Semi di soia, futures a rischio a causa dell’import cinese

I prezzi dei semi di soia potrebbero continuare a scendere ulteriormente a causa dell’aumento di offerta da parte dei paesi sudamericani: inoltre, bisogna anche considerare che la crescita della domanda proveniente dalla Cina, grande consumatrice in tal senso, è destinata a rallentare. La quota in questione è scesa al di sotto di 11,50 dollari il bushel, anche se si tratta di un prezzo relativamente alto e in grado di sostenere molti interessi. Ma occorre esaminare più a fondo l’andamento della commodity in questione presso il Chicago Board of Trade. In effetti, il calo di prezzi nel corso di questo 2011 è stato pari a sedici punti percentuali, sulla scorta dei raccolti argentini e brasiliani, maggiori produttori in assoluto dopo gli Stati Uniti.

Le importazioni, invece, sono destinate a declinare come non avveniva da ben sette anni, almeno secondo quanto rilevato dal China National Grain & Oils Information Center. Tutte queste informazioni sono senza dubbio preziose per quegli investitori che hanno deciso di focalizzare il loro portafoglio sui contratti futures collegati al bene in questione; tra l’altro, gli stessi prezzi potrebbero arrivare fino alla preoccupante quota di nove dollari il bushel (la misura anglosassone che equivale a circa ventisette quintali), o addirittura meno, un calo che coinvolgerà anche l’olio di semi di soia e la farina che se ne ricava. Le importazioni cinesi sono un altro tallone di Achille di questo preciso momento storico.

In effetti, l’import dell’ex Impero Celeste rappresenta circa la metà del volume commerciale totale e i suoi 5,4 punti percentuali in meno non rappresentano certo uno spunto incoraggiante. Quest’ultimo calo, in particolare, è stato totalizzato in appena dieci mesi, con poco più di quarantuno milioni di tonnellate di semi di soia. Le quotazioni di Chicago, infine, hanno fatto registrare un ribasso del 20%, dopo che ad agosto era stato invece raggiunto il picco più elevato da oltre tre anni a questa parte.

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