare delle modifiche importanti per quel che concerne le quote di partecipazione dei vari stati, anche perché l’obiettivo rimane sempre quello di mettere in luce il reale andamento della situazione economica.

Telecom Italia si aggiudica gara internazionale per rete mobile

Nell’ambito della propria espansione internazionale, il colosso italiano delle telecomunicazioni Telecom Italia si è aggiudicato una importante gara internazionale finalizzata a supportare, nello sviluppo della rete mobile, l’operatore indonesiano Telkomsel nell’ambito della realizzazione del Piano Tecnologico 2011-2015. A darne notizia è stata la stessa Telecom Italia nel sottolineare come Telkomsel sia non solo il principale operatore mobile indonesiano, ma anche il settimo su scala mondiale con 90 milioni di clienti di clienti circa; alla gara, in accordo con quanto recita una nota ufficiale emessa da Telecom Italia, hanno partecipato con Detecon il colosso Deutsche Telekom, e con Sofrecom l’operatore transalpino France Telecom. Secondo quanto dichiarato dall’Amministratore Delegato di Telecom Italia, Franco Bernabè, la gara vinta costituisce un importante riconoscimento per quel che riguarda la capacità di Telecom Italia di governo della tecnologia, ma anche per gettare, attraverso la valorizzazione del know-how della società italiana nei mercati emergenti, le basi per una nuova nonché interessante forma e fase di espansione e di presenza internazionale del Gruppo.

Raiffeisen si sofferma sugli emergenti: focus su India, Turchia e Cechia

È diventata quasi un’abitudine soffermarsi, a livello di investimenti finanziari, sulle principali economie emergenti del panorama internazionale, un attestato di fiducia importante, visto che esse vengono ritenute da numerosi analisti come la principale ancora di salvataggio per affrontare la crisi: l’ultima analisi di questo tipo giunge direttamente da Raiffeisen, gruppo bancario tedesco spesso alle prese con indagini simili, il quale ha messo in luce gli interessanti trend di crescita delle economie dell’Europa centro-orientale, in particolare in nazioni come la Polonia e la Repubblica Ceca. Ma il riferimento va anche al di là di questa specifica zona, contemplando persino la Turchia, paese che gode di ottima salute attualmente, e l’India. Cerchiamo di approfondire le situazioni che vivono Repubblica Ceca, India e Turchia per comprendere il modo con cui si possono sfruttare momenti così positivi.