A New York in calo i futures su cotone, cacao e succo d’arancia

553477-cottonDESIGNCREATIVECOMMONS-1369333773-691-640x480I contratti futures collegati alle performance del cotone sono scesi al loro livello più basso delle ultime tre settimane (vedi anche Il calo produttivo fa aumentare i futures sul cotone). Tutto è dipeso, in particolare, dal possibile rallentamento dell’economia cinese, un evento che non poteva che incidere negativamente sulla commodity, dato che l’ex Impero Celeste ne è il maggior utilizzatore al mondo. Anche il cacao e il succo d’arancia sono risultati in calo. Un peggioramento cinese potrebbe significare una minore domanda di cotone, con il mercato monetario in difficoltà da due giorni a questa parte.

Il calo produttivo fa aumentare i futures sul cotone

I contratti futures sul cotone sono aumentati fino al loro livello più alto degli ultimi dieci mesi (vedi anche In leggero rialzo i futures sul cotone): la commodity è stata protagonista di questa performance al rialzo grazie soprattutto al relativo output, il quale è destinato a ridursi e non poco negli Stati Uniti, maggior esportatore a livello mondiale. Al contrario, la domanda globale continua a crescere a dismisura. C’è anche da sottolineare come cacao e zucchero siano cresciuti in modo simile, diversamente dal succo d’arancia, i cui futures sono risultati in ribasso.

In leggero rialzo i futures sul cotone

I contratti futures americani collegati alle performance del cotone sono stati protagonisti di un aumento nelle loro ultime quotazioni: si è trattato di un rialzo non molto evidente, ma comunque utile per consolidare il prezzo finale al di sotto dei settantasette centesimi la libbra. In pratica, gli investitori stanno aumentando le loro scommesse al ribasso sui prezzi, a causa soprattutto delle ridotte scorte. Le speculazioni cinesi sul cotone non c’entrano come un mese fa, ma la situazione è presto detta. In pratica, il contratto più attivo in questo senso, ovvero quello relativo alle spedizioni del prossimo mese di dicembre, si è attestato a quota 76,93 centesimi la libbra presso l’Intercontinental Exchange di New York, con un incremento pari allo 0,07%.

Futures sul cotone in rialzo grazie al boom di esportazioni

I contratti futures collegati alle performance del cotone hanno fatto registrare un rialzo che ha portato le loro quotazioni ai massimi delle ultime due settimane: nello specifico, le esportazioni si sono piuttosto rafforzate, a partire da quelle degli Stati Uniti, visto che si sta parlando del maggior paese al mondo per quel che concerne tali spedizioni. Allo stesso tempo, i futures relativi al succo d’arancia sono calati come non succedeva da almeno tre settimane. Entrando maggiormente nel dettaglio di queste contrattazioni, c’è da dire che le vendite nette di cotone sono salite fino a quota 1,02 milioni di balle, un dato che è stato rilevato nella settimana che si è conclusa lo scorso sette giugno.

Quinto giorno di ribasso per i futures sul cotone

I contratti futures relativi al cotone sono riusciti a far proseguire il loro momento di ribasso costante che dura ormai da ben cinque mesi e mezzo: volendo essere ancora più precisi, questi strumenti finanziari sono stati protagonisti del loro quinto giorno consecutivo di chiusura in calo, in questo caso a causa del clima statunitense nelle principali regioni in cui si coltiva la commodity in questione, visto che si stanno registrando dei continui miglioramenti. I due riferimenti principali non possono che andare alla Georgia e al West Texas, come sottolineato anche dai principali analisti indipendenti che si occupano di questi investimenti finanziari. La pioggia è un elemento essenziale per i raccolti e con la bella stagione le precipitazioni non sono poi così numerose.

Cotone sospeso al rialzo ma è ancora down-trend

La sospensione al rialzo di oggi per il future sul Cotone deriva dal blocco delle esportazioni deciso dal secondo paese produttore (l’India) con effetto immediato, ma la situazione generale è più complessa; il prezzo del cotone dipende comunque dagli USA che fanno fronte al 40% della domanda mondiale lasciando all’India una fetta molto piccola del mercato complessivo. Le scorte sono abbondanti e gli usa non hanno al momento problemi o blocchi di nessun genere che possano compromettere l’andamento del prezzo; le nuove sull’India per quanto hanno influenzato il mercato nel brevissimo periodo non riusciranno a muovere il prezzo nel lungo, dato che l’unico “attore” sul mercato in grado di farlo sono proprio gli Stati Uniti d’America.

Cotone, buon rialzo dei futures presso l’Ice di New York

Il balzo in avanti dei contratti futures sul cotone ha caratterizzato gran parte delle contrattazioni dell’Ice Future Us (Intercontinental Exchange) di New York: il clima maggiormente umido del continente americano sta influenzando notevolmente queste quotazioni e anzi potrebbe addirittura limitare le scorte della materia prima provenienti dall’Australia, quarto maggior esportatore a livello internazionale. I guadagni della piazza finanziaria hanno però riguardato anche il succo d’arancia. Secondo quanto rilevato dal Bureau of Meteorology australiano, da aprile a giugno vi potrebbe essere un rischio crescente relativo alla pioggia, visto che quest’ultima sarebbe anche in grado di erodere letteralmente la qualità dei raccolti di cotone; tra l’altro, Tracey Allen, analista presso Rabobank Australia, ha voluto sottolineare come i prezzi in questione siano più che raddoppiati nel corso degli ultimi dodici mesi, anche perché la domanda globale è in aumento e non viene soddisfatta dall’offerta attualmente disponibile.

Cotone, le scorte limitate fanno volare i futures

I contratti futures che osservano da vicino l’andamento del cotone come commodity hanno subito un rialzo record nel corso di quest’ultima settimana: il rialzo è stato favorito senz’altro dal fatto che la domanda globale proveniente dagli stabilimenti tessili dovrebbe continuare ad essere superiore all’offerta disponibile. In particolare, l’output della Cina, il maggior consumatore di cotone al mondo, è calato di 6,3 punti percentuali nel 2010. Al contrario, le vendite statunitensi sono aumentate del 56% nella settimana che si è conclusa lo scorso 24 febbraio rispetto ai sette giorni precedenti, così come ha anche confermato lo Us Department of Agricolture, il dipartimento americano relativo al settore primario. In pratica, i prezzi sono più che raddoppiati. John Flanagan, presidente della Flanagan Trading Corporation, ha parlato espressamente di una sfida a livello internazionale, anche perché le ultime resistenze commerciali che sono state realizzate erano più che altro acquisizioni.

Futures: record per il cotone, invariato il succo d’arancia

Per i contratti futures che osservano da vicino le performance del cotone si può parlare a ragione di un vero e proprio record: le ultime quotazioni, infatti, hanno rappresentato il terzo aumento consecutivo per quel che riguarda la commodity, sospinta dall’aumento di esportazioni degli Stati Uniti e da una robusta domanda globale. Contemporaneamente, il succo d’arancia è rimasto sostanzialmente invariato, mentre il caffè ha subito una brusca frenata. Volendo essere più precisi, le spedizioni di cotone sono aumentate di ventisei punti percentuali rispetto a una settimana prima, così come è stato confermato dallo Us Department of Agricolture. Inoltre, i prezzi sono più che raddoppiati se confrontati con quelli del 2010, grazie soprattutto agli acquisti effettuati dalla Cina, il principale utilizzatore a livello internazionale.

I futures sul cotone volano ai massimi grazie alla domanda cinese

È un vero e proprio boom quello messo a segno dal cotone nella settimana che si è appena conclusa: i contratti futures che osservano da vicino le performance di questa commodity hanno infatti subito un rialzo importante presso l’Intercontinental Exchange di New York, realizzando così un record agevolato in larga misura dalla domanda globale proveniente dalla Cina. Tra l’altro, molto influente in questo senso è stata anche la devastante grandinata che ha danneggiato le colture del Texas. Le esportazioni del cotone dovrebbero crescere del 4,2% a dicembre, addirittura il livello più alto da quando questa fibra ha cominciato a essere scambiata 140 anni fa; entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da dire che il contratto in questione è stato in grado di ottenere un profitto di 65 centesimi di dollaro quest’anno, contraddistinguendosi come miglior commodity dell’indice Thomson Reuters/Jefferies Crb (il riferimento finanziario che fornisce un’accurata rappresentazione degli investimenti nei beni e nelle materie prime).

Ice, le difficoltà del cotone si riflettono sui contratti futures

I mercati agricoli sono i grandi protagonisti dei rally e delle grandi quotazioni di questi ultimi giorni: le ultime tensioni sono state avvertite a livello dei prezzi del cotone, un’altra conseguenza diretta delle forti speculazioni che stanno coinvolgendo le piazze finanziarie. Cerchiamo di comprendere anche questa situazione. La commodity in questione ha subito all’Ice (Intercontinental Commodity Exchange) un brusco crollo: di questa performance hanno risentito in larga misura i contratti futures collegati, con quello con scadenza a ottobre quotato con un premio superiore ai quattro centesimi, mentre la scadenza di dicembre si trova ai livelli massimi da oltre tre mesi. C’è comunque da aggiungere che il contratto a pronti ha fatto registrare degli scambi molto bassi, soltanto mille lotti, a differenza degli oltre 100.000 del future di fine anno.

Investire nel cotone? Le scorte sono ancora troppo basse

st_cotoneCome vuole una lunga tradizione, è il mercato asiatico quello in cui viene maggiormente scambiato il cotone: c’è però da dire che, nonostante un evidente recupero delle quotazioni, favorito senza dubbio dalle piazze orientali, l’Ice di New York (Intercontinental Cotton Exchange) ha assistito a una brusca frenata della lunga serie di sessioni negative (ben nove consecutive negli ultimi mesi), ma non ci troviamo ancora a livelli accettabili per un investimento sicuro, visto che attualmente la quotazione ammonta a 78 centesimi di dollaro per ogni libbra che viene scambiata. Il record degli ultimi due anni è ancora distante (84,26 centesimi nel 2008), ma qualcosa di confortante sta avvenendo dal lato dei consumi e delle scorte.